Ci stiamo sfogliando... come vecchi libri tolti da una
libreria; abbiamo ancora addosso le nostre "polveri del passato"... nessuno ci
leggeva più, così noi, ci siamo ritrovati... a leggere le nostre pagine, a
scollare i nostri ricordi, a ritrovare tra gli indici, ingialliti sogni e favole
dimenticate...
"Vieni... siediti sul mio divano rosso... e sfogliami piano....puoi rileggermi
con voce bassa e pacata, dentro un tuo respiro che mi scorre e mi declama. Ti
narrerò di luoghi sconosciuti e di desideri incarnati, ti ruberò il tempo e te
lo restituirò facendolo scorrere all'indietro... Saprò avvolgerti, coccolarti e
stupirti, ammaliarti ed intrigarti... non ti pentirai di avermi tra le mani...
Vieni... togliti le scarpe...
Distendi le tue gambe sulle mie ginocchia... rilassati... ci sono io con te.
Continua a leggermi.
Sfogliami piano. Lascia su di me il profumo delle tue dita affusolate.
A che pagina sei? Ti sto sfogliando anch'io... ed ho voglia di correre, di
leggerti tutta in un fiato solo... ma l'emozione mi blocca.
Ho desiderio di chiuderti a raccolta sul mio petto. Ma non lo faccio e continuo
a dissetarmi di te avidamente. Ad ogni capoverso respiro. Ti respiro.
Qui manca una pagina... sembra strappata... e quella successiva ha in alcuni
punti delle parole sbiadite... come se vi fossero cadute delle gocce d'acqua o...
delle lacrime...
Ti ha fatta piangere? Eri a metà del libro... troppo tardi per tornare indietro?
Troppo scontata tu.
Anche io ho qualcosa da mostrarti, sai?
Vai a pagina ottantasei... Vedi quella piccola piega, in alto, a destra del
foglio? E' un segno, fatto... per ricordarmi qualcosa... Peccato che ora non lo
ricordi... ma doveva essere qualcosa di importante.
Dicono che a noi libri ogni tanto accada di dimenticare il perché dei segni che
ci fanno... è un po' come a voler esorcizzare piccole ferite, ma come vedi,
restano cicatrici che nessuna pressa cancella.
Che fai? Sorridi? Ti si illuminano le pagine... quando sorridi... sei bella,
dovresti sorridere più spesso.
Stai comoda? Avrei voglia di abbracciarti, non lo faccio dal giorno in cui
misero tra le mie pagine una stella alpina.
Ricordo che quando mi chiusero la tenni stretta a me per diverse notti, fino a
che la sua impronta e il suo profumo non mi rimasero conficcati tra le parole...
e mi restò di lei solo quello... dopo che la vidi scivolare in terra e finire
calpestata dal piede di un bambino distratto che mi aveva preso dalla libreria e
posato su un tappeto, insieme ad altri, a fargli da sgabello per arrivare al
barattolo di cioccolatini posto in alto allo scaffale.
Accadde tutto così in fretta che non ebbi il tempo di salutarla.
Sei fragile come lei... posso toccarti? Lo faccio... ma non svanire.
Sei liscia.
La cosa più bella che hai... è la tua copertina... Guarda... è ancora lucida, i
colori vivi, la pellicola trasparente... e la scritta, in porporina d'oro,
ancora conserva la sua preziosità. Chi ti ha comprato deve averti pagato
molto... ma non ti ha mai sfogliata per capire che il tuo vero valore era
dentro... non ti ha mai letta, come avrebbe potuto comprenderti?
No, non fare così ora... non è il momento... le tue pagine sono solo logorate
dal tempo ma ancora leggibili... e riesci ancora a sfogliarti bene, sai?
Lo fai con dolcezza, con eleganza, con dignità. Sei un libro aperto, in mano a
me, che posso leggerti... Vorrei essere vento per chiudermi tra le tue pagine,
invece sono libro anch'io...e di pagine... ne ho anche più di te, ad
appesantirmi... e la mia copertina ha i colori seppia e giallo di troppi autunni
passati... che sembrano aver smarrito le primavere.
Io ti trovo meravigliosa, con i tuoi valori perduti che fai ritrovare ogni volta
a chi ti riprende per leggerti e si innamora di te.
Non lasciarti consumare dal tempo.
Guarda... le nostre pagine... sono le une vicino alle altre... Posso baciarti?
Ricaccerei dentro le tue lacrime... prima che qualcuno possa arrivare... e
sorprenderci... e nel trovarci così, fuori posto, aperti e scomposti su un
divano rosso... ci rimetta nello scaffale questa volta ad ingiallire... per
sempre."