Saggistica
di Antonio Greco
Pagine: 51
Prezzo: 4,50 euro
E-mail: a.greco@inwind.it
Tel.: 0832 872316
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PREMESSA
Questo scritto si compone di tre parti, la prima riguarda i giovani d’oggi, la
coppia e la famiglia moderna; la seconda i "Grandi" della Terra, con tutti i
loro "intrallazzi" e "strategie" truffaldine; infine, la terza riguarda guerre e
terrorismo.
Scrivendo queste pagine, l’autore ha voluto esprimere, su alcuni punti,
un’opinione personale, che può essere giusta o sbagliata; ci sarà, comunque,
tempo per giudicare. Su altri, invece, fa una semplice constatazione di fatti, e
questi sono incontrovertibili.
Tutto ciò che ha scritto è stato solo dettato dalla propria coscienza, quando
tutto ciò che gli ruota intorno, diventa triste scenario del mondo. È stato
esposto secondo la propria natura di persona semplice ma vera, genuina, con una
profonda sensibilità e libera da qualsiasi condizionamento di sorta. Questo
scritto non ha perciò alcuna pretesa di carattere letterario, né storico, né
giornalistico o di persona di cultura; è soltanto un’esposizione di fatti, veri
o presunti, fatta in modo semplice e diretta, e, soprattutto, senza ipocrisia.
Per questo ha il pregio di poter essere capita anche da quelle persone che non
fossero di quegli strati culturali e sociali proprio più alti, e di penetrare,
perciò, nelle loro coscienze. Soprattutto, l’autore manifesta il proprio stato
d’animo, il proprio turbamento per tutti gli accadimenti tragici passati e
presenti, ma anche per quelli futuri, purtroppo, in continua "ventilazione". Uno
squallido spettacolo sul palcoscenico del mondo, dove si alternano individui
senza scrupoli e privi d’ogni valore umano. Un palcoscenico dove si vedono
cambiare solo gli attori, ma lo scenario rimane sempre lo stesso.
L’autore
PARTE PRIMA
I GIOVANI D’OGGI, LA COPPIA E LA FAMIGLIA MODERNA
Riflessioni
OLTRE LA RAGIONE
Può capitare, come è capitato a me, di trovarsi in casa di
amici con i quali si erano persi i contatti da un po’ di tempo, e scoprire che
quella famiglia in pratica non esiste più; una famiglia disintegrata, distrutta,
ma non per accadimenti infausti, per fortuna, ma per espressa volontà dei
coniugi. Non stiamo qui a sindacare da quale parte stia la colpa, il punto non è
questo, ma piuttosto “perché”. Ora guardiamo ed analizziamo questo fatto
realmente accaduto.
In questa famiglia di amici mancano, rispetto all’ultima volta che le due
famiglie si erano incontrate, la madre e due figli, un maschietto di undici anni
ed una femminuccia di sette, mentre col padre, lì in casa, si trova il figlio
maggiore di 13 anni. Naturalmente, quando ci si trova davanti a situazioni del
genere si prova sempre un certo reciproco imbarazzo, ma una volta trascorso
questo primo momento, la famiglia (si fa per dire) ospitante, spiega, con
evidente rammarico, la propria situazione familiare. C’era stata, quattro anni
prima, una separazione consensuale seguita da divorzio. I motivi della loro
separazione sono tra i più ricorrenti: incompatibilità tra i coniugi. È giusto
che due coniugi, nel momento in cui non vanno più d’accordo, cerchino ognuno una
propria strada. La separazione è la sola soluzione possibile, anche se,
sinceramente, non riesco a capire come mai tutta questa “incompatibilità” si
stia “scoprendo” soltanto in questa società moderna. Sarà, forse, perché siamo
diventati un po’ tutti più suscettibili, più permalosi e irascibili? E non sarà
pure... perché non si riesce più a stare un certo periodo di tempo con accanto
la stessa persona, magari perché abbiamo scoperto che ci piace un’altra, o
semplicemente perché ci prende l’immancabile voglia di altre esperienze? In ogni
caso non si può trascurare un particolare che a qualcuno potrebbe sembrare
piccolo, ma che invece riveste una grandissima importanza, e che, pare, in
questa famiglia, uno dei due coniugi, o entrambi, non ne abbiano tenuto
minimamente conto: i figli.
