Tenero fiorellino di campo,
per te impazzivan le farfalle,
il cuore mio traboccava d'allegria.
Vola tranquillo fagiano solitario,
posati sicuro nel tuo campo prediletto
e becca senza affanni.
Lasciatela così questa natura.
Lasciatela col dolce canto d'usignolo.
Che le sue note d'oro
si fondino nell'aria, in un silvan concerto.
Che il passero sul ramo, davanti a casa mia,
si fermi ad osservar giocar la bimba mia;
poi scenda a beccar la briciola di pane.
Lasciatela così questa natura.
Alghe marine, che state in fondo al mare,
bevete ancor salsedine,
non velen di mare.
Quant'è triste un mercantile
che lascia scure chiazze di petrolio.
Com'è bella una vela gonfia e carica di vento.
Lasciatela così questa natura.
E non giocar per strada
col pallone,
o sfortunato bimbo di città
ma corri, corri, corri a perdifiato,
corri nei prati,
a calpestar con gioia erba novella.
Lasciatela così questa natura.
E non la volta grigia su nel cielo,
non il fumo,
non le ciminiere.
Noi rivogliamo trasparente il cielo:
desideriamo riveder le stelle,
che nelle notti chiare, sussurrano l'amore.
Lasciatela così questa natura.