Racconti di Monica Fiorentino
   Pagine: 36 
   Prezzo: 3,50 euro
   Tel.: 333 9385362

 

PROFILO DELL'AUTRICE

MONICA FIORENTINO è nata il 03/10/1976 a Sorrento (Na) dove vive e lavora. Ha partecipato a Concorsi Letterari in Italia e all'estero con discreti risultati. Da anni si dedica alla stesura di «Ali di Carta» una raccolta di racconti che ha per tema gli angeli, e ad «Ali di Inchiostro» una raccolta di poesie della stessa tematica sia in forma cartacea, che virtualmente scaricabile dal sito della Fumetteria Cartooncult di Castellammare di Stabia (NA).

 

CHI È EDWARD BACH?

Edward Bach nasce il 24 settembre 1886, in una ridente campagna del Galles. Curioso sin da piccolo dei misteri della natura, amante del silenzio e della solitudine, desideroso di lenire le sofferenze altrui col suo sapere, una volta adulto il giovane Bach si laurea in medicina, e inizia la pratica presso una clinica londinese.
Contrario alla medicina tradizionale, che intendeva l’uomo semplicemente come una macchina, a cui sostituire i pezzi in caso di cattivo funzionamento, voglioso di sperimentare invece un metodo curativo che prendesse in considerazione il malato, sia sotto il profilo fisico che psicologico, Bach prende a studiare rimedi naturali in sostituzione dei consueti farmaci, largamente usati dai suoi colleghi.

Scoprendo in natura un ampio ventaglio di terapie alternative, e approfondendo le sue tesi, dai testi omeopatici calcati da grandi terapeutici, Bach comincia ben presto a somministrare ai suoi pazienti nuove cure, ottenendo ottimi risultati.
Osteggiato dai compagni di lavoro, per le sue teorie innovative il giovane medico, dopo una lunga malattia, che l’aveva aiutato a prendere piena coscienza della sua strada, decide personalmente di cancellarsi dall’Ordine dei Medici, e di qualificarsi semplicemente un erborista.
Ottimo omeopata, scopritore di ben trentotto rimedi floreali naturali, il medico Bach morirà nel 1936 durante il sonno, dopo una lunga vita dedicata con successo alla ricerca naturale alternativa.
La sua filosofia è riassumibile, dalle sue stesse parole: "La malattia non è una crudeltà in sé, né una punizione, ma solo ed esclusivamente un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più gravi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci alla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto scostarci".

 

CENTAURIUM:
PRENDITI CURA DI TE STESSO!