Come sappiamo, sempre in questa famiglia, ci sono tre figli, tutti in tenera età
all’epoca della separazione, tuttavia, questi genitori pensano di risolvere
“diligentemente” i loro problemi di convivenza con la soluzione che abbiamo
visto, cioè con separazione e divorzio. Ne consegue l’affidamento di due figli
alla madre e uno al padre, con facoltà per entrambi i genitori di recarsi
periodicamente a fare visita alla prole affidata all’altro coniuge. Una
soluzione abbastanza comoda, direi, ma, ovviamente, non certo per i figli,
costretti a vivere uno senza la madre, e gli altri due senza il padre; non solo,
ma anche divisi tra loro, e, per di più, da qualche centinaio di chilometri.
Infatti, uno dei coniugi, dimostrando d’ignorare ogni diritto ed esigenza dei
tre fratelli, compresa quella di essere almeno vicini tra loro il più possibile,
decide, per ragioni che non conosciamo, di trasferirsi ad altra città. Che poi i
genitori possano andare a vederli ogni tanto e stare un po’ con loro, non
significa affatto aver risolto i problemi di questi bambini, ma serve soltanto a
se stessi, per appagare il proprio desiderio, pur legittimo, di vedere questi
figli. Ma, questo desiderio è ben lungi dal trattarsi di vero amore paterno o
materno; secondo me, in casi come questi, non si tratta nemmeno di voglia di
possesso, come succede per un oggetto che piace molto e si desidera, poiché,
quando si è morbosamente legati a qualcosa non ci si distacca tanto facilmente
da essa. Questo, invece, avviene, molto spesso, proprio con i figli, che così
diventano peggio che oggetti. E, proprio come per gli oggetti, questi bambini
diventano “proprietà” dei genitori, che perciò pensano di poterli usare, proprio
come gli oggetti, a loro piacimento, ignorando completamente i loro diritti e le
loro esigenze. È fuori discussione che il sacrosanto diritto dei bambini,
inalienabile, innanzitutto è quello di crescere in una vera famiglia, unita,
legalmente costituita, e meglio ancora se anche col rito religioso, poiché
questo si integra con gli altri impegni presi dai coniugi, e quello preso con
Dio è il più grande, poiché impegna la coscienza ed è indissolubile. Forse sta
proprio in questo la ragione per cui la maggior parte di quelle poche coppie,
ormai, che decidono di sposarsi, lo fanno solo col rito civile, meno impegnativo
e molto più facile da sciogliere.
Noi assistiamo allo sfascio di una famiglia a causa di genitori che, se avessero
veramente amato i loro figli, avrebbero anche saputo conservare la loro unione,
indispensabile per una buona crescita di quelle creature che vengono messe al
mondo, pur sacrificando, certamente, un po’ dei propri piaceri, ma per una causa
nobile. Avremmo potuto così vedere una famiglia che si sarebbe potuta benissimo
persino portare ad esempio, e anche suscitare un po’ d’invidia, visto che ha tre
figli, cosa molto rara nel mondo d’oggi. Abbiamo assistito, invece, ad uno
scenario sconcertante e drammatico, in cui due coniugi si preoccupano solo di se
stessi, costringendo i propri figli ad un trauma che lascerà loro sicuramente il
segno, perché costretti a vivere un’infanzia certamente non felice, con
conseguenze più o meno gravi per la loro psiche. Ma questo non ha nessuna
importanza per questi due genitori egoisti ed incoscienti, che hanno pensato
solo a sistemare le proprie faccende.
