Il tuo corpo
è ormai foglia al vento
trattenuta al ramo
da un esile picciolo.
La tua mente
è adornata ancora
di sottili pensieri
ma le gambe più non ti sostengono.
E le notti
tu hai occhi aperti nel buio
che vagano alla ricerca di un conforto
in un corpo-tronco senza radici.
In quelle notti
verrò a visitarti
e ti porterò sulle mie gambe
ti farò rivedere il vitigno e l’ulivo
ti porterò sotto il grande carrubo
dove mi facesti conoscere
il frutto dal mesocarpo dolce e carnoso
ma dal seme obovato durissimo...
Poi ci disseteremo
al pozzo dell’acqua sorgiva
dove l’eco della tua memoria
trasmuterà in anima!
RISACCA
In quella risacca
ascolto
- seduto sulla sabbia -
il respiro dell’onda:
in quel dare
e riprendere
protrarsi
e ritrarsi
alba e tramonto
all’orizzonte sul mare...
In quella risacca
accolgo
- ritto controvento -
il soffio marino:
in quell’attendere
e concedere
prendere
e fondersi
notte di stelle e luna
che alza la marea...
In quella risacca
- a piedi nudi sulla sabbia -
percettibile appena
il brivido...