Quando mia madre mi partorì era già in età avanzata.
L’arcangelo Gabriele lo aveva predetto a mio padre: «Tua moglie Elisabetta
partorirà un figlio e gli porrai il nome di Giovanni. Egli sarà un uomo pieno di
Spirito Santo e il suo compito sarà quello di convertire i molti figli d’Israele
e far rispettare loro le leggi di Dio».
In quel tempo Erode era il re della Giudea. Quando raggiunsi l’età della ragione
seppi che fece sterminare l’intera fascia di bambini maschi di età inferiore ai
due anni per evitare che fra loro si nascondesse colui che lo avrebbe scalzato
dal trono. Fu una strage senza precedenti: i soldati passarono con la spada
migliaia di bimbi innocenti e così fu anche per coloro che, come mio padre, si
rifiutarono di svelare loro il luogo in cui avevano nascosto i propri figli.
Io sono Erode Ascalonita il Grande: guai a chi osa
usurparmi il trono! Ci hanno provato in tanti e a tutti ho fatto fare la fine
che meritavano. Persino Mariamne, mia moglie, e quella strega di sua madre,
Alessandra, e quei cognati fessi, hanno tramato alle mie spalle; poveri idioti,
pensavano di essere dei furbi, complottavano per spodestarmi dal trono e far
salire i nostri figli, Alessandro e Aristobulo. Non ho avuto alcuna pietà: li ho
eliminati uno ad uno dalla faccia della terra.
Io sono Erode Ascalonita il Grande: di me se ne ricorderanno le generazioni a
venire. Qui in Giudea tutto parla di me. Ho edificato città, costruito fortezze
possenti, ho arricchito Gerusalemme di bellezze artistiche, ho ampliato il
Tempio di Giove. L’imperatore Ottaviano è fiero di me, l’esercito mi segue, ho
ottenuto vittorie e meriti che resteranno nella storia.
Il tutta la Giudea non si fa altro che parlare di Gesù. Si
dice che sia un profeta, ma in cuor mio so che egli è qualcosa di ben più
grande: è il MESSIA!
Ho vissuto per anni nel deserto per fortificarmi nell’anima e nel corpo, e
quando mi sono sentito pronto per la missione che mi è stata assegnata ho
cominciato a girare la regione intorno al fiume Giordano e a predicare un
battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati. «Io vi battezzo in acqua,
ma verrà colui che è più forte di me, al quale non son degno di sciogliere il
legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
E finalmente è accaduto! Quando me lo sono trovato di fronte, umilmente
inginocchiato per ricevere il battesimo, l’ho abbracciato commosso e gli ho
chiesto perdono per aver osato io, comune mortale a osate tanto. In quel momento
il cielo si è aperto e lo Spirito Santo è sceso su di lui in forma corporea come
una colomba. Una voce dall’alto ha tuonato: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te
mi sono compiaciuto».
L’amore che nutro per la dolce Erodiate è più forte delle
tante critiche ricevute. L’ho sposata in barba al diritto religioso ebraico che
ritiene illecita la nostra relazione per il solo fatto che ho ripudiato la mia
prima moglie, ma...
Io sono Erode Antipa, re della Giudea: qui vige la legge di Roma e tutti devono
rispettarla. Ho messo a tacere quel fanfarone di Giovanni detto il Battista
ritenuto “profeta” da quella massa di imbecilli: un po’ di carcere gli farà
bene, servirà a rischiarargli le idee.
Questa sera la mia splendida sposa ha programmato in mio onore una gran bella
festa con canti, danze e spettacoli di ogni genere; la sua giovane figlia,
Salomè, mi ha davvero incantato. È una fanciulla che sta sbocciando in tutta la
sua bellezza e seduzione, e ha voluto dedicarmi la danza dei sette veli. La sua
grazia, la sua armonia, il suo candore mi hanno talmente ammaliato che alla fine
le ho permesso di chiedermi qualsiasi cosa. Con mia somma sorpresa ha risposto:
«Portami qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista…».
Quando mi è giunta la notizia che Erode Antipa si era unito
in matrimonio con Erodiade, sono intervenuto con durezza e l’ho rimproverato
pubblicamente. Per noi ebrei la legge di Dio è l’unica che conta, non ammette
che un uomo sposi sua cognata quando il fratello è vivente e non concepisce il
ripudio del marito da parte della moglie anche se per il diritto romano è
lecito. Le mie parole sono piombate come macigni in tutta la Giudea e hanno
creato sollevazioni popolari: la gente le approva e sono già molte le proteste
di piazza; per questo sono stato arrestato, incatenato e gettato in prigione
come un delinquente comune. Ma non ho paura, so di aver agito nel giusto e
difeso la legge dei nostri padri: Erodiate ed Erode hanno commesso un
sacrilegio, il loro matrimonio è illecito e incestuoso e la furia divina si
abbatterà su di loro.
SINOSSI - Secondo quanto riportato dai vangeli il matrimonio tra Erodiade e
Antipa era stato rimproverato aspramente da Giovanni il Battista (cf. in
particolare Mt 14,4; Mc 6,18-19). Le sue parole avevano suscitato in Erodiade un
odio talmente profondo da spingerla ad architettare un piano criminale per
eliminarlo. Convinse la giovane figlia Salomè ad esibirsi nella danza dei sette
veli e, subito dopo, chiedergli la testa del Battista.
Dopo quei fatti Erode Antipa si recò a Roma dall’imperatore Caligola per
reclamare il titolo regale. Caligola invece, che aveva ricevuto delle lettere di
accusa contro di lui, non solo gli tolse la tetrarchia, ma lo fece deportare in
Gallia con la moglie, dove morirono in esilio a Lione.