1 - Sentimentalità in evanescenti figure
Le visioni sfuggenti, amate in attimi di sogno. Poesia sono le immagini
che la mente insegue, intravede in aloni di luce, fruscianti nella penombra
della sera. I versi fanno da sostegno, gli scenari, gli angoli di delizie
sfiorate costruiti dalla nostalgia. Presenze come velate, trasparenze che
passano tra le mani senti addosso come ombre. Giovanni Cianchetti ama rifugiarsi
entro le smaglianti figure, in dolce avvolgimento, aeriforme, fugace. L’amore
che vive in altezza di pensieri, ammantato di interiore malinconia. In poesie
evocative si cerca la quiete, luoghi appartati, in questi l’immaginazione e i
sottili fremiti. Tutta soffusa e distesa “Una figura leggera si vede / lontano,
come ombra fuggevole / si fonde col buio in breve, / e mi sento solo ed ho
freddo, / mi addormento e sogno te”. Il poeta raggomitolato sente il tepore che
lo tiene tutto compreso, lontano dall’indiscreto occhio malevolo delle tenebre.
“E tu, ombra della notte / sparisci nel tuo rifugio, / il tuo volto nero io vedo
/ ed il mio animo sconvolge, / l’ansia del respiro fa fatica…” La realtà ha le
sue punte che si sfrangiano, ingannevole, rende l’animo inerte e incerto,
comprime tutto ciò che è di fine voce, quello che si fa incontro e amalgama. C’è
un individualismo che rifugge dai condizionamenti e formalità. Non si vuole
l’accettazione dei consueti modi. Un affinamento della psiche che si bea di
quadri di bellezza sentimentale, in conformato, rispondente afflato con le
predilezioni che la mente in piena spontaneità mette davanti. La raccolta “La
tua figura” di Giovanni Cianchetti, selezionata alla XV Edizione del premio
Città di Pomezia 2005, si esplicita in figurazioni create da romantici processi
di idealizzazione.
2 - Giovanni Cianchetti trasfigura in idealità tutto il reale
Reali figure intraviste o incontrate subiscono una specie di
metamorfosi, si fanno fluidi magici nei momenti di solitudine, avviati
dall’illusione per un proprio mondo sublimato. I sentimenti d’amore trapassano
in visioni purificate. Astrazioni, dolci espressività inafferrabili nella
silloge di Giovanni Cianchetti. Non c’è materialità ingombrante, non ci sono
sovrapposizioni che divengono contrasti. Voci penetrate nei reconditi
dell’animo. In passaggi lievi scorrono per entro la morbidezza dell’aria
languide immagini. L’amore perfezionato dai gentili attimi, ammaliamenti che
riempiono i ricordi di triste flebile nostalgia. Le visioni dell’amore smagliate
e ricomposte vengono nei sentimenti distillate: apparizione improvvisa in
simbiosi psicologica, tutta la persona pervasa, in armonia con la sensibilità:
“Invisibile sei entrata / nella mia vita. / Ti sei seduta nella stanza /
impalpabile, senza rumore, l’hai invasa…”
3 - La nostalgia ricostruisce sopra essenze purificate
Nelle presenze d’amore il poeta mette fantasia e illusioni: una specie
di fuga dalla realtà, frammenti di cielo, leggerezze evanescenti adornate,
stille di miele, l’azzurro fra le cime dei pini, vibrazioni. L’amore tutto
pieno, sparso, le pareti domestiche sono ovattate di levità, di dolce,
trasmutabile fluidità che fanno mescolanza con i pensieri. Non ci sono limiti né
intasamenti, come acqua limpida corre riempiendo vuoti, in ampiezza totale. Da
materia elaborata è venuta la linea giusta, non occorre il lavoro del tempo per
limare rudezze. Passi la mano sopra forme che non senti, travasate dentro. Nelle
poesie de “La tua figura” abili modi traspositivi, in cerchio inavvertibili
movimenti, le incomprensioni e le sofferenze psicologiche non ci sono, non si
fugge da se stessi per evitare scontri, non ci si mette faccia contro faccia per
ributtare sdegnosità e irritazioni. Non visi metallici di cui senti il freddo,
in monotona, contrapposta, egoistica divisione. I ricordi di Giovanni Cianchetti
si riversano in effluvi personificati, arrivano dagli strati profondi dei luoghi
natii, connessi con le energie ataviche e le tradizioni che hanno radicato
resistenze e passione negli animi. La nostalgia corre ai legami della vita che
hanno impresso caratterizzazioni, forme che non hanno più perso le loro linee
fattesi indelebili. Ora riemergono nella quotidiana solitudine, nella
materialità ostile a ogni dolcezza di contatti, ad ogni soffusione di tenerezza,
ad ogni spazialità che si incrementa di espressioni di bene e di generosi
trasporti affettivi. Intrecci inestricabili, reviviscenze di radici che
rinascono in libertà da interiorità come da spaccature. La nostalgia ricrea
forme raffinate, riconduce a vitalità spiritualizzate. Ricordi che si rimuovono
da rivoli purificati di essenze.