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TERZO
PREMIO TROFEO PENNA D'AUTORE VORREI CHE TU PASSASSI Vorrei che tu passassi nei miei pascoli, ove incantesimi colorati profumino i tuoi piedi nudi. Vorrei che tu passassi fra la gente della mia città, nel grigiore opulento delle sue strade. Vorrei che tu passassi nella penombra dei miei boschi, ove il raggio di sole violenta fragili spessori di foglie e feconda il muschio selvatico che domani partorirà il suo fungo. Vorrei che tu passassi dentro l’anima e abbracciassi il mio cuore, dolce, come un bimbo spaurito. Vorrei che tu passassi sempre, ad ogni istante, per non dimenticare i tuoi occhi e il tuo sorriso e un giorno, quando tu vorrai, mi portassi via, con te. CASA DI RIPOSO Passo nel camerone a luce mitigata. Ti guardo, ombra lieve, sulla seggiola fattasi scheletro del tuo corpo. Stai, nell’abbandono di forze consumate. Dalla conca del grembo a tratti alzi la mano tremula di venuzze azzurre a ritoccare un ricciolo canuto che uno specchio invisibile mostra ribelle. Con occhi attoniti come bottoni opalini in asole rosse velate d’umidore, fissi la scena ove io passo. Il tempo non ti è più sorpresa, ma percorso concluso. Il tuo sguardo mi ferma, vicino, e ti sorrido. Mi dici: oggi mia mamma non è venuta. Ti dico: domani, nonna, verrà domani. Chini il capo e sussurri: domani, sì, domani. E ti assenti, come in volo, senza batter d’ali. Ti accarezzo, lieve, la guancia di bianco gesso rugoso. Sorridi appena, ad occhi chiusi: forse risenti la carezza antica della mano morbida di tuo figlio bambino. TU Sei il desiderio che mi sveglia il mattino. Sei il pensiero che mi sopisce la sera. Sei il sogno che mi culla la notte. Copyright © 2008 |