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PUNTI DI VISTA Gaia Germani
Ogni volta che chiedo a mamma dove e come lei e papà si fossero conosciuti,
lei mi risponde che si ricorda il loro primo incontro come se fosse accaduto
ieri, e non più di trent’anni fa. Mamma mi racconta che si trovava nel
giardino di un amico per un barbecue quando l’amico le presentò un ragazzo
alto e bello. Cominciarono a chiacchierare, e scoprirono subito che avevano
molte cose in comune: ad entrambi piaceva la letteratura, specialmente
quella francese, amavano la musica jazz, adoravano i Beatles, e scoprirono
perfino che erano andati allo stesso concerto che i Beatles avevano fatto a
Londra alcuni anni prima, ma soprattutto seppero d’avere la stessa golosa
passione per il cibo francese. Mamma mi racconta sempre che non si potrà mai
dimenticare la ridicola camicia che papà indossava perché lo faceva sembrare
terribilmente stupido. Mi ha detto più volte che se fosse stata sobria
invece che leggermente ubriaca non avrebbe mai dato il suo numero di
telefono ad una persona con una camicia del genere, ma, poiché papà aveva
insistito tanto, alla fine cedette e glielo diede. Ogni volta che le chiedo
se pensa che papà avesse cominciato a parlare con lei solo per rimorchiarla
mamma ride, e mi accusa di guardare troppa televisione: «Ci siamo incontrati
per caso, nessuno stava cercando una storia d’amore, certe volte le cose
succedono e basta», mi ha detto in più di un’occasione. Alla fine del party,
papà la invitò ad andare a vedere un film giapponese in lingua originale il
giorno seguente, e mamma mi ha raccontato che accettò solo per gentilezza
giacché odiava, e ancora odia, i film sottotitolati.
Papà dichiara spesso che anche lui si ricorda ogni minimo particolare del loro incontro. Non aveva una relazione da più di due mesi quando chiese ad uno dei suoi amici che stava organizzando un barbecue di presentargli una ragazza giovane, libera e single come lui. Il suo amico organizzò un incontro al buio, anche se non ebbe mai l’accortezza di dirlo a mia madre; era sicuro che si sarebbero piaciuti. Quando papà l’adocchiò per la prima volta, lei stava chiacchierando con un gruppo di persone e sembrava una principessa. Indossava un vestitino a fiori senza maniche e per papà fu amore a prima vista. Cominciarono a chiacchierare, e papà ricorda come scoprirono subito di avere molte cose in comune: tutti e due tifavano per la stessa squadra di calcio, per esempio. Papà si ricorda anche di come mamma fosse eccitata quando scoprirono che alcuni anni prima erano stati in Inghilterra a vedere un concerto dei Beatles. Papà è sempre molto orgoglioso quando mi racconta che quel giorno indossava una nuova costosissima camicia di Versace, e che fu grazie al suo stile nel vestirsi che conquistò senza problemi il cuore di mamma. Non aveva neanche dovuto chiederle il suo numero di telefono perché lei glielo diede spontaneamente. Papà mi confessò perfino che aveva provato più volte davanti allo specchio le sue battute per conquistarla e per questo non aveva fallito. Un’altra cosa che mi racconta sempre divertito è come il suo amico gli suggerì di portare mamma a vedere un film giapponese il giorno seguente visto che le donne amano questo genere di film, e, sebbene lui pensasse che fosse una palla, seguì il consiglio dell’amico e dalla faccia estasiata di mamma quando lui la invitò capì che il suo amico aveva ragione e lui aveva fatto centro. L’odore dell’erba appena tagliata: questa è la sola cosa che le versioni della storia di mamma e di papà sembrano avere perfettamente in comune. Entrambi si ricordano che il loro amico aveva falciato l’erba del suo giardino poco prima che gli invitati arrivassero, e che quindi al loro arrivo c’era ancora quell’odore forte ma delicato dell’erba. I miei genitori amarono quell’odore e ancora oggi, quando sono in un prato dove l’erba è stata appena tagliata, riescono a chiudere gli occhi e immaginarsi il loro primo incontro: mamma vede un bel ragazzo con una camicia fuori luogo, e papà vede una dolce ragazza con un vestitino a fiori. Ogni anno, per il loro anniversario, mi sveglio presto la mattina e falcio l’erba del nostro piccolo giardino, così quando i miei genitori si svegliano possono annusare ancora il profumo del loro amore.
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