"Adesso sì!" urlò una voce sconosciuta, facendo capolino da un ciuffo di fiorellini rosa, con una smorfia distorta dipinta sul viso.
"Adesso basta! Voglio parlarci io, con questa benedetta ragazza e indurla a ragionare! Non posso sopportare più questo suo modo deleterio di agire, ora voglio mettermi anche io in gioco! Lei non può annullare se stessa per gli altri, e tralasciare il desiderio legittimo di realizzare qualcosa per sé, servendo solo il suo prossimo!". Esclamò lo spirito bello del fiore del centaurium, ergendosi in tutta la sua altezza, coi piedini ben piantati nel cuore del bocciolo.
"E credi di riuscire a cavare un ragno dal buco, così facendo?". Gli fece eco la voce ironica di una pecorella, fuggita dal gregge e avvicinatasi curiosa, alla dolce creatura.
"Tu non conosci bene la giovane Concetta, come la conosciamo noi! Lei ha sempre tanto da fare con la casa, con il lavoro, con la famiglia, mille incombenze riempiono la sua giornata e non ha mai tempo per sé, non credo le farebbe piacere fermarsi a parlare con te di cose tanto futili, nei pochi momenti liberi che le restano! Tu caro Costantino hai grandi proprietà terapeutiche, e il tuo altruismo nei suoi confronti è lodevole, ma lei è fatta così, vive per gli altri e pure se veste di stracci, ha sempre gli stessi zoccoli ai piedi e porta perennemente i capelli legati senza alcun fronzolo, è felice così!".
"Non credo, pecorella mia! Mentre voi pascolate e lei può finalmente concedersi un po’ di tregua, sedendo sull’erba sotto il sole, Concetta non fa altro che scrivere lunghe poesie. Una volta l’ho veduta sospirare al cielo con occhi sognanti, e nel suo cuore ho letto il desiderio di far uscire dal suo cassetto quelle liriche.
La scrittura per lei rappresenta un riscatto, un modo per esternare finalmente le sue emozioni, per sentirsi viva, ma inesorabilmente i mille impegni quotidiani che l’affliggono, non le permettono di andare oltre e se continua così, niente potrà mai cambiare a suo favore!".
"Centaurium dolcissimo" riprese la pecorella "Tu sei il fiore che indirizza con la sua essenza ai fini più alti, che aiuta a cercare un interesse personale e raggiungerlo, piuttosto che servire i fabbisogni egoistici di coloro che sembrano impossessarsi delle vite altrui, per trarne solo giovamenti propri. Tu vedi nelle liriche di Concetta motivo di rivalsa, le sue auliche parole potrebbero a ben dire essere apprezzate da molte persone, se potessero trovare diffusione. Ma lei ha troppi impegni da assolvere, e io ti consiglio di lasciarla stare!".
"No. Lei deve avere il coraggio di essere felice! Di far parlare se stessa, e di dire di no al peso che le viene imposto, togliendole tutto quanto il tempo per sé. Deve reagire!".
Chiarì il risoluto Costantino, dalle spiccate capacità terapeutiche salutari.
"E che così sia, allora! Noi dobbiamo molto a Concetta che ci ha sempre trattato con cura e amore, spaccandosi la schiena per noi. Fare qualcosa per renderla felice è il minimo!" dichiarò l’animaletto salterellando sulle bianche zampette.
"Coglierò uno dei tuoi fiori Costantino" spiegò il suo piano il ruminante "e ti porterò a lei, tu parlale col cuore!".
E colto un ciuffetto profumato di fiori, tenendolo ben stretto fra i denti lo portò trotterellando alla padroncina, seduta al sole.
"Che belli!" esclamò di un fiato la fanciulla contemplando il meraviglioso regalo. "È una pianta di centaurium! Ho letto su di un libro che questo fiore venne usato da un medico inglese di nome Bach, per curare in modo naturale coloro i quali tendevano a dare troppo gli altri, per aiutarli a ritrovare uno stato di equilibrio. Lui asseriva che chi dona tutto agli altri, senza ricevere mai un proprio tornaconto, ben presto resta svuotato e si ritrova solo, senza essere più capace di cambiare la propria vita!".
E contemplando stranita il fiore, al ricordo di quelle parole lette anni addietro e completamente dimenticate con il tempo, Concetta si fece cupa in viso.
E fissando quell’improvviso cambiamento, la pecorella pensando in cuor suo che forse Costantino aveva visto giusto, rise felice di essersi prestata alla realizzazione di quel piano.
Il giorno seguente Concetta radunate le pecore non si recò subito al pascolo, ma fermandole in un posto più vicino, si diresse da un giovane poeta conosciuto da tutti in paese, per fargli leggere i suoi testi con cuore trepidante.
E ricevute da lui parole di lode e apprezzamento, spinta a continuare la sua opera, cominciò a credere in se stessa e a subordinare le sue incombenze ai suoi desideri, tenendo per sé il tempo necessario per dare voce alle sue emozioni.
E imponendosi di superare la sua posizione ristretta al solo ruolo di pastorella, ascoltando la voce della sua anima tralasciando il giudizio altrui che la bollava come una perditempo, scrisse e studiò per se stessa, pubblicando col tempo una raccolta propria dal titolo ‘Fiori di maggio’, che portava in copertina una bellissima immagine di un centurium portato in bocca da una bianca pecorella.

continuano altri racconti

- VETRINA LETTERARIA -

 
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