Racconti di Monica Fiorentino
   Pagine: 36 
   Prezzo: 3,50 euro
   Tel.: 333 9385362

 

PROFILO DELL'AUTRICE

MONICA FIORENTINO è nata il 03/10/1976 a Sorrento (Na) dove vive e lavora. Ha partecipato a Concorsi Letterari in Italia e all'estero con discreti risultati. Da anni si dedica alla stesura di «Ali di Carta» una raccolta di racconti che ha per tema gli angeli, e ad «Ali di Inchiostro» una raccolta di poesie della stessa tematica sia in forma cartacea, che virtualmente scaricabile dal sito della Fumetteria Cartooncult di Castellammare di Stabia (NA).

 

IL GIRASOLE : L’AMORE INFELICE

"Non me lo dire!" esclamò Augusto stringendo le mani a pugno, voltando perentoriamente le spalle alla sua interlocutrice, visibilmente irato.
Lui spirito bellissimo dai lunghi capelli dorati e la pelle dello stesso colore, leggeva chiaramente negli occhi di lei cosa stava per dirgli senza bisogno che aprisse bocca. Erano così tanti anni che si ripeteva quella scena ormai che l’aveva imparata a memoria.
"Lo so bene che sono tenuto a rispettare le regole!. Conosco il mio stato, sono lo spirito bello del fiore allegro di girasole devo tenere l’allegria e la vivacità nei posti dove germoglio, ma sono severamente tenuto a calare il capo ogni notte senza vedere le tenebre, essendo destinato alla nascita a guardare solo il sole e a rivolgere il mio capo esclusivamente dove è luce. Ho detto bene?". Recitò Augusto tutto di un fiato.
"A me dispiace, non credere che ci goda di questa situazione!" imbottò alle sue spalle Elianto, stupenda creatura della madre specie. "Ma sai bene che la natura ha le sue Leggi, tutti noi facciamo parte di una catena esistenziale, e dobbiamo sottostare all’ordine delle cose se vogliamo che ci sia armonia, se facessimo ognuno a modo nostro …riesci ad immaginare cosa succederebbe?. È una magra consolazione questo per te lo capisco, tu sei uno spirito curioso e innamorato della conoscenza Augusto, lo so bene. La notte ti affascina con i suoi veli ed i suoi mille volti, fa parte di quella fetta di creato che tu ancora non conosci, e che per dovere non ti sarà mai dato di sapere ciò che nasconde. Questa realtà purtroppo è nell’ordinamento del tuo stato!".
"Non me lo ripetere più madre Elianto, tu sei savia, lo so. Per difendere la specie tu ti attieni ai suoi canoni e li condividi per giusti, è la tua parte in fondo... ma io ho sete di conoscenza, vorrei per una volta vedere ciò che la luce non rischiara, levare il capo anche di notte, fissarne le ombre e perché no, anche gli spettri. Voglio conoscere ciò che mi circonda, al di fuori dello stretto raggio della dorata corolla di girasole!" rincarò Augusto "Noi vediamo le cose in modo perfettamente differente, e per questo non ci capiremo mai!".
E così dicendo lo spirito balzò via stizzito saltando col suo esile corpo, da un fiore all’altro, perdendosi nello sconfinato campo indorato.
"Augusto sei lo spirito dell’allegria e dell’orgoglio, e non ti piegheranno certo le mie parole. Io come madre specie sono tenuta, a far rispettare con la mia voce e lo scettro del mio comando tutte quante le regole, affinché non si estingua ne venga mai messa in pericolo la fioritura... e per quanto tu possa amare la notte, e la tua voglia di conoscerla sia sconfinata, da me riceverai sempre un diniego. Ma purtroppo nel linguaggio dei fiori tu rappresenti l’amore infelice, e sotto questa insegna tu agirai fino a bruciarti l’anima!". E assicurate al vento le sue parole Elianto, stringendosi nel suo manto di petali pastello tinti, chinando il capo si allontanò, cosciente che Augusto avrebbe ceduto al suo impeto.
"Solo una volta, semplicemente una volta soltanto, cosa mi potrà mai succedere?" pensò lo spirito al sovvenire di quella stessa notte, scorgendo il cielo tingersi di una calda sfumatura amaranto e i boccioli iniziare a calare il capo per prepararsi al sonno notturno. "È colpa di Elianto se ho paura, se sono cresciuto con il timore di disubbidire, di cacciare fuori la mia voce e seguire il mio istinto!. Lei mi ha inculcato il terrore, ma un minuto non cambierà la mia vita!".
E così pensando quando venne il suo turno, Augusto tenne alto lo stelo e anziché chiudersi nel cuore caldo ed accogliente del fiore, restò ben dritto aspettando trepidante il giungere della bellissima dama di nero vestita, aprendo per bene gli occhi.
Ma fu questione di un secondo, un solo secondo e al calare delle tenebre il petto dello spirito venne dilaniato, e prima ancora che lui potesse avere il tempo materiale di rendersi conto di ciò che stava accadendo il suo corpo si dissolse in cenere, e la polvere bagnando i petali del girasole aperto, a contatto con la rugiada divennero una sola grossa goccia dorata d’olio incandescente.
Unico prezioso segno del passaggio di Augusto nella natura, a cui aveva disubbidito, credendosi tanto forte da essere in grado di agire a suo piacimento.

continuano altri racconti

- VETRINA LETTERARIA -

 
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