PRIMO CONCORSO NAZIONALE
Poeti e Scrittori Uniti in
Beneficenza
È una danza. Che inizia, come tutte, con un passo. Passi; che
si affrettano verso la montagna, verso la casa di una donna non più giovane, in
attesa di un figlio. Vi giunge una giovane fanciulla, sua parente. Ella sa che a
volte, i piani di Dio sono esigenti…
«Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi!».
Varcando la soglia Maria saluta Elisabetta e l’anziana madre comprende tutto.
Sente dentro di sé un sobbalzo di letizia: è il bambino che aspetta, che le
rivela che anche l’Ospite è in attesa di un Figlio…
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto
queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli».
Questo profeta è più piccolo dei piccoli; i suoi occhi non ancora aperti vedono
qualcosa di mai visto: un Tempio vivente, non edificato da uomo e che all’uomo,
incredibilmente, si avvicina.
«Costruisci un Santuario al Signore» recita la Legge; e Maria «che ha creduto»,
custodisce nel suo stesso corpo la Presenza del Signore ed è Lui stesso che ne
ha creato la santità e la purezza.
Non occorre più edificare torri altissime e spargere sangue di sacrifici!
Due donne, e due bimbi per giunta non ancora nati, restituiscono a Dio il dono
della carità e della misericordia ricevute; e dire che per allora non contavano,
socialmente, nulla.
Cresciuto, da “grande”, il profeta Giovanni chiederà a Gesù: «Ma sei proprio
tu?» come pensando, come spesso anche noi facciamo, che sia Dio quello da
guidare, il bambino che sbaglia tutto…
Ma, chiuso nel grembo della madre, lui l’aveva riconosciuto il Messia!
Elisabetta “piena di Spirito Santo” benedice Maria, proseguendo la danza…
Danza che si conclude con un inno alla gioia, il più bello mai scritto…
«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio
salvatore!».
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