20° Premio Trofeo Penna d'Autore: Premio Speciale della Giuria conferito a Rosa Parlato

 

SEZIONE C: RACCONTI - FIABE - NOVELLE
PRIMO SPECIALE DELLA GIURIA
 

Rosa Parlato di Piano di Sorrento (NA)
 
per il racconto
PACHI, L'ASINELLO DI OGNI PRESEPE

C’era una volta un asino triste per essere nato “asino”. Guardava quelli come lui e piangeva. Non voleva fare la vita che facevano loro: Sansone, suo cugino, che tutti chiamavano Sonny, trasportava sacchi di farina dalla mattina alla sera ed Ercole, l’amico suo del cuore, era impiegato senza sosta per portare materiale di risulta attraverso le viuzze e i vicoli più stretti e disastrati del paese.
Lui non aveva la forza di Sansone, né la pazienza di Ercole.
Era troppo triste per lavorare e Gustavo, il padrone della locanda, non sapendo cosa farsene di un asino così, decise di venderlo al mercato per quattro soldi.
Fu così che in una fredda giornata di dicembre, preparatosi in fretta, Gustavo salutò la moglie Agnese e all’alba uscì da casa fischiettando, tirò fuori dalla stalla il piccolo asino e…
«Aspetta, aspetta papà! – gridò la piccola Rebecca –. Perché porti via il mio piccolo Pachi? Questa notte ho fatto un sogno bruttissimo! Non lo vorrai mica vendere?». «Oh no, io... io volevo solo portarlo con me, è sempre così triste!», balbettò a fatica il padre sentendosi in colpa per i due grossi lacrimoni che intanto già solcavano il bel visino di Rebecca. «Ti chiedo perdono, mia piccola, per non essermi accorto del bene che tu già vuoi a questo piccolo asino – confessò alla figlia che ormai, come fanno tutti i bambini, aveva letto la verità negli occhi del padre –. lo lascerò nel posto più luminoso e caldo della stalla e tu potrai andarlo a trovare ogni volta che vorrai. Non sapevo si chiamasse Pachi, non avevo neppure pensato a dargli un nome… Pachi è proprio un bel nome!».
A queste parole sul volto di Rebecca si riaccese all’istante il sole e tutto finì in un caldo abbraccio. Poi Gustavo rientrò in casa fiero per aver avuto in dono da Dio una bambina buona e delicata come una rosa.

Ogni giorno la piccola andava a trovare il suo Pachi; gli dava da mangiare e lo portava fuori per una passeggiata nei lunghi viali alberati. Non lontano da casa c’era anche un bel lago dalle acque sempre limpide, dove Rebecca amava specchiarsi e così insegnò a fare anche al suo bellissimo Pachi. Ogni volta, però, che il piccolo asino vedeva la sua immagine riflessa nell’acqua cominciava a ragliare più forte e diventava più triste che mai. Non ne voleva proprio sapere di essere un asino e più il tempo passava più ci si sentiva: le orecchie si erano fatte lunghissime, la coda era ormai come una lunga corda col ciuffo, il colore del suo mantello grigio-grigio come quello di suo nonno… e poi ormai aveva un anno, era un adulto! L’idea di poter un giorno diventare come il cavallo bianco e sempre tirato a lucido del suo padrone doveva ormai abbandonarla. Senza alcun dubbio era e doveva essere un asino!

In uno degli ultimi giorni di quel freddissimo dicembre Pachi rimase chiuso nella stalla per tutto il giorno perché fuori nevicava e Rebecca era stata costretta a rimanere in casa anche per il forte vento. In quella stessa notte mentre tutti dormivano, tranne Pachi, all’improvviso si spalancò la porta della stalla. Entrò un uomo, sembrava preoccupato, diede un rapido sguardo a tutta la stalla e senza dir nulla sparì di nuovo e poco dopo rientrò portando con sé una giovane donna. Lei si lamentava, l’uomo uscì ancora una volta fuori dalla stalla, forse in cerca di aiuto. Poco dopo si udì un vagito e finalmente il lamento della donna si tramutò in un lungo sospiro e al Cielo salì una dolce preghiera. Solo allora si accorse di non essere sola nella stalla, guardò a lungo il piccolo Pachi e lo invitò a farsi più vicino per riscaldare il cuore del suo bambino. Pachi lanciò subito uno sguardo d’intesa ai suoi compagni e al bue che era in un altro angolo della stalla e si strinsero tutti pian piano intorno al bambino e alla sua mamma. Intanto, l’uomo che aveva sentito il primo vagito di suo figlio, rientrò all’improvviso nella stalla. «Maria! Gesù!», sussurrò con un filo di voce; guardò teneramente e poi cadde in ginocchio davanti a loro e pianse lacrime di vero amore. Per ore rimase lì a pregare in quel modo.
Il bambino, invece, già sorrideva. Cullato da quella tenera e dolce mamma, si addormentò beato nelle sue braccia e al suono di una dolce ninna nanna anche gli altri abitanti della stalla si addormentarono e dormirono beati e al caldo fino alle prime luci dell’alba.

A svegliare tutti fu il palpito d’ali di un angelo. La stalla era piena di pastori, pecorelle, doni… Tutto brillava e gli occhi di chi entrava, alla vista di quel bambino che già benediceva tutti con la sua piccola manina, si trasformavano in stelle. Tutto era canto e pace, tutto profumava di lavanda e pane. Tutti sorridevano, anche il piccolo Pachi! E la prima ad accorgersene fu Rebecca che intanto si era precipitata nella stalla incuriosita dal via vai che c’era stato nella notte e attratta dall’insolita azzurrità e dalla luce di quel cielo abitato da angeli, stelle e fiocchi di neve.
Rebecca salutò Gesù ringraziandolo per aver fatto sorridere il suo piccolo Pachi, guardò il volto di quella giovane madre e pensò di non aver mai guardato un volto più bello, poi lo sguardo si posò su quello fiero e silenzioso di Giuseppe, comprese che le preghiere più belle sono quelle senza parole e per la prima volta pensò al volto di Dio.

Pachi sorrideva davvero! Aveva riscaldato per tutta la notte il cuore di Gesù e per la prima volta in vita sua si era sentito felice di essere un asino. Da quel giorno divenne l’asino più ubbidiente e volenteroso del paese. A volte lavorava dalla mattina alla sera senza mai fermarsi, quando però Gesù aveva bisogno di lui lasciava ogni cosa per seguirlo. Rebecca sapeva che la felicità del suo asinello era stare con Gesù e per questo ogni volta lo lasciava andare e ogni volta aspettava con gioia il suo ritorno. Fu così che Pachi seguì Gesù fin sulla Croce felice solo d’amarlo.
«Ti porto oggi stesso con me in Paradiso – gli sussurrò da lassù – e ogni anno sarai accanto a me in ogni Presepe».

Copyright © 2013
Per tornare alla pagina precedente


 HOME PAGE