È ovvio che ogni individuo è libero di fare ciò che vuole, certamente, siamo un
popolo libero e democratico, e la libertà è un sacrosanto diritto di tutti;
bisogna stare molto attenti, però, a non abusarne, sconfinando nel
libertinaggio... nell’arbitrio, poiché, con l’abuso di un diritto si possono
ledere i diritti degli altri.
La famiglia è (forse dovrei dire “era”) un’Istituzione, la più piccola, forse,
ma anche la più salda di ogni altra, che dura da millenni. La famiglia è
l’Istituzione su cui si fonda la nostra civiltà, e si basa sul vincolo del
matrimonio e, per la maggior parte, in Occidente, anche della cristianità.
Questi sono i valori forti, i soli capaci di resistere a tutte le tentazioni
malvagie che ci offre questo nostro mondo moderno. Dove vengono meno tali
valori, non può esistere “civiltà”, a meno che per civiltà non s’intenda ben
altro, come benessere materiale, denaro, mezzi a disposizione, viaggi esotici,
sesso libero e perverso, e quant’altro, raggiunto con tutti i mezzi possibili,
ivi compresi quelli poco puliti. Tuttavia, queste parole non devono
assolutamente avere sapore moralistico, ma quella che viviamo, si può chiamarla
come si vuole, ma è la realtà, e questa non è qualcosa che si può interpretare,
la realtà è quella che si vede, si sente, si tocca.
Quando una famiglia si disgrega, è sempre un vero dramma, in primo luogo per i
figli, poi per la famiglia stessa che ha fallito miseramente, e anche per la
società. Lo sfascio di una famiglia non avviene mai per un nonnulla, una
semplice incompatibilità di carattere sarebbe davvero troppo poco; dietro ad
ogni dichiarata incomprensione che porta alla separazione, spesso ci sono delle
ragioni molto oscure, forse abiette, almeno per una delle parti, mentre l’altra,
o è costretta a subire, oppure potrebbe anche essere ciò che già attendeva e
sperava arrivasse presto.
Troppi fattori oggi contribuiscono ad incrinare i rapporti tra i coniugi, ma la
causa primaria o, comunque, una delle principali cause della disgregazione delle
famiglie di questa “moderna” società, io la imputerei, secondo un mio modesto
giudizio, soprattutto alla promiscuità dei sessi sul posto di lavoro, ormai in
ogni campo e settore. Lavorano gomito a gomito, attaccanti l’un l’altro, e
questo crea ed incentiva sempre nuove conoscenze, che diventano poi amicizie. Ma
chi può affermare che poi queste amicizie restano sempre tali? La cosa più
naturale del mondo è quella di trasformasi inevitabilmente, in relazioni, per
cosi dire, “affettuose”, ma che invocano emozioni nuove, tutte da “vivere”, con
le conseguenze inevitabili di separazioni, divorzi, eccetera. Da queste
situazioni, poi, nascono altre “situazioncelle”, direbbe un mio amico, purtroppo
scomparso, come nuove unioni, e conseguenti nuove nascite, producendo una
promiscuità tra figli, figliastri, fratellastri, padri biologici, e patrigni,
madri che hanno figli di più padri, insomma, si arriva a situazioni in cui è
davvero difficile raccapezzarsi, capire la struttura delle famiglie che tali non
lo sono più, ma solo “comunità” che si aggregano e si disgregano, di persone che
hanno tra loro un legame di parentela più stretta, con altre meno stretta e con
altre ancora addirittura nessun legame di parentela, pur, a volte, convivendo.
Già da tempo mi pongo una domanda: “è possibile che questa realtà possa portare
ad unioni o semplici rapporti sessuali, tra fratelli o, comunque, tra
consanguinei, senza saperlo? Secondo me, non solo è possibile, ma anche molto
probabile, dal momento che ormai si è perso il conto, ed anche il filo
dell’albero genealogico di ognuno di questi individui. Forse ho un po’
esagerato, in questa descrizione, ma il dramma esiste, e sono certo che nessuno
potrà essere in grado di smentirmi.
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