PROFILO DELL'AUTORE ANGELO RUGGERI è nato il 21-12-1944 a Formello (RM), e risiede a Collazzone (PG). Ha frequentato il liceo classico alla scuola “Virgilio” di Roma e nel 1971 si è laureato in Ingegneria Civile Idraulica all'Università di Roma. Dopo la laurea ha lavorato per cinque anni come Ingegnere Civile nella Repubblica del Sud Africa, e per brevi periodi in Nigeria e in Arabia Saudita. Tornato in Italia ha intrapreso la libera professione ed è stato anche consulente tecnico del Tribunale Civile di Roma. Nel 2004 ha pubblicato il suo primo libro di poesie «La confessione» (Casa Editrice Libroitaliano), cui ha fatto seguito con la stessa editrice «Le origini della poesia». Nel 2007 pubblica «Giacomo Leopardi tra gli opposti estremisti» e «Lezioni su felicità ed amore in un liceo romano» con l’A.L.I. Penna d’Autore, ai quali sono seguiti «Vita di Studente», pubblicato dal «Convivio», «Il Ritorno di Odisseo» pubblicato dall’«Autore Libri» di Firenze e «Sulla Violenza» dalla Aletti. Nel gennaio del 2009 è stato pubblicato dall’Accademia «Il Convivio» il suo primo libro di memorie: «Africa», che ha ricevuto il primo premio per la letteratura edito nel concorso «Prato, Un tessuto di Cultura». Nel luglio del 2009 sono stati pubblicati dalla Aletti «Leopardi e Poe» e, come allegato alla rivista Orizzonti, «Giacomo Leopardi dopo l’unità». |
L'incontro con la Musa Strana, confusa con gli occhi lacrimosi e tristi vidi la Musa al ciglio di una strada: “Che fa, Signora, sola di notte vagante sulla via? Presto rientri o penseranno tutti che siete poco onesta, o forse vi siete smarrita?” “Io non ho una casa, m’hanno cacciata pure dalla chiesa dopo avermi invitata, sei bella, parli bene, hai ragione mi dicon tutti dopo avermi ascoltata con pietosa attenzione. Si ride con te, si sta allegri sei di buona compagnia, si beve, ma non si mangia” “Signora io ho una casa e cibo per due. Son solo, son triste sono astemio, non rifiuti la prego la mia ospitalità” Il Poeta e il Demagogo Vincenzo è un demagogo, adulando e promettendo di adempir le voglie di ogni scontento ha conquistato il favor delle folle e vinto le elezioni. Ma non ha idee proprie, non sa quel che vuole e troppo contrastano fra loro le pretese dei suoi elettori. Non governa Vincenzo ma fa l’imbonitore: con motti e scherzi intrattiene le folle. Vladimiro sa quello che vuole,la sua testa è un vulcano dove ronzano le idee come api in un alveare, ma non trova nessuno che sia d’accordo con lui, temon tutti le punture delle api più che non amano la dolcezza del miele. Infine per far tacere il ronzio che oltretutto infastidisce la gente: “È venuto a fare il grillo parlante costui?”, lui diventa poeta: “Scriverò per i posteri, se i presenti infastidisce il mio parlare”. Ma forse i posteri avranno altri problemi, né è detto che siano più saggi dei contemporanei: è più facile andar di male in peggio che di bene in meglio. Neppure è detto che i suoi versi gli sopravvivano, e può accadergli di peggio: che siano maltrattati come orfani cui la sorte ha dato tutori infedeli che li faranno cantare nelle piazze tra mimi e burattini, per guadagnare a sé stessi il pane divertendo la gente. È tutto un teatro la vita, dove ognuno recita una parte: come dicevano gli antichi, l’importante è recitarla bene. Solidarietà nel dolore I più reputati poeti hanno fatto a gara nel piangere i morti e le case e le chiese distrutte ; più che la gioia, il dolore fa nascere versi fra noi, è una Musa dolente la nostra, e si addice il pianto ai giorni che precedono la Pasqua: piange la Madonna il Figlio Crocifisso, certamente Ella ha una lacrima per i figli d’Abruzzo. Cristo risorgerà fra pochi giorni, fra il giubilo dei fedeli, ma ancor si piangeranno i figli d’Abruzzo sepolti fra le macerie. Gioia e dolore insieme commisti: il cuore si duole! “Sit tibi terra levis”. Nessuno è stato così imprudente di dire la frase di rito, per quanto il latino torni in uso nelle circostanze solenni o luttuose. “La patria ci vuole uniti nell’affrontar la tragedia, piangiamo insieme i morti e facciamo voto di restituire al più presto le case a quelli che l’hanno perdute, perché la Natura non pagherà per i danni prodotti e manderà la pioggia su chi non ha una casa.” Poveri morti! Non invidiate la loro sorte ai sopravvissuti ma dal luogo ove siete- in cielo certamente perché siete morti innocenti- proteggeteli e fate che essi non provino invidia per voi! © Copyright by: Angelo Ruggeri |