PREFAZIONE
Già ebbi modo di scrivere di Anna Maria Frascaroli, nota per i suoi successi
presso Penna d’Autore.
A distanza di circa un anno da Pagine inquiete, la incontro di
nuovo attraverso questa sua ultima sua fatica, Testa rossa. Anche in
questo lavoro possiamo vedere come la fantasia della Frascaroli non conosca
limiti. Direi anzi che si sia "rinforzata" rispetto al lavoro precedente.
Il sogno (o incubo, che appartiene sempre alla sfera onirica) come espressione
fantastica, ma che sottintende il Sogno come illusione, speranza, desiderio, si
alterna a momenti realistici dove il lettore si perde inseguendo questa donna
che "ha superato da tempo la maturità anagrafica, ma, forse, non quella
psicologica" persa in un mondo che vuole a tutti i costi sganciarsi da quello
reale, ma che d’improvviso si ridimensiona, per perdersi poi subito in un
intreccio dove la fantasia pura è regina.
Si dice che i sogni muoiano all’alba. Bene, perché non augurare ad una donna che
ci crede, che quest’alba non arrivi mai?
Celeste Chiappani Loda
PRIMO CAPITOLO
"A cosa stai pensando?"
"A nulla."
La mia risposta fu troppo rapida e mi affrettai ad aggiungere con un sorriso:
"Scusami, sto per crollare addormentata."
"Si pensa sempre a qualcosa, - Alex continuò con tono cauto - magari a una
sciocchezza qualsiasi."
Parlando, mi fissava con perplessità: sembrava volermi frugare dentro.
Chiusi gli occhi per meglio focalizzare i miei pensieri ed alcune parole mi
tornarono alla mente con insistenza: "la vecchia Loly, el Pozo, il pirata… "
Riaffioravano i ricordi, piccoli frammenti di sogno si ricongiungevano,
riempivano vuoti, li coloravano e col colore si riaccendevano luci dove prima
c’erano solo ombre. Riaprii gli occhi e guardai Alex cercando di trasmettergli
quella quiete che io stessa andavo cercando.
"È bello essere di nuovo insieme."
Lo pensavo veramente e mi accostai a lui fino a sfiorare il suo volto, mentre
accomodavo il capo sul suo stesso cuscino. Sentivo il suo respiro, ascoltavo il
battito del suo cuore ed al suo ritmo regolare mi abbandonai e lasciai che i
ricordi di quell’ultimo, strano periodo, prendessero corpo e rientrassero a far
parte di me. Nel mio mondo di fantasie e realtà.
Mi appartenevano, e dovevano essere miei per sempre.
Fu la bizzarra decisione che presi quel mattino, esplosa solo apparentemente
all’improvviso, a dare una svolta alla mia esistenza tranquilla e normale. Sugli
ultimi due aggettivi, forse potrei dissertare, in considerazione che, tra gli
sbalzi di umore che avevano caratterizzato il mio comportamento negli ultimi
tempi, e le inutili quanto sterili discussioni che ne erano state la
conseguenza, di tranquillo e normale restava ben poco. Neppure i ricordi dei
momenti felici mi davano conforto. Al contrario, la mia fervida fantasia li
trasformava, paragonandoli a piccoli frammenti vaganti nello spazio, non più
parte integrante del sogno che avevamo realizzato insieme. Quel sogno che ora,
ci impegnavamo ostinatamente a distruggere.
Sicuramente la mia amica psicologa avrebbe potuto illustrare l’origine della mia
inquietudine con competenza professionale, spiegando le motivazioni dei miei
conflitti interiori: chi meglio di lei poteva farlo? Negli ultimi tempi avevo
infatti trascorso un lungo periodo in terapia presso il suo studio, aprendo a
lei cuore e mente, nella segreta speranza di riuscire, con il suo aiuto, a
comprendere e risolvere i miei problemi.
Ma avevo disertato le periodiche sedute sulla sua comoda poltrona, stanca di
versarle regolari quote mensili senza ottenere in cambio i risultati sperati.
Infatti, io ero sempre più inquieta ed Alex sempre più egocentrico! L’unica a
trarne profitto sembrava essere lei: tanto è vero, che utilizzando i miei guai
come argomento di studio, era in procinto di organizzare sedute di gruppo al
fine di dimostrare che la situazione creatasi tra me ed Alex, era condivisibile
con quella di tante altre coppie! Beh, non mi ero rivolta a lei per trovare
consolazione nel "mal comune mezzo gaudio", né per agevolarla nei suoi
esperimenti, ma per essere aiutata a risolvere i miei problemi!
Ero profondamente delusa, avevo speso tempo e denaro inutilmente, anzi, la
situazione si era ulteriormente aggravata, al punto che bastò una scintilla ad
incendiare il mio animo, che in realtà, non attendeva altro. Quella scintilla mi
si presentò, guarda caso, sotto le spoglie di una donna bellissima di nome
Ingrid.
A questo punto, devo fare qualche passo indietro e riandare a quella fatidica
sera, quando fummo invitati da un collega di lavoro di Alex ad una cena
espressamente organizzata per presentarci la nuova compagna della sua vita,
sposata recentemente dopo un doloroso, quanto difficile divorzio.
