PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA SEZIONE B (poesie a tema libero) Alessandro Bassignana di Bruino (TO) Augusta Taurinorum Chi la descrive come noiosa, altri ne parlan qual vecchia boriosa, che sia triste o poco felice da molte parti è quel che si dice. Nacque romana fondata da Augusto che volle farla nel posto più giusto, verde pianura e dolce collina con fiumi e monti a far cartolina. Nel nom la mezza di gente guerriera, i fieri Taurin che fecer barriera al Cartago re, nemico di Roma, che combatté la razza mai doma. Su pianta antica crebbe moderna fu pel sabaudo amica fraterna, secoli lunghi di lotte feroci con scudi rossi e bianche croci. Torino fiera d’un nobil passato, forte e severa, di popol soldato, franchi e spagnoli nel sangue cacciò e alla Madonna Superga donò. Sindone Sacra esposta al Duomo immagin vera d’un Divin Uomo, d’antico Egitto conserva spoglie e son per lei autentiche glorie. Lì il regno piccol della Savoia fece l’Italia tra pianti e gioia, fu capitale, la prima di tre, e culla infante per tutti i Re. Da piano e colle s’ammira la Mole come a oriente si alza il sole, Torino bella, Torino austera, nobil città... Signora vera. Ode al Piemonte Cinto da monti che fan da cornice nobil bellezza di rara Fenice, Marittime, Cozie, Graie, Pennine bianca collana di gemme alpine. Vette aguzze carezzano il cielo di stelle trapunto il cosmico velo, giganti di pietra qual fiero Monviso, poi Rosa imponente e Gran Paradiso. D’antiche stirpi in prim abitato figuri e celti dal fiero passato, poscia i romani presero il regno, in molti nomi lasciando lor segno. Terra che sta al più del monte e al grande fiume diede la fonte, che lesto corre tra rocce lucenti cogliendo l’acque da cento affluenti. Dall’alpe scende al fertile piano, irrora di vita i campi di grano, taglia Torino città industriale allaga risaie di linfa fluviale. Dolci colline t’imperlano tutto di uve pregiate qual nobile frutto, son Langhe, Roero e pur Monferrato che fanno di te beltà del Creato. Oh gran Piemonte, padre d’Italia, per molti fosti amorevole balia, figli arrivati da terre lontane a guadagnarsi l’umile pane. Biella, Verbania, Novara e Vercelli, Asti, Alessandria son luoghi fratelli, Cuneo la Granda un luogo speciale, infine Torino... gran Dama Regale. Omaggio a Carmagnola Par imponente si stende sul piano l’occhio la mira e corre lontano, saluta gagliarda la madre Torino e bacia il Roero, gran terra di vino. L’alpi che in fondo fan da catena, il Po maestoso che gonfia la piena, e copre di limo i prati fioriti poi porta la vita tra grani imbionditi. Acque che nascon da padre Monviso, il monte imponente che s’erge deciso e par disegnato d’artista divino, eguaglia in beltà il nobil Cervino. Da stirpe Arduina comincia la storia nel mille e dintorni si perde memoria, di lotte fraterne tra fieri marchesi, che vennero lì da terre francesi. Saluzzo, la Spagna, la Francia e Savoia portaron lì morte, il sangue, poi gioia, di truppe sabaude del grand’Amedeo che caccian oltr’alpe quel popol plebeo. Il Duca grandioso d’antico lignaggio campione di forza, d’ardore e coraggio, distrusse le cinte e i forti eretti e il borgo rinacque tra vicoli stretti. Con canapa e ortaggi si fè campagnola e luogo fiorente fu ancor Carmagnola, l’Italia s’unì e crebbe gloriosa la nostra città la più industriosa. Accoglie fratelli che giungon lontani che sian stranieri oppur paesani, e fanno di lei tra tutte la bella, di notte risplende par limpida stella.
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