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Non inganni il lettore il titolo del libro. L’autore lo
ricava dalle parole pronunciate dalla madre di Gabriele, un ragazzo disabile, in
un momento di disperazione. Questo figlio fortemente voluto contro il parere dei
suoi stessi familiari, sarà destinato a vivere da solo, abbandonato a se stesso.
La donna, che sa di avere un male incurabile, si domanda che ne sarà di lui dopo
la sua morte. A questo punto del romanzo Gabriele diventa il vero protagonista.
Di fronte alle avversità della vita dimostra una grande serenità d'animo. Anche
se la gente lo definisce “lo scemo del villaggio”, saprà gestirsi con i pochi
soldi che riceve dalla pensione, saprà farsi da mangiare, saprà pulire la casa,
saprà lavare la biancheria. Farà anche comodo ai condomini di casa che per un
pugno di soldi lo incaricheranno a fare le pulizie. E farà comodo anche a chi
vorrà approfittare della sua infermità mentale per perseguire scopi
irraggiungibili, che lui risolverà incredibilmente. Per tornare alla pagina precedente |