PRIMO CONCORSO NAZIONALE
Poeti e Scrittori Uniti in
Beneficenza
«Hai sentito cosa si dice giù al porto?»
«Si dicono tante cose al porto, Amud. Qualunque cosa sia sarà presto
dimenticata».
«Non è come le altre volte, padrone. Ormai non si parla che di questo Gesù».
Non ho replicato e ho continuato a prepararmi.
«Dicono che sa ridare perfino la vista ai ciechi! - ha aggiunto il mio servo con
enfasi -. Tu cosa ne pensi».
«Penso che sia un altro di quei visionari che vanno in giro a sobillare il
popolo».
«A fare cosa?».
«A cercare guai» ho risposto.
«Ma le folle lo amano e lo seguono…».
«Adesso passami i sandali, Amud, o farò tardi». Mi sono avvolto nel mantello e
sono andato al porto, come ogni giorno.
Quella mattina un insolito brusio animava la fila di uomini, poco desiderosi
di vedermi, che si era formata davanti al mio banco. Eccolo, è lui. È Gesù! Ha
gridato un ragazzo, all’improvviso. Circondato da una folla vociante Gesù si
dirigeva con sicurezza verso la sinagoga, mentre alcuni pescatori, anch’essi di
Cafarnao, cercavano di creargli un varco tra la moltitudine che lo premeva da
ogni parte. Ho lasciato il banco e mi sono unito alla massa di disperati,
derelitti o semplici curiosi che lo seguivano. Mi sono bloccato davanti
all’ingresso. Avrei voluto sentire cosa aveva da dire agli scribi. Mi era stato
riferito che spesso li metteva in difficoltà. Ma io non potevo entrare: ero
impuro, un peccatore, un traditore. Ero Levi, il pubblicano.
Il sole cominciava a calare ed io contavo il denaro raccolto durante la
giornata. L’ho visto farsi largo tra la folla. Gesù si è fermato davanti a me e
mi ha guardato: c’era una luce in quegli occhi che aveva la forza di penetrare
gli angoli più bui del mio cuore, una luce accecante. Di colpo ho sentito un
calore intenso sprigionarsi dal petto.
Mi ha detto solo una parola: seguimi!
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