Tu, padre, che mi amavi, o così dicevi… dove sei?
In quale indifferenza ti sei perso?
Cresco, ma tu non lo sai…
Amo, ma tu non lo sai…
Rido, ma tu non lo sai…
Piango, e tu dovresti saperlo…
Se mi amassi ancora, sapresti leggere il mio cuore,
sorridere dei miei sorrisi ma anche piangere le mie stesse lacrime
e saperle asciugare…
Ma tu, sai ancora amare?
I tuoi occhi vedono solo nebbia e, in un deserto di arida sabbia,
sei prigioniero delle catene del nulla.
Un grido disperato, una lacrima soffocata dal silenzio,
non odio, solo un bisogno d’amore:
Non mi dimenticare.
GINEVRA LAVINIA LUCREZIA DAL TORRIONE
IL BASTIMENTO
(II° classificato nella sezione Narrativa)
Michael e Laura stavano progettando quel viaggio da ormai
molto tempo.
Era già qualche anno che risparmiavano per avere i soldi necessari a realizzare
il loro sogno. Ora, col sopraggiungere dell’estate, erano pronti per partire.
Avevano fatto controllare la loro vecchia auto, un check up completo, ed erano
pronti ad affrontare quel viaggio da loro tanto desiderato. Sarebbero stati via
due mesi e avrebbero visitato tutta l’Europa. Sarebbero partiti alla volta della
Francia poi la Spagna, il Portogallo e tutta l’Europa centrale: Germania,
Olanda, Svizzera etc. etc. senza per altro tralasciare l’Europa dell’est. Era un
progetto di viaggio ambizioso che li avrebbe costretti a percorrere molti
chilometri, ma questo non li spaventava affatto, tanto era grande il loro
desiderio di visitare posti nuovi e conoscere culture diverse.
Dopo aver caricato la loro piccola Fiat Punto al limite dell’inverosimile con
ogni sorta di borsa e di valigia, erano decisi a cominciare la loro piccola
avventura.
Era il 9 Luglio del 1996 quando Michael e Laura salutarono parenti ed amici,
salirono sul loro macinino rosso e non senza un pizzico di emozione si misero in
marcia verso il confine. La prima tappa era infatti Ventimiglia. Per qualche ora
parlarono di quali posti avrebbero voluto visitare in Francia. Non sempre si
trovavano perfettamente d’accordo, ma in linea di massima sapevano che non
avrebbero discusso più di tanto. Bastava concedere qualcosa un po’ per uno
all’altro e tutto sarebbe filato via liscio.
Michael aveva già espresso il desiderio di fare una "puntatina" a Montecarlo e
di conseguenza avrebbe volentieri visitato il Casinò. Laura, conoscendo l’animo
da giocatore di Michael non era molto d’accordo, ma questa era la sua prima
concessione al fidanzato, ne avrebbe tratto vantaggio al momento di visitare
qualche museo.
"Va bene, va bene una sera te la concedo almeno avrò la possibilità di vestirmi
elegante, ma ti avverto non cambiare più di 100 euro!" disse risoluta Laura.
"Dai non ti preoccupare tanto con il mio metodo infallibile sbanco il casinò e
ci paghiamo tutta la vacanza!" rispose Michael.
"Si come l’ultima volta a Venezia che hai vinto 15 euro!" lo sbeffeggiò Laura.
"Ah, ah, ah era comunque una vincita che incrementa la mia striscia positiva,
deve ancora nascere il Casinò che mi sconfiggerà, cara la mia faccetta da
scimmia!"
Continuarono per un po’ a prendersi in giro come facevano spesso, fino a che non
arrivò l’ora di pranzo e decisero di fermarsi ad un Autogrill, uno di quelli
grandi che attraversano tutta la strada e che tanto piacevano a Laura.
Videro infatti che ad un Autogrill del genere mancavano 65 Km e anche se avevano
molta fame decisero di resistere ed aspettare. "Perché per ingannare il tempo
non giochiamo al bastimento?" propose Laura.
"Va bene comincia te" disse Michael che per altro a quel gioco era molto più
bravo di Laura e vinceva sempre.
Si trattava di indovinare una parola conoscendo solo l’iniziale, attraverso
delle domande alle quali l’interlocutore poteva rispondere solamente con un si o
con un no.
"Ok, stavolta ti ‘stronco’: È arrivato un bastimento carico, carico, carico di
D."
"Maschile o femminile" era la prima domanda classica di Michael.
"Maschile" rispose Laura.
"È un oggetto?" era la seconda domanda classica di Michael.
"Sì è un oggetto"
"Oh vediamo… - pensò Michael - è un oggetto di plastica?"
"Uffa! si è un oggetto di plastica, ma non vale hai già preso la strada giusta,
che palle!"
"Eh lo so, sono troppo intelligente"
E infatti dopo altre sei o sette domande Michael aveva già indovinato di cosa si
trattasse: erano dadi.
"Beh non era difficile, stiamo andando al Casinò, certo che hai una fantasia da
fare invidia ad Asimov!" disse Michael.
"Simpatico!" rispose piccata Laura.
"Vediamo cosa tiri fuori tu cervellone!"
E così per qualche minuto passarono il tempo intrattenendosi con il loro
giochino preferito. Qualche volta indovinava anche Laura, ma era una semplice
concessione di Michael perché pensava a qualcosa di semplice. Molto più spesso,
anzi praticamente sempre, indovinava Michael anche quando le parole erano
veramente difficili. Con grande disappunto di Laura aveva indovinato perfino
"Guano" termine difficilissimo che Laura, laureata in scienze naturali, aveva
tirato fuori dai suoi ricordi scolastici e che indicava la cacca di uccello.
