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Siamo di fronte a un libro apocalittico che fa riflettere
sugli errori del passato e che mette in guardia l’umanità sui cambiamenti
climatici già in atto che possono portare alla morte del nostro pianeta. Da
tempo ci sentiamo dire che esiste un’emergenza ambientale, e la maggior parte di
noi ha imparato sui banchi di scuola che cosa sono l’effetto serra antropico,
il buco nell’ozono, la deforestazione, lo smaltimento dei rifiuti e altri
temi riguardanti l’ambiente. Sempre sui banchi di scuola, o attraverso i canali
di informazione, la maggior parte di noi ha imparato quali sono le buone
pratiche ambientali e si è fatto un’idea degli interventi necessari a livello
globale e locale per arrestare il disastro ambientale al quale stiamo andando
incontro. Tuttavia, anche se ciò potrebbe apparire del tutto inspiegabile a un
osservatore extraterrestre, continuiamo a preferire incendi, uragani,
inondazioni, siccità, desertificazione, epidemie ed altre catastrofi legate
ai cambiamenti climatici piuttosto che mettere in discussione il nostro stile di
vita e modello di sviluppo. Che costa, alle nostre tasche e a quelle del
pianeta. E che, in fin dei conti, non ci piace neanche più di tanto. In una
coinvolgente conversazione scientifica, Luca Lombroso affronta l’importante
tematica dei cambiamenti climatici e delle nefaste conseguenze che, in un
futuro niente affatto remoto, si prospettano per la Terra e per la specie umana.
Illustra le buone pratiche ambientali, con curiosi consigli per
affrontare il caldo e risparmiare acqua. Riflette sul terremoto in Emilia
come spunto per ricostruire per il futuro. Dalle risoluzioni delle Conferenze
internazionali sul clima alle emissioni della porta accanto, il segnale esce
forte e chiaro: possiamo salvare il mondo, ma dobbiamo farlo ora. Editoriale del 16 febbraio 2107 Oggi, 16 febbraio 2107, a 100 anni di distanza dalla dichiarazione dell’inequivocabilità del riscaldamento globale, questi dubbi non dovrebbero più esserci. Il mondo si è surriscaldato di oltre 5 gradi, il mare innalzato di oltre un metro, le Maldive sono sparite dalle mappe geografiche, il Polo Nord è libero dai ghiacci marini per tutta l’estate artica, i ghiacciai alpini sono un ricordo del passato, le barriere coralline hanno perso la loro bellezza e il loro fascino. Previsioni Meteo del 12 settembre 2212 Finalmente, dopo un’estate infernale, irrompe aria meno bollente proveniente dal Polo Nord, zone fresche ma non gelide come 200 anni fa, quando esistevano gli ultimi ghiacci perenni. Grazie a quest’aria non incandescente, oggi è una giornata fresca come non si ricordava da tempo, con soli 45 gradi nel nord Italia e nelle zone non ancora sommerse dal mare della pianura padana. I termometri sono scesi sotto ai 30 gradi a 1500 metri, incredibilmente, cosa rara per l’estate, in alcune località è piovuto lievemente, non succedeva da 728 giorni. Al sud soffiano i classici venti caldi africani, che mantengono le temperature sui valori tipici della tarda estate, attorno a 55 gradi. Previsioni valide fino a Natale 2212 Continuerà a dominare l’anticilone super africano con le temperature che torneranno ben presto sulle medie stagionali, oscillando attorno a 48-50 gradi nelle rovine delle città fantasma del centro-nord Italia. Saranno condizioni favorevoli per visitare i resti delle super-megalopoli Padana da cui a fine XXI secolo la gente è fuggita per il clima invivibile e la mancanza di energia conseguente l’esaurimento di tutti i giacimenti di petrolio. Nota bene L’attendibilità di questa previsione proiettata al futuro dipende da tanti fattori diretti e indiretti, climatici e politici, dal prepensionamento dei combustibili fossili, dalla fioritura diffusa delle fonti energetiche rinnovabili e da quanto farai dopo aver letto questo libro. Per tornare alla pagina precedente |