Premio Editoriale Penna d'Autore - Narrativa

 

LETTERA D'AMORE

Francesco Di Lauro
Mia gioia,
domani mattina presto leggerai questa lettera bevendo il caffè prima di andare a lavorare. E ti sorprenderai.
Dopo più di trent’anni che siamo insieme, devo farti una confessione: mi sono innamorato. Si, è così. Mi viene quasi da ridere, mentre scrivo, pensando all’espressione del tuo volto: mi sono innamorato. Alla mia età queste cose possono accadere; devo ricredermi, perché ero convinto che potessero accadere solo agli altri. Oggi invece è successo a me. La vita è così; non sappiamo cosa potrà accaderci domani e quanto le nostre convinzioni di oggi possano essere riviste e smentite domani in un batter d’occhio.
Prima di decidere se confessarti tutto o tenere tutto nascosto, ho ripercorso i nostri anni insieme. Ho iniziato da quel famoso settembre, quando ci baciammo per la prima volta (sotto il tiglio, ricordi?): quanto ero timido e imbranato... tremavo tutto e tu invece, già donna, mi hai capito e mi hai aiutato. Quanto ti ho amato, quanto ci siamo amati! Ricordi quante invidie ci siamo tirati addosso? Noi sempre insieme, ovunque si andasse, e gli altri increduli perché non ci si stancava mai. La coppia perfetta, da prendere ad esempio. Poi i nostri due figli, frutto del nostro amore, e con loro i problemi, le paure, le gioie; eppure noi, sempre uniti, attendevamo, dopo i temporali, gli arcobaleni multicolori. Ora i nostri capelli sono ingrigiti, i nostri movimenti sono più attenti. Guardo ogni giorno il tuo volto e quella piccola ruga, sotto il labbro, a destra, dalla quale riconosco ormai il tuo umore a seconda che appaia profonda e scura o sottile e lucente. Ti osservo mentre ti muovi per la casa, e ripensando a quel lontano settembre, sorrido, vedendoti già nonna. E la sera, coricata sul divano, con le tue gambe sulle mie ginocchia decisa a guardare quel film. Ed io consapevole che ti sveglierò, quando sullo schermo scorreranno i titoli di coda e tu imbronciata e mezzo addormentata mi dirai: «Perché non mi hai svegliata?».
Stai bevendo il caffè? Scotta ancora? Oggi è il nostro anniversario: lo ricordi vero? Lo so: ti aspettavi la poesia che ti ho sempre scritto in questa ricorrenza, non certo questa mia confessione. Cosa stai pensando? Forse lo so. Verrai in camera e mi darai un bel pugno. O forse già mediti una vendetta. Attenta al caffè: stai per rovesciarlo. Che fai sorridi? Pensi che stia scherzando? Ti posso assicurare che non sono mai stato più serio.
Vorrai sapere come ha fatto a farmi innamorare. Ebbene, sono i suoi occhi che mi fanno morire, quando mi guardano e son pieni d’amore. Sono i suoi seni, caldi come dune sabbiose. Sono i suoi fianchi, freschi come prati bagnati di rugiada. È la sua bocca come fragola di bosco dolce e succosa. È la sua voce, quando accenna qualche nota, e in un attimo rallegra tutto. Sono le sue mani, che mi accarezzano nei momenti di tenerezza.
Ma ciò che più di tutto mi ha fatto di nuovo innamorare è quella sua piccola ruga sotto il labbro, a destra, e la certezza che anche lei mi ama e ama le mie piccole rughe.
Ecco, te l’ho detto. Ho confessato di chi sono innamorato.
Oggi fuori è freddo, faresti bene a prenderti un permesso. Hai bevuto il caffè? Vieni: ti aspetto, ho tenuto caldo il tuo posto nel nostro letto.
Ed ho pronta una poesia, che parla di un uomo che ti ama alla follia.

 

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