PRIMO PREMIO TROFEO PENNA D'AUTORE SEZIONE B (poesie a tema libero) Ines Scarparolo di Vicenza Ancora cercano le sparute fronde È ormai spoglio l’albero mio e fragile si china verso la terra che gelida attende. Solo piccoli solchi disegnano il tappeto bianco di brina e ove prima con letizia zampettava il pettirosso ristanno secchi arbusti vago ricordo dei colori della prima stagione. Neppure un piccolo raggio di luce ora mi veste ma le sparute fronde ancora cercano il respiro del vento per intonare, con rauco soffio il canto di una nuova speranza. Ed ecco... una piccola mano raccoglie, dalla corteccia rinsecchita, un diamante di linfa che dal mio tronco come lacrima cola. È la traccia di ciò che è passato ma ancora vive, di ciò che esulta nel mutare perenne della materia. Il gioco dello specchio Forse il mio specchio è magico: l’ho trovato ieri per caso disbrigando su in soffitta. Accarezzo con le mani la cornice cesellata, mi rifletto e scorgo il volto che s’illuminava un tempo alle tue tenerezze. Rotondo ma armonioso guance rosa, gli occhi verdi han pagliuzze tutte d’oro. Il naso a patatina, le labbra dischiuse nel sorriso. Sul mento una fossetta capelli un poco mossi color rosso Tiziano; il ciuffo sulla fronte è arruffato, impertinente. Mi sfiora, lieve, un bacio. Accanto al mio ora appare ridente, il volto tuo. Ma l’incanto è già finito: ho le rughe d’espressione i capelli un po’ sfibrati che scivolando, bianchi sopra la pelle opaca mi ricordano che tanti son gli anni già sgranati sul rosario della vita... Eppure tu sussurri con fare malandrino: “Sei bella, amore. Oggi ancor più di allora.” Mi stringi forte e in cielo si accendono le stelle. L'acqua, la vita Liquido caldo mi avvolse e mi nutrì nel grembo generoso di mia madre. E con l’acqua che fresca sgorgava dalla fonte, ci dissetammo, bimbi tra una corsa e un gioco. L’acqua mi fu compagna col mormorio del fiume che suadente accarezzava la mia vecchia casa. Nell’acqua che correva tra gli argini fioriti, in tempi di miseria mio fratello pescatore con trote succulente placò la nostra fame. E continuò la vita... Con l’acqua benedetta io battezzai i miei figli, e poi i nipoti, ed ora... Quando l’anima mia raggiungerà il Signore, sarà l’acqua argentina a lavare le mie membra, Ritornerò alla terra e presto muterò. E allora sarò pioggia, o goccia di rugiada, o cascatella lieta che canterà alla vita.
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