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SEZIONE C: RACCONTI - FIABE - NOVELLE
Rosa Parlato di Piano di
Sorrento (NA)
per il racconto
PACHI, L'ASINELLO DI OGNI PRESEPE C’era una volta un asino triste per essere nato “asino”.
Guardava quelli come lui e piangeva. Non voleva fare la vita che facevano loro:
Sansone, suo cugino, che tutti chiamavano Sonny, trasportava sacchi di farina
dalla mattina alla sera ed Ercole, l’amico suo del cuore, era impiegato senza
sosta per portare materiale di risulta attraverso le viuzze e i vicoli più
stretti e disastrati del paese. Ogni giorno la piccola andava a trovare il suo Pachi; gli dava da mangiare e lo portava fuori per una passeggiata nei lunghi viali alberati. Non lontano da casa c’era anche un bel lago dalle acque sempre limpide, dove Rebecca amava specchiarsi e così insegnò a fare anche al suo bellissimo Pachi. Ogni volta, però, che il piccolo asino vedeva la sua immagine riflessa nell’acqua cominciava a ragliare più forte e diventava più triste che mai. Non ne voleva proprio sapere di essere un asino e più il tempo passava più ci si sentiva: le orecchie si erano fatte lunghissime, la coda era ormai come una lunga corda col ciuffo, il colore del suo mantello grigio-grigio come quello di suo nonno… e poi ormai aveva un anno, era un adulto! L’idea di poter un giorno diventare come il cavallo bianco e sempre tirato a lucido del suo padrone doveva ormai abbandonarla. Senza alcun dubbio era e doveva essere un asino! In uno degli ultimi giorni di quel freddissimo dicembre Pachi
rimase chiuso nella stalla per tutto il giorno perché fuori nevicava e Rebecca
era stata costretta a rimanere in casa anche per il forte vento. In quella
stessa notte mentre tutti dormivano, tranne Pachi, all’improvviso si spalancò la
porta della stalla. Entrò un uomo, sembrava preoccupato, diede un rapido sguardo
a tutta la stalla e senza dir nulla sparì di nuovo e poco dopo rientrò portando
con sé una giovane donna. Lei si lamentava, l’uomo uscì ancora una volta fuori
dalla stalla, forse in cerca di aiuto. Poco dopo si udì un vagito e finalmente
il lamento della donna si tramutò in un lungo sospiro e al Cielo salì una dolce
preghiera. Solo allora si accorse di non essere sola nella stalla, guardò a
lungo il piccolo Pachi e lo invitò a farsi più vicino per riscaldare il cuore
del suo bambino. Pachi lanciò subito uno sguardo d’intesa ai suoi compagni e al
bue che era in un altro angolo della stalla e si strinsero tutti pian piano
intorno al bambino e alla sua mamma. Intanto, l’uomo che aveva sentito il primo
vagito di suo figlio, rientrò all’improvviso nella stalla. «Maria! Gesù!»,
sussurrò con un filo di voce; guardò teneramente e poi cadde in ginocchio
davanti a loro e pianse lacrime di vero amore. Per ore rimase lì a pregare in
quel modo. A svegliare tutti fu il palpito d’ali di un angelo. La stalla
era piena di pastori, pecorelle, doni… Tutto brillava e gli occhi di chi
entrava, alla vista di quel bambino che già benediceva tutti con la sua piccola
manina, si trasformavano in stelle. Tutto era canto e pace, tutto profumava di
lavanda e pane. Tutti sorridevano, anche il piccolo Pachi! E la prima ad
accorgersene fu Rebecca che intanto si era precipitata nella stalla incuriosita
dal via vai che c’era stato nella notte e attratta dall’insolita azzurrità e
dalla luce di quel cielo abitato da angeli, stelle e fiocchi di neve. Pachi sorrideva davvero! Aveva riscaldato per tutta la notte
il cuore di Gesù e per la prima volta in vita sua si era sentito felice di
essere un asino. Da quel giorno divenne l’asino più ubbidiente e volenteroso del
paese. A volte lavorava dalla mattina alla sera senza mai fermarsi, quando però
Gesù aveva bisogno di lui lasciava ogni cosa per seguirlo. Rebecca sapeva che la
felicità del suo asinello era stare con Gesù e per questo ogni volta lo lasciava
andare e ogni volta aspettava con gioia il suo ritorno. Fu così che Pachi seguì
Gesù fin sulla Croce felice solo d’amarlo.
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