Sembrava che Michael fosse infallibile e Laura gli dava queste piccole
soddisfazioni facendo la finta indispettita.
Era il turno di Michael a pensare la parola: "È arrivato un bastimento carico,
carico, carico di P."
"Maschile o femminile?"
"Maschile" fu la prima risposta di Michael.
"È un oggetto?" disse Laura.
"Dipende, cara mia" rispose Michael.
"Come dipende, o lo è o non lo è!" si indispettì subito Laura. "Eh no cara è una
parola che può avere più significati".
"Uffa, che palle, le trovi tutte te! Se fosse un oggetto sarebbe di plastica?"
"Sì, quando questa parola indica l’oggetto è di plastica"
E seguirono molte altre domande durante le quali Laura si avvicinò molto alla
soluzione senza però indovinare.
Il fatto che la parola indicasse più di una cosa la portava spesso fuori strada
e la cosa la faceva innervosire alquanto. Michael sapeva che la sua fidanzata
era una persona molto intelligente e quindi sospettava da tempo che lo lasciasse
vincere, molto spesso infatti si arrendeva prematuramente e voleva farsi
rivelare quale fosse la parola.
"Basta mi sono stufata, dimmi a cosa hai pensato" disse Laura ormai spazientita.
"Dai non è possibile, ti arrendi subito, non c’è soddisfazione con te, insisti
ancora un po’ che ce la puoi fare" la incoraggiò lui.
"No basta dimmi cos’è e facciamola finita con questo stupido gioco"
"No! Non te lo dirò mai devi indovinare!", insistette Michael.
"Dai dimmelo, dimmelo, dimmelo!" disse Laura cantilenante e cominciò a
percuoterlo con dei pugnetti sulla spalla e dei buffetti sugli avambracci.
Andava a finire sempre così, Laura non aveva troppa pazienza e poi era troppo
curiosa per poter attendere di arrivare alla soluzione da sola. Michael cominciò
a ridere e altrettanto fece Laura, insieme si divertivano un mondo anche con
queste piccole sciocchezze.
Ridevano ormai quasi a crepapelle e Michael che era alla guida si distrasse un
attimo, un solo attimo, sufficiente però a non accorgersi che la macchina
davanti a lui aveva sbandato. Non si sa per quale motivo l’auto che lo precedeva
aveva cambiato improvvisamente corsia urtando violentemente il guardrail.
Michael frenò con tutte le sue forze, pestò sul freno con tutto il suo peso, ma
il suo tempo di reazione non era stato rapidissimo. Anche la sua macchina sbandò
compiendo quasi un testacoda e fortissimo urtò la macchina davanti. Altre
macchine sopraggiunsero e miracolosamente lo evitarono, ma l’incidente c’era
stato, usciva fumo dappertutto e Michael dopo essersi reso conto di essere
illeso si girò verso la sua fidanzata per vedere come stava. La chiamò, ma lei
non rispose. Spaventato uscì dalla macchina e si precipitò subito dall’altra
parte per tirarla fuori da quel groviglio di lamiere. Alla vista del sangue
quasi svenne e cominciò ad urlare:
"Laura, Laura! Oddio, aiuto, qualcuno mi aiuti!" Urlava e piangeva.
"Qualcuno chiami un’ambulanza, aiuto!" L’aveva tirata fuori dalla macchina e la
stringeva tra le braccia.
"Ti prego amore rispondimi, parlami, dimmi qualcosa" continuava Michael
disperato. Ma Laura sembrava non reagire, sembrava aver sbattuto la testa
violentemente e Michael era terrorizzato la stava guardando morire ed era
impotente.
"Aiuto, aiuto, qualcuno mi aiuti!" gridava sempre più disperato.
Poi gli sembrò che Laura si muovesse, voleva dire qualcosa, avvicinò l’orecchio
alla sua bocca e lei con un filo di voce gli disse: "Stringimi amore"
"Certo tesoro sono qui non ti lascio" anche se la stava stringendo già da
qualche minuto.
"Parlami amore, ti prego, non mi abbandonare"
Laura sembrava però aver esaurito le sue forze e non reagiva più agli stimoli di
Michael.
Era fredda, molto fredda e non muoveva un muscolo, Michael spaventato continuava
ad implorare aiuto e pregava, scongiurava Dio di non fargli accadere una cosa
così, lo supplicava come mai aveva fatto in vita sua.
Nel frattempo il traffico si era bloccato e gli altri automobilisti avevano
chiamato i soccorsi che di lì a qualche minuto avevano promesso sarebbero
arrivati.
Si trattava di resistere solo qualche minuto, ma Laura non rispondeva più, era
sempre più fredda e più pallida.
Poi all’improvviso si mosse, sembrava più un tremito involontario, ma si mosse.
E sorrise.
Michael non credeva ai suoi occhi, ma Laura aveva sorriso oppure lui aveva avuto
un’allucinazione.
La chiamò, grido il suo nome, la implorò di rispondergli, la supplicò. Lei aprì
gli occhi e con un filo di voce disse una sola parola.
La più bella parola che Michael aveva mai sentito in vita sua…
"Pappagalli!"
"Sì amore mio Pappagalli!!!"
CHRISTIAN BIGIARINI