Iolanda Serra C’è chi vive sotto un cielo stellato sotto un cartone più volte riciclato. C’è chi vive in mezzo metro quadrato, in dieci in venti, sotto un unico afflato. C’è chi vive in fatiscenti ghetti senza ricordi, coperte o letti. C’è chi vive per le vie del mondo da solo, per scelta o perché nato vagabondo. C’è chi vive fra la terra e il fango senza nemmeno per la sua scuola un banco e ci sono tanti che vivono di poco e di niente e tanti che vivono per niente affatto se chiamasi per noi Vita una casa, un lavoro, un familiare affetto: ma di tutti questi nessun povero c’è povero poi e... di cosa? In questa civiltà di solitudini a iosa stressati, disperati, abbandonati, annoiati o da soli autocondannati, in cui il tanto vale meno di un niente; in questa civiltà i poveri son questi, a desiderare in tanti, travolti da catene di rancori e rimpianti, anche una semplice, leggera povera... poverissima... carezza sul cuore, perché son loro, i poveri d’amore, a vivere, senza pietà, la più vera e tragica... desolante povertà! Copyright © 2001
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