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GIOVANNI SCILIO - Racconti in prima persona (Nicola Calabria Editore) È un libro che raccoglie tre racconti molto intensi, specialmente il primo, «Era solo un transfert», in cui l’autore racconta una sua storia personale con lo scopo di metterci in guardia dai rischi e dai pericoli che si corrono di fronte a una situazione simile alla sua. Ma che cosa è mai successo al nostro autore? La storia ha avuto inizio quando, dopo aver confidato alla moglie i suoi problemi di apatia, di insonnia, e di panico, decide di rivolgersi ad una psicologa. Come sempre accade in queste sedute di psicoterapia il paziente deve liberarsi di tutti i suoi più intimi segreti, e dopo le prime titubanze nel rivelare al dottore-donna tutto ciò che ha dentro, accade che un po’ alla volta, senza volerlo, si innamora di lei. Questo produce nel paziente una travolgente frenesia di rivederla, e gli incontri psicoterapeutici che seguono sono solamente più un pretesto di rivederla, di poterle parlare, di ascoltare la sua voce. E anche la dottoressa non è insensibile al suo fascino, però ha paura delle conseguenze: iniziare un rapporto affettivo con un paziente è contro la sua professione. Finisce che sarà il paziente ad avere la forza di decidere di troncare definitivamente ogni loro incontro, e questo lo porterà ad una sua considerazione: non serve rivolgersi a un professionista per risolvere i propri disturbi psicologici; l’importante è avere accanto una donna pronta ad aiutarti e tanta forza d’animo. |