PRIMO CONCORSO NAZIONALE
Poeti e Scrittori Uniti in
Beneficenza
Pietre, spuntoni di roccia e radi arbusti mi tengono
compagnia, guardo il pianoro sottostante: in lontananza la chiesa dedicata a San
Giacomo, di fronte il Krizevac, sono alla ricerca di un segno, alcuni hanno
visto il sole sdoppiarsi o roteare, la croce sul monte fiammeggiare, altri
ancora delle scritte in cielo, per me niente di tutto questo, solo delle nuvole
che si librano come un bianco gregge al pascolo. Sono deluso, quasi mi chiedo
cosa sono venuto a cercare in questo posto, mi hanno quasi trascinato:
«Senz’altro troverai una risposta alla tua angoscia». Angoscia e delusione nel
sentirsi dire: «Non ti amo più». Proprio così e la fine di promesse e speranze.
Continuio a salire con la mia rabbia: in questo momento vorrei bruciare il
mondo! Ecco sono giunto sul Podbrdo: uno spiazzo circolare disseminato con tante
croci, lì la Madonna si è mostrata per la prima volta ai veggenti; c’è chi prega
in ginocchio, qualcuno allungato per terra, quasi a volersi annullare, altri
silenziosi e assorti.
Mi siedo, avverto un leggero vento e in esso quasi una voce o come un sussurro
di canto melodioso, sarà qualcuno che prega o canta, mi sovviene di pensare, mi
guardo intorno, mi accorgo per un momento che sto perdendo la cognizione del
tempo, mi avvolge una nebbiolina azzurrognola che mi sta trasportando in alto
verso quelle nuvole e da quell’altezza sembra poca cosa la terra con le sue
angosce e una sensazione di pace, di grandissima pace è in me, non capisco cosa
mi stia accadendo, ma sono felice come non lo ero mai stato.
Qualcuno mi chiama e mi scuote:
«Dormi? Su, dobbiamo andare».
Mi alzo, mi sembra di volare, e, mentre scendo, comincio a salire un sentiero
diverso con una luce nuova nel cuore.
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