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TERZO PREMIO: Mara D'Alessandro di Torino
LA SPERANZA Ho visto un castello sulla sabbia. Il mare tremolava, scintillava tra le torri e i ponticelli. Pensavo alle fantasie, alle emozioni che lo avevano creato, desideravo che ad abitarlo fosse la speranza, la speranza di un futuro che non teme l’insidia dell’onda. La speranza rivolta alla riva, alla terraferma, con la sua spuma intreccio di sogni. E quasi la vedevo la speranza, in ascolto del fruscio della risacca. Lei lo sa che finirà quel castello cosparso di conchiglie, ma non teme. Socchiude gli occhi la speranza e, silenziosa si culla sull’attimo che passa. TALITA KUM!(*) Dormivo avvolta nella paura del nuovo giorno. Dormivo per non vedere il volto della vita. Dormivo col desiderio di non svegliarmi più. Morivo mentre dormivo. Morivo mille volte nello spazio di un istante. Una mano ha preso la mia mentre morivo. Una voce è scesa in fondo al cuore: TALITA, KUMI! Qualcuno si è seduto accanto al mio dolore. Qualcuno mi ha chiamata. E mi ha svegliata. TALITA, KUMI! Attorno a me piangevano la mia fine. Ma lui non ha creduto alla mia morte. Fra molte voci la sua in un sussurro ripeteva: TALITA, KUMI! E svegliandomi ho visto il volto del Signore. Io l’ho visto. Ho visto il volto del Signore. L’ho visto negli occhi di chi non ha creduto alla mia morte E mi ha guarita dal mio dolore. (*) Fanciulla, te lo ordino: alzati! (Vangelo Marco, 5-41) BAMBINO COI BAFFI Ti guardo trepida. La tenerezza incontenibile incontra i tuoi lunghi occhi ovali. Bambino coi baffi, tu parli al mio cuore. Bambino coi baffi come te, se ti è dato ricordare, come te sulla mia spalla, fragile, indifeso, oggi io mi sento ... Bambino coi baffi... Le punte delle dita scivolano in una carezza senza fine e tu... tu mi guardi e, in un sussurro vorrei chiederti se nel tuo corpo di gatto, per sbaglio o per amore abita un bambino. Un bambino che per gioco o per paura si nasconde dietro i baffi, e con gli occhi che si chiudono, dolcemente, risponde al mio parlar d’amore.
Copyright © 2005
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