ASCOLTA
di Ines Scarparolo
POVERTÀPovertà ricca di sogni che abbracciavi i miei anni più acerbi. Povertà fatta di tesori senza valore, divisi con chi mi era amico... Lunghe serate trascorse a parlar di arte e di cultura, a far qualche acquerello, a recitar qualcosa per far addormentare i più piccini... Passeggiate fra i monti, colme di gioia e canti, preghiere al capitello che la vetta vegliava. amicizie profonde, nate scoprendo il mondo... Quanto vorrei tornare ai bei giorni passati, all'armonia di allora. Nell'abbondanza di oggi, nell'egoismo che oscura, talvolta, i miei giorni borghesi, mi ritrovo a desiderarti, mia ricca povertà. ABISSO Tutto, attorno a me, si spezza. Sfumano le immagini del mio mondo: ecco, son solo ombre. La disperazione esplode, mi trascina nell'abisso della malinconia. TEATRO La vita mi sorrideva, allora. Suoni, fragranze, giochi di bimbi, amicizie e amori. Era caldo l'abbraccio del sole, amica, mi consolava la notte. Ed io, colma di speranze, percorrevo il mondo. E poi, la fine... Rimpianto e rabbia hanno imprigionato la mia mente, la tristezza mi rende ingrata e amara. Nel mio mondo, teatro di carta dipinta, la scena è cambiata e io recito, rassegnata, la tragedia dell'uomo. CADONO Cadono, uno a uno, i petali dei miei giorni: carezzati, vissuti, gettati. Li cercherò, uno a uno, quando la mia notte giungerà a schiacciarmi con il silenzio. Lo starne spoglio della mia anima ferita li riaccoglierà, uno a uno. E troverò la quiete nel tepore dei ricordi. ATTESA Ritorna in me una tranquilla attesa, una dolce speranza per il mondo e per le anime dei «sempre sconfitti». Più non fremo, più non soffro, più dolce è il passaggio in questo spazio angusto dove stanche figure scivolano e mi sfiorano. Odo fruscii di voci, armonie, infin silenzio che dà significato al tutto. è in me stessa la pace, da me ho strappato lacrime e rabbia. RISVEGLIO Mi sono ritrovata nel mondo, risvegliata dopo un lungo sonno. Ho aperto il cuore alla gioia di riscoprire me stessa. Nulla più potrà derubarmi della voglia di vivere. PIOGGIA Petali che cadi sulla terra riarsa, picchietti allegra su un tappeto di foglie. La notte è quieta e, lieta, ti ascolto. Vorrei, come un elfo, saltellare qua e là, assaporare con gioia le gocce sul volto, bagnare il mio corpo sotto i tuoi freschi scrosci, sfogare la mia tristezza sotto la musica delle nubi. La notte è buia, il mio corpo si trasforma e leggero volteggia, armonioso. Una pozzanghera, illuminata dalla luna, mi fa apparire bella. Cade la pioggia con melodia, scende sui balconi serrati di ogni casa. Rallenta, ormai. Le gocce si fan rade. Nell'aria brillano un'ultima volta poi ricadono a terra. Contemplo con amore il mondo: sola, io e l'universo. SONO FRAGILI LE TUE ALI Nel tuo bozzolo dorato ti rifugi. Per difesa. La tua mente crea fantasmi. Soffri. Con il tuo filo di seta t'incateni all'irreale. Piangi. Nello strazio tu cancelli ogni dono della vita. Tremi. Lente scorrono le immagini del sogno. Hai paura. Aggrappati alla speranza e cancella il dolore. Ti prego, sorridi. Trasformati e... vola! Ma sono fragili le tue ali, farfalla. GUERRA Un lamento sommesso, continuo, straziante, copre il mortaio che uccide il fratello. Vestita di rabbia, la guerra si nutre di morte e di sangue. ODIO, E PAURA... Si recita sul campo! Bardati a lutto, gli attori sussurrano vergogna e dolore. Ieri, oggi, domani... BABYKILLERS La vostra innocenza ha cavalcato la perfidia, i vostri giochi hanno mutato in sangue l'acqua del ruscello. Ho cercato, invano, di carpire un sorriso ma mi sono rispecchiata in un ghigno beffardo, amaro. Dove si è celata la trasparenza in cui annegava il vostro sguardo? Forse si è dissolta alla crudezza del reale o giace in oscuri e freddi anfratti che gli angeli rifuggono. E voi, virgulti di ieri, fanciulli senza speranze di oggi, già avete infranto i sogni alla sorgente della vita. DIVERSI Occhi che sfuggono: le luci della strada feriscono, impietose. Passi lenti, ombre che strisciano, protette dai muri. Espressioni angosciate che riflettono il dolore del mondo. Sorriso vuoti che celano la sconfitta in un'impari lotta. Mani che si levano, che toccano attorno e sfiorano immagini di un sogno. Parole mozze che cercano un pensiero e riempiono il silenzio. Imbarazzo e paura che opprimono il petto quando il buio esplode. SOLITUDINE straziante nel percorrere la via che conduce al domani. ECSTASY Combinati elementi chimici: miscuglio esplosivo... liberi LIBERI LIBERI sfrenato ritmo trascinante impellente