PROFILO DELL'AUTORE
GRECO ANTONIO, nato a Bagnolo del Salento (LE) il 09-11-1929 -
Istruzione: Ist. Tec. Commerciale (Ragioneria). Esperienze profes-sionali: dal
1956 al 1990 rappresentante di commercio, gestione e contabilità nell’ambito del
commercio alimentare. Pensionato dal 1990. Interessi: amore per il mare, gli
animali, la natura e tutto ciò che ispira sentimento. Di carattere romantico,
tradizionalista, amante della pace a tutti i livelli; odia l’ipocrisia,
l’immoralità, i sotterfugi. Ama scrivere e fare lunghe passeggiate. Sensibile,
generoso, disponibile. Premi importanti vinti: assegnazione di varie medaglie in
Concorsi Letterari Nazioni ed Internazionali. Con l’A.L.I. Penna d’Autore ha
pubblicato i seguenti libri: “Vite in Tormento”, “Arcobaleno” e “Tempi Moderni”.
È inoltre presente con proprie opere in antologie e/o riviste letterarie edite
da Carello Editore, Il Convivio, Ed. Menna, Penna d’Autore.
Il Bambino e la Farfalla
Era una bella giornata di primavera, Luigino stava giocando e
correndo nel giardino pieno di fiori che stava intorno a casa sua. Ma lui non si
divertiva molto, gli mancava qualcosa, un compagno o una compagna per giocare
insieme, perciò ogni tanto si fermava e diventava pensieroso.
- Ma perché - pensava - tutti hanno un fratellino o una sorellina ed io, invece,
non ce l’ho? Sono proprio sfortunato! - Tornò a casa e si mise a piangere, sua
madre gli chiese perché piangesse, cosa gli fosse successo. Il bambino non le
rispose ma lei capì subito qual era il suo problema, così lo rimandò a giocare,
con la promessa che presto, forse, gli sarebbe arrivata una bella compagnia. -
Ora vai, Luigino, vai a giocare e non ci pensare più, vedrai che il Signore ti
accontenterà. - Luigino si calmò e tornò in giardino, riprendendo a correre e a
cogliere fiorellini. All’improvviso vide una farfalla che gli girava intorno:
era bellissima, variopinta di mille fantastici colori; quel bambino non aveva
mai visto niente di simile; per un attimo rimase incantato dalla sua bellezza,
voleva prenderla, tentò più volte di acchiapparla, ma la farfalla riuscì sempre
a sfuggirgli prima ancora che lui si avvicinasse ad essa con le mani. Allora
corse a casa e prese un retino, proprio quell’arnese che serve per catturare
farfalle.
- Adesso non mi sfuggirai più - disse Luigino tra se e se. Così si mise a
rincorrere la povera farfalla che non sapeva più come difendersi. Poi il
bellissimo insetto si posò sul ramo di un alberello, dove Luigino non poteva
arrivare.
- Ma perché mi vuoi proprio prendere, bel bambino? - gli chiese la farfalla - lo
sai che se mi prendi in mano mi fai male ed io non potrò più volare? Il bambino,
a sentirla parlare, restò di sasso e non sapeva cosa risponderle. - Poi obiettò
- Ma tu sei solo una farfalla, come fai a parlare?
- Sì, è vero, però sono una farfalla speciale!- E così dicendo, piano, piano,
cominciò a trasformarsi, assumendo le sembianze di una persona e alla fine
divenne una bellissima bambina, bionda con dei riccioli sulla fronte e occhi
verdi smeraldo. Luigino restò come una statua di gesso, non riusciva a credere
ai propri occhi, né a pronunciare parola. La farfalla, che ormai si poteva dire
bambina, capì lo stupore di Luigino e gli chiese:
- Ma che fai, non mi dici niente? Non sei contento di vedermi? Vieni, giochiamo
insieme! Vuoi? - Luigino era ancora stordito, ma poi si riprese e le rispose
balbettando:
- Sì. sì, voglio! Ma poi ti trasformerai ancora in farfalla? - le chiese.
- No, se tu ti comporterai bene con me e non mi farai male -
- Non ti preoccupare, sarò bravo! Ma. tu come ti chiami adesso? -
- Non importa, tu chiamami Fatina, ti piace? -
- Sì, mi piace. -
- Allora facciamo a gara a chi raccoglie più fiori, ti va, Luigino?
- Sì, sì, mi va. - Così si misero a raccogliere fiorellini il più che poterono.
Presto Fatina raccolse un mazzo molto grosso di fiori, dei più belli, mentre
Luigino aveva raccolto un mazzolino piccolo, piccolo, tanto che si vergognava di
farlo vedere a Fatina.
- Ho vinto io - disse la bambina - guarda che mazzo grosso e come sono
belli! -
- Sì, lo so. Ma tu sei speciale, perciò vinci sempre; ma non è giusto, però! -
- Va bene, non ti preoccupare, Luigino, questa volta non userò il mio potere
speciale, perciò, se sei bravo vedrai che puoi vincere tu. -
- D’accordo! - Rifecero la gara e alla fine dovettero contare i fiorellini
raccolti da ognuno per sapere chi aveva vinto, tanto che erano uguali i loro
mazzetti; ma, alla conta risultò vincitore Luigino.
- Hai visto che sei bravo anche tu? -
- Evviva, evviva, ho vinto! E cosi gridando, per la gioia Luigino abbracciò
forte la sua amica Fatina, per ringraziarla perché aveva voluto essere sua amica
sincera.
- Ahi! Che hai fatto, Luigino? Mi hai uccisa!- Il bambino si guardò attorno, la
Fatina non c’era più, poi aprì le mani e vide la farfalla morta stritolata.
- No, no, non volevo farti del male..! - gridò piangendo Luigino - Povero me,
cosa ho fatto; lei mi aveva detto che non dovevo farle del male, e adesso l’ho
uccisa. - Corse a casa disperato e si gettò sul letto piangendo a dirotto.
Arrivò subito il padre che lo aveva sentito entrare e gli chiese cosa gli fosse
successo, poi gli fece cenno di andare con lui, lo portò in camera da letto e
gli disse:
- Abbiamo un bel regalo per te, guarda se ti piace.- E così dicendo sollevò le
coperte del letto, Luigino vide una meravigliosa bambina, appena nata, che lo
guardava fisso negli occhi. Vide che aveva dei piccoli riccioli biondi sulla
fronte e due occhi verde smeraldo.
- Ciao, Luigino, non mi riconosci? Sono Fatina.!- Luigino ebbe un sussulto, si
guardò attorno, ma non vide la Fatina.- Guardami, sono io! - Luigino si accorse
che la voce proveniva proprio dal letto, guardò la piccola e vide che lo fissava
intensamente negli occhi. - Questa volta sono venuta per sempre e non ci
lasceremo mai più; sei contento, ora? - Luigino capì che la Fatina era proprio
la piccola che era appena venuta al mondo, si mise a piangere, questa volta per
la gioia. Da allora, Luigino e Fatina vissero felici e uniti per sempre.
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