PRIMO PREMIO TROFEO PENNA D'AUTORE MEMORIAL SERGIO MARTINELLI SEZIONE B (poesie singole a tema libero) ROBERTO BRUCIAPAGLIA di Torino Ieri Era uno strappare a morsi la vita, gli occhi specchiavano le nuvole: a correre dietro un niente, a scavalcare ostacoli senza lasciare orma, mentre il sogno picchiava sull’uscio in punti di piedi. Si amava il tempo anche gettandolo dal finestrino della carrozza dai sedili di legno, o sdraiati a contare fili di fieno. Il passo riprendeva sempre contro le abitudini che piegano le spalle, a seguire un cielo che sembrava fuggire oltre l’orizzonte. Erano appunti lasciati a fiumi su pagine rimaste iniziate. Le parole cadevano, foglie multicolori che avvampavano illuminando il tempo che sembrava un tenero amante. Si è passato il confine dei giorni inquieti, rimangono favole sfilacciate dal vento e il sorriso dei papaveri che continua a stordire la mente. Questa stanza Ho amato questa stanza: un pugno di noci sul tavolo, margherite nel vaso sbeccato. Tendine di cotonina a tenere fuori le ombre. Il mondo era dietro la finestra. Il lunario, coi fogli mai staccati, vegliava dalla bianca parete. La stufa raccontava, piano, di tizzi fumosi e palle di carta. Si stringevano le voci, il tempo tratteneva il respiro. Erano lievi le dita a sfiorare ferite di ieri. Addolciva le nuvole il sorriso e rammendava i sogni consumati dal tempo. La luna era la luce che baciava, impudica, corpi senza veli. La parola si è spezzata in un mattino senza respiro. Il silenzio ha seccato le margherite. Un attimo... e sei volata via. Solo un riflesso hai lasciato e io non so più amare questa stanza. Fiori di lontane stagioni Ritorno a luoghi a me noti. Ascolto la voce della natura. Parole eterne, scolpite nel tempo. Echi senza ritorno custoditi da ali di vento. Respiro di antichi fantasmi, profumo di essenze dal sapore di vita lontana. Odore di aspri oleandri protetti da muri di pietra. Appoggiato alla spalletta sul sentiero dove affoglia lo spino e insaporiscono le more ritrovo fragile il profumo delle peonie la fresca esplosione delle foglie di mentuccia stropicciate fra le dita. Aspiro gli umori del mio mondo respiro petali fra le labbra sapendo di essere passato ignorato. Rimane il rumore del silenzio nell’abbraccio materno dei fiori di lontane stagioni che discioglie le ultime fragili emozioni.
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