Avevo incontrato Victor soltanto una volta, dopo il suo trasferimento in Italia
dagli USA, avvenuto da circa un anno; ero a conoscenza dei suoi problemi
coniugali, anche se Alex non mi aveva informata sui particolari, ma non avevo
avuto occasione di conoscere la sua ex moglie. In effetti, non ero molto curiosa
al riguardo e non mi ero curata di far domande; solo in seguito mio marito mi
aveva raccontato qualcosa, accennando brevemente al fatto che la moglie lo
trascurava e che lui, essendo un uomo timido e sensibile, ne soffriva
terribilmente.
In seguito, aveva avuto occasione di conoscere un’altra donna, ed in lei, aveva
trovato la comprensione e l’affetto che la sua compagna non gli aveva saputo
dare. La solita storia, avevo pensato con una punta di sarcasmo.
Era poi sopraggiunto il divorzio, che pareva aver sanato tutte le loro
incomprensioni.
Questo, era quanto mi era stato raccontato da Alex, ed io ne avevo preso
semplicemente atto. Così, quando quella sera fummo invitati a cena, avevo
accettato serenamente. Ricordavo vagamente Victor: era un uomo maturo, con
incipiente pancetta e, a quanto avevo appreso da Alex, desideroso di avere al
suo fianco una compagna dolce e comprensiva. Dunque, mi attendevo di fare la
conoscenza di una donna con queste caratteristiche, vale a dire il tipo di
persona che mi pareva adatta a lui! Non avrei mai pensato che Ingrid, così si
chiamava la sua nuova compagna, potesse rappresentare il suo ideale! Oh, non che
avessi obiezioni da fare al riguardo, tutt’altro! Era bellissima, intelligente,
giovane, e… seduttiva! Ma c’era un’altra cosa che non avrei mai potuto
immaginare e cioè, che la sua presenza ammaliatrice, avrebbe influenzato
l’atmosfera di quella serata, fino a trasformarla in una infernale tortura per
me, con conseguenze catastrofiche sul precario equilibrio della mia vita
coniugale!
Mi resi immediatamente conto, dopo i convenevoli della presentazione, dei poteri
di seduzione di Ingrid e, soprattutto, del suo piacere nell’esercitarli. Era
sicuramente molto bella, ma il fascino che emanava, non dipendeva solo dalla sua
bellezza! C’era in lei qualcosa di speciale, un fluido si sprigionava dalla sua
persona e si spargeva attorno, riproducendosi subdolamente in chi le stava
accanto e che lei sceglieva. Una specie di virus, insomma! Mentre la guardavo e
l’ascoltavo, mi pareva di assistere ad una recita di cui lei era regina
incontrastata, portatrice sana della sua infezione virale, alla ricerca di nuove
vittime. E mi chiedevo, sempre più assillata dall’ansia: Alex sarebbe stato
immune dal contagio? Era vaccinato contro quel tipo di virus?
Mi ero più volte domandata il perché dell’esistenza di simili creature,
prevalentemente di sesso femminile, possedute da un eterno bisogno di veder
confermato il loro fascino, anche quando, come nel caso attuale, non ne avevano
alcuna necessità! Beh, lo ammetto: non sono mai riuscita a darmi risposte
convincenti e non mi sforzai a cercarne neppure quella sera.
Probabilmente neppure la mia protezione immunologica era nelle migliori
condizioni ed il risultato fu palese: nel breve spazio di due ore o poco più, il
virus malefico di Ingrid si era ampiamente diffuso e fece i suoi danni anche su
di me, riuscendo a dare il colpo di grazia ai miei già difficili rapporti con
Alex. E vi assicuro che il suo aiuto non era necessario!
"Sei una donna fortunata, - la sua voce melodiosa si spandeva nell’aria e la
frase era rivolta a me, ma non lo sguardo. Quello era per Alex. Scorreva
languidamente sul suo volto, accarezzandolo, come se io non esistessi – hai un
marito molto interessante! Desideravo conoscerlo: Victor mi ha parlato spesso di
lui e con grande stima. – poi, cambiando tono – Tu invece, a cosa dedichi il tuo
tempo?"
La sua domanda era formulata senza alcun interesse, gettata lì, come l’osso per
il cane! Che capacità di trasformazione! Era forse la mia fantasia a notare il
suo cambiamento di tono? Beh, aveva sicuramente intuito a cosa mi dedicavo e
sapeva già quale sarebbe stata la mia risposta: "Mi occupo della casa." Forse
avrei dovuto aggiungere la ciliegina: "nel tempo libero lavoro a maglia, o
ricamo"! Dio del cielo, voleva questo da me? Non le bastavano i favori di cui
madre natura l’aveva dotata, voleva schiacciarmi anche nel mio ruolo di moglie?
Fui presa dallo sconforto e, al tempo stesso, da un irrefrenabile desiderio di
risponderle con una parolaccia! Naturalmente non lo feci, mi lasciai guidare
invece da uno spiritello bizzarro, che mi attraversò improvviso la mente. "Mi
occupo dello studio dei caratteri, – mi rendevo conto che era una grossa
idiozia, malgrado ciò, proseguii – soprattutto m’interessa il lato oscuro delle
persone!"
Non contenta, aggiunsi, impantanandomi sempre più: "Lei non può immaginare
quanta ambiguità si nasconda dietro una facciata apparentemente perfetta! Ad
esempio, dietro il fascino di una bella donna! Ma immagino che lei lo sappia
meglio di me."
Perché mai insistevo, cacciandomi in un simile ginepraio?
Un calcio di Alex mi raggiunse con violenza la gamba destra, ma stoicamente non
reagii e lo guardai invece con un sorriso esagerato.
"Mia moglie ha molta fant…"
continua |