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TERZO PREMIO TROFEO PENNA D'AUTORE IL GRANDE FIUME Incontro al sole scorrono i ruscelli con gli occhi azzurri carichi di luce e cantano vibranti al cielo terso la gioia incontenibile tra i sassi. E scendono veloci già dal monte mostrando l’irruenza giovanile tra i boschi e i prati verso la pianura e gonfiano improvvisi il grande fiume. E lui raccoglie queste primavere ancor selvagge e forti nel suo grembo e poi le sfibra tra i meandri antichi portandole confuse verso il mare. Il grande fiume ha il passo lento e greve e vaga tra i frutteti e il grano d’oro, dischiude le sue braccia tra le valli sognando gli occhi azzurri dei ruscelli. Anch’io, sfinito, vago in questa terra e porto in me le nostalgie più care, immagine del grande fiume stanco che cerca la sua fine là... nel mare. IL TEMPO La magica penombra della notte porta al mio cuore l’ultima dolcezza d’una fiabesca melodia perduta che un pianoforte suona in lontananza. Si perdono le note nello spazio e, quasi per incanto, mi ritrovo avvolto nel respiro dell’eterno, nell’illusione tragica del tempo. Quel suono dice che non c’è un passato, e che l’arcano senso della vita non poggia sul presente o sul futuro, ma varca tutti i limiti: è un mistero. Il tempo è un solo istante ed è infinito, enigma impenetrabile per l’uomo, fluisce nello spazio senza fine, e si confonde con l’eternità. E passa come musica su tutto, sulla natura e sulla gente ovunque e lascia un segno a volte non compreso, ma carico di impulsi e di memorie. La musica che ascolto è nata ieri, e nasce adesso e porta in sé il domani e sfugge come il tempo e l’illusione di un sogno che alla luce si scolora. Un pianoforte suona in lontananza la sua fiabesca melodia perduta. Il cuore s’apre al tempo per gustare fugaci istanti di felicità. LO SPECCHIO Era una fiaba, c’era Biancaneve e la matrigna perfida bramava una risposta certa dallo specchio. E lui corrispondeva alle sue brame. Ed io sognavo e con la fantasia interrogavo anch’io lo specchio amico e già sentivo la sua calda voce rasserenarmi il cuore nel futuro. Di quella fiaba ormai rimane solo il fascino infantile di uno specchio, nell’illusione di sentire ancora quelle risposte tanto sospirate. Di quello specchio, scrigno di illusioni, non resta che un inutile riflesso, un lampo che t’inganna, un’apparenza, e un alito impalpabile lo appanna. Si spegne l’illusione nella vita davanti ad uno specchio che riflette soltanto quel che percepisce: il vuoto, il vuoto del mio cuore rassegnato. Per queste poesie Ramis Tenan ha ricevuto il Diploma di Terzo Premio,
la Targa con la piumetta in oro di Penna d'Autore e l’Antologia
del Premio con le poesie e i racconti finalisti. Copyright © 2006 |