MARIA FRANCESCA GIOVELLI - 3ª classificata nella Sezione A3 del Gran Premio Letterario Italiano «Penna d'Autore»

LA FOGLIA DEL CILIEGIO
Aveva fette di pane
tagliate sul tavolo in cucina
e una lunga catena di rosari
per sfidare il silenzio della notte
dare pace alla luce ogni mattina.
E mi sorprendeva di risate
ogni sera nel buio delle scale,
era scherzo divertito, corsa sorda
di pantofole tagliate;
e sapeva mostrarmi la montagna
solo all’ora più rossa della sera,
s’incendiava di buccia di castagna
la fiamma nella stufa, luce nella notte nera.
Poi quel giorno l’ho pregata di tornare;
ma il suo gesto di saluto era sorriso
ruga sciolta per sempre sulla mano,
pelle liscia la cera del suo viso.
E così l’ho lasciata sulla soglia,
era autunno dai rami del ciliegio
volteggiava nel silenzio una sua foglia.

ULTIMO VIAGGIO
Non sarà buio
questo tuo ultimo viaggio
è rimasta una luce
e ti ha regalato il suo raggio
e non si farà notte
il bianco chiarore del giorno,
anche se l’hai salutato
rimane e ricama
di foglie di vite
il fitto pergolato.
E dimenticata aperta rimane
vuota la tua finestra,
ma non c’è vento, è silenzio
ed oggi è giorno di festa;
e poi sono certa non sei lontano,
soltanto pochi metri più in là
respiri più piano...
Alla cappelletta, al suo cancello
la tua mano
mi porge la pace di una preghiera
nella trasparenza d’estate
sul far della sera.

OTTO MARZO (a C.)
Nel marzo riflesso
al primo raggio di sole
ti abbiamo accompagnata;
avevamo negli occhi un sottile dolore
e nel pensiero quel delicato sorriso
di un’ora e di una sera
che abbiamo condiviso.
In questa piccola città
anime di portici e vetrine,
nel giallo di puntiformi mimose,
seguivano in silenzio
quel nastro, quel mazzo di rose.
Ora la parola tace
limpida, nel suono di una voce,
ma appare più chiaro
ed ancora più vero
quell’ultimo gesto di saluto
già lontano e leggero.
Forse rimane
nella sera d’estate lungo un viale
nel lontanissimo sussurro
di un canto di cicale.

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