SECONDO CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE
Poeti e Scrittori Uniti in
Beneficenza
1° PREMIO
Gaetano Lo Castro
di Fiumefreddo (CT)
per il racconto
MARCO, IL LEONE ALATO
“Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso
soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono.
Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.”
Marco (14, 51-52)
Giardino di Getsemani, sera del giovedì pasquale del 33 d.C.
Il soffio dello scirocco faceva fremere le fronde degli ulivi. Tra gli alberi
s’insinuarono passi furtivi e voci sommesse. Parecchie persone armate con spade
e bastoni, guidate da un giudeo. Parevano dei cacciatori in cerca di una preda
pericolosa. Un adolescente, che dormiva avvolto in un lenzuolo sotto un ulivo,
si svegliò e incuriosito li seguì di soppiatto.
“Quello che bacerò, è lui; catturatelo”, sibilò il giudeo agli altri.
Li condusse a una radura. C’era una dozzina di uomini. S’avvicinò al più alto e
gli diede sulla guancia un bacio di ghiaccio.
“Amico, per questo sei qui”, disse al suo discepolo il Maestro.
La turba gridando l’aggredì e lo legò. I suoi undici seguaci lo abbandonarono e
fuggirono. L’adolescente, nascosto dietro un tronco, incontrò il suo sguardo.
Emanava energia virile e mitezza d’agnello.
“Ma che v’ha fatto di male?” esclamò uscendo allo scoperto.
Alcuni lo afferrarono, ma il ragazzo si divincolò e scappò svelto come un
leoncello. Il lenzuolo caduto sembrava due ali, non ancora adatte a volare.
Alessandria d’Egitto, alba del venerdì di Pasqua, seconda metà del I secolo d.C.
La brezza di mare faceva fluttuare la chioma d’ulivo protesa su una casa
modesta. S’udirono pugni alla porta e voci imperiose. Soldati scortati da gente
vociante. Parevano cercare un criminale. L’uomo dentro si destò e aprì.
“Sei tu il vescovo Marco?”
“Sì, della Chiesa di Cristo!” disse con tono leonino.
Lo legarono a una biga e lo trascinarono a velocità per le vie della città. Lo
sventolante manto insanguinato sembrava ali, pronte a prendere il volo verso il
cielo.
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