piacere... sballo SBALLO SBALLO danno neuronale psiche alterata turbe caratteriali Mamma, non piangere... Vedi? è solo una pasticca colorata la mia LIBERTà! PASQUA 2000 Non serve una croce per il Cristo del 2000, né chiodi infissi con laser. ...data la particolare crudezza delle immagini, se ne sconsiglia la visione ai minori... è sufficiente una tanica di benzina ecologica. Non necessitano grandi spazi. Cristo, il clochard: per croce un marciapiede. Peccato! Manca la pia donna per la scena madre. Dinanzi a una Chiesa, (UDITE: LA CHIESA DEI POVERI!) ha inizio una nuova Passione. Passione di pulizia etnica, che non lascia rifiuti. Amen. VORREI Vorrei non essere qui, stasera. Vorrei osservarti soltanto, da lontano. Vorrei percepire il tuo disagio: è inusuale che io non ci sia... Vorrei vederti camminare su e giù, nervosamente. Vorrei che capissi anche tu la solitudine. Vorrei non essere qui, stasera, almeno per una volta. FORSE Forse sono tuoi i passi che odo percorrere il sentiero, frettolosi, spavaldi. Forse è tua la voce che mi giunge frammista a risate, audaci, sfrontate. Amico mio, dolce compagno di un tempo, non ti so più scorgere, sai... Si addensano, ormai, grigie le nubi attorno al monte e la mia mente ti percepisce soltanto come ombra, in un ricordo sempre più lontano. E intanto gridano, sul lago, le Anitre Selvatiche e si spezza il mio malinconico smarrimento. Forse è mio il pianto che scavalca ogni altro suono, cercando di strappare le mie angosce. ASSURDAMENTE Assurdamente temo le ore della notte quando mi opprime il silenzio e mi cinge la solitudine. Rabbiosamente cerco qualche segno che ancora mi parli di te. Ipocritamente mi dico che non vi è paragone tra un legame forzato e la mia libertà. Innaturalmente mi chiudo nello sterile grembo di ore non vissute. SOTTO IL BOSCO DI CONIFERE Argento nell'acqua, sotto il bosco di conifere. Fiori e fili d'erba giocano sulla mia pelle. Danzano gli insetti nell'aria che sa di verbena. Sussurra il vento, scivolando tra i pini. stesa sulla riva, mi abbandono al ricordo dei tuoi baci. I miei occhi non catturano che un riflesso d'argento nell'acqua, sotto il bosco di conifere. LA CAREZZA DI DIO Valle benedetta da riverberi dorati, protetta da vette che catturano il cielo. Sospiro d'immenso che mi conduce in alto sulle ali di un'aquila libera e audace. Fremito di vita che dalla terra sale, lasciandomi dentro la carezza di Dio. FRUSCIO Carezza lieve del vento sfiora la pelle bruciata dal sole: finisce l'estate. Fruscio di foglie secche, calpestate, spezzate. Sul suolo frammenti di caldi colori: inizia l'autunno. PETALI DI ROSA Tra le mani ho racchiuso vellutati petali di rosa. Li ho gettati a manciate lungo le vie, ricoprendo il cemento di fragranze e colore. Su quel soffice prato ho adagiato i miei sogni ed ho atteso che il vento li facesse danzare. Poi, a terra caduti, li ho raccolti, uno a uno. Ora, polvere di sogni e petali di rosa mi riempiono le mani ma non c'è più profumo. RUGIADA Una goccia di cristallo, sospesa sul filo d'argento che un ragno ha tessuto accanto a una rosa, racchiude i riflessi di un'alba radiosa. La mano di un bimbo la sfiora, leggera: si spezza il diamante lasciando, sul fiore, brandelli di sogno di un piccolo cuore. ATTORNO A ME Una delicata fragranza di fiori di lavanda, un fresco profumo di pulito tra i panni riposti nell'armadio di cedro. Il pavimento di marmo consunto, tirato a specchio, odora di cera. Una dolce Madonna, dipinta su seta, osserva dall'alto il gran letto d'ottone, coperto da caldi piumini. Ricordi sfocati di momenti lontani esplodono in me. Mi afferrano calde sensazioni e mi sfiora... il sogno. L'ECO DI UNA PREGHIERA E illanguidisce il giorno. Un angelo di pietra invoca fede al cielo e, sul campo di croci, una brezza leggera porta sussurri di voci lontane. Si chinano i cipressi alla carezza del vento, ombre si allungano sulla terra scura. Preme attorno il silenzio. Un rintocco di campana sfiora i miei ricordi mentre, dolce, cala la sera. Nell'aria che conserva il tepore del giorno, mi giunge, dolce, l'eco di una preghiera. HISTORIONES Sorrisi, forzati. Convenevoli che paiono condoglianze in un triste pomeriggio all'ora del tè. Maschere di dolore che si nascondono dietro il cerone della naturalezza. Lacrime di piombo che purificano la nuova ignominia dell'anima devastata dal rifiuto della vita. Parole pacate, monotone. E lo strazio esplode, infine. In un triste pomeriggio, all'ora del tè, viene gettata la maschera. La commedia è finita.