Tu onda,
io gabbiano nell'infinito
Felice Osio
Tacito irrompe il firmamento gravido di stelle mentre il mare spande acuti d’amore e la luna assume il sospiro dell’anima. La vita vaga trascinata dal vento dal suo soffio freddo che apre le porte all’inverno ma arde il cuore su pietre arse dal sale. E pensavo d’incontrarti sul greto sottile del mio sogno, fermarmi sulla pista sbiancata delle tue mani tra i valichi del tuo sorriso. Forse non esisti e non esisto ma avverto la tua assenza; galleggiano i tuoi silenzi, aguzzi, quasi a scalfirmi. Credo in te e in nulla. E non importa dove siamo e che distanza ci separa so che prima o poi c’incontreremo e le ore non saranno più stanche. E siamo qui, tu onda, io gabbiano nell’infinito l’avvento d’un canto nella stagione dei voli un sigillo di poesia nel tempo dei poeti. Nell’accento rosato del cielo, attendimi, sarò carezza d’ali sulla tua rotta increspata e, finalmente, avremo lo stesso colore.Copyright © 2001