Romanzo breve
di Monica Fiorentino
e Diego Fabi
Pagine: 28
Prezzo: 3,50 euro
E-mail: non indicata
Tel.: 333 9385362
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PROFILO DEI DUE AUTORI
MONICA FIORENTINO è nata il 03-10-1976. Scrive sin da bambina anche se solo dal
1999 ha cominciato a pubblicare raccolte in prosa e poesia. Ha partecipato con
discreto successo a concorsi letterari in Italia e all'estero. Dal 2001 lavora
sulla saga di Ali di carta che spera di completare. Ama le maschere e le
orchidee.
DIEGO FABI è nato il 25-06-1986. Ha partecipato ad alcuni concorsi letterari con
esiti positivi e ha al suo attivo una raccolta di poesie dal titolo “Il Delirio
della Delizia” favorevolmente recensito da riviste locali. Il suo sogno è
diventare insegnante d'italiano in Giappone e continuare la sua carriera di
scrittore.
MNEMONICO ANGELO SEMINASOLE
C’era una volta un Angelo dalle belle chiome canute e le
lunghe ali di iuta miste a sottili finimenti dorati, di nome Mnemonico. Forte e
fiero detentore celeste dell’intenso splendere dei raggi del sole, creatura
eletta, chiusa nella sua armatura dalle maglie in finissimo materiale ad alta
tenuta termica ed il volto perennemente celato dietro una maschera d’oro
zecchino, era lui l’unico in grado di potersi avvicinare all’infuocata sfera e
contenerne la potenza. Da tutti chiamato il Re per la sua forza e la sua
bellezza, Mnemonico non abbassava mai la guardia, e chiuso nella sua sala
contornato da mille specchi calcolava sui suoi carteggi perfetti al millesimo,
la crescita e la diminuzione della massa lucente, in rapporto al suo di
stanziamento dai pianeti vicini con meticolosità estrema, pronto in caso di
pericolo e pararne gli aspetti col suo scettro o ad aumentarne il luminoso
agglomerato se troppo debole, senza concedersi mai una distrazione. Cercando
unicamente oltre il suo dovere, solo l’amore fra le braccia della sua adorata
Meji. Innamorato della bella umana dai corti capelli corvini e la pelle di
latte, da lei corrisposto, l’angelo viveva infatti perennemente tra cielo e
terra felice, e pure se tanto era il suo lavoro e faticoso il suo compito, fra
le braccia della donna ad ogni tramonto dimenticava lo sforzo e ritrovava nuova
la gioia e la tenacia.
Ma una notte scoprendo di colpo vuoto il giaciglio dove lei
era solita attenderlo, percependo a pelle la tragedia, l’angelo corse a cercarla
subito e trovatala distesa sopra una bianca coltre di fiori freschi, priva di
vita, il suo sconforto fu tale da fargli di riflesso perdere ogni cognizione,
abbandonando la mente ed il cuore in uno stato di oblio senza fine, atto a
proteggerlo dalla dura realtà, portandolo in un momentaneo mondo di sogno dove
potersi cullare. Stroncata da un male improvviso, Meji non era più carne e
soltanto un automa senza più il suo amore, Mnemonico si ritirò sopra l’altura di
una scogliera, in perduto stato vegetativo. Rinunciando per sempre ai suoi
doveri, lasciando il disco solare divenire solo una sfera opaca priva di
qualunque forte irradiazione, senza più la sua mano, manco di ogni volontà. Ma
al nono giorno quando ormai sulla terra non giungeva altro che la visione di un
astro circolare senza fregio alcuno, una bambina dai corti boccoli biondi e le
guance segnate da dolorose lacrime, dopo essersi arrampicata con non poca fatica
attraverso il sentiero impervio delle rocce, spinta dal desiderio ardente di
vederlo gli si pose davanti, chiedendo timida di essere ascoltata. Persi
entrambi i genitori in un incidente, non avendo altro ricordo più bello che i
giorni di sole vissuti insieme, i giochi allegri di ombre fatti col papà quando
era in vita correndo fra i campi, il profumo dolce dei capelli della mamma
baciati dai raggi caldi del mattino, e le risate al far dell’alba attendendo
alla finestra insieme che la prima luce svegliasse il giorno, gli chiedeva di
tornare al suo regno e di riaccendere il prestigio solare, così da poter
riprovare intatte ancora le emozioni più belle della sua vita, purtroppo già
atrocemente segnata. Giunta alla sua presenza con grande sforzo, contro ogni
nefasto pronostico, sfidando le parole amare di coloro che saputo della
dipartita della creatura colpita al cuore da un grave lutto, gli avevano
consigliato di desistere, non potendo perdere la speranza essendo troppo
importante per lei il suo aiuto, la piccola si era presentata dinanzi all’angelo
completamente disarmata. E nel leggere in quegli innocenti occhi il dolore
profondo, la fiducia e l’illusione, con capo chino Mnemonico sentì il petto
mancargli di un battito, e prendendola fra le braccia condivise con lei lo
stesso dolore. Completamente indifeso nel corpo e nello spirito stretto al petto
caldo della piccola, la creatura celeste piangendo a singhiozzi celato dietro la
sua maschera, comprese quanto volesse di nuovo tornare al suo compito e
sforzandosi giorno dopo giorno di riconquistare tenacia e tutti i più semplici
desideri perduti, prese a vivere accanto alla piccola Julia, recuperando pezzo
per pezzo quotidianamente i frammenti dei suoi ricordi, mano nella mano della
tenera bambina, donando a lei ogni piccolo tassello riconquistato ed al mondo
intero di nuovo i bagliori più caldi, passando dolorosamente attraverso se
stesso, comprendendo quanto Meji anche se non più corpo ma solo anima gli fosse
ancora più vicino, nel raggio più splendente che dopo il temporale infrangendosi
nella miriade di goccioline sospese di pioggia, diveniva arcobaleno.
continua con altri racconti
- VETRINA LETTERARIA -
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