Saggistica
di Irmo Sassone
1906: conquistate le 8 ore
1909: primo contratto monda!
Pagine: 100
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PROFILO DELL'AUTORE
IRMO SASSONE è nato a Quinto Vercellese nel 1927 e vive a Vercelli.
Bracciante agricolo in origine, poi dirigente politico e sindacale, Senatore
della Repubblica nella VII e VIII Legislatura (1976-1983). Componente della IX
Commissione agricoltura e di una Commissione per la CEE. Ha pubblicato dieci
Quaderni Annuali. Le lotte delle mondine e dei braccianti vercellesi: un secolo
della nostra storia; le raccolte degli interventi in Aula al Senato; le raccolte
di poesie: Siamo nati per vivere; La vita è dura; Nuova qualità della vita; 35
ore settimanali; Il futuro è in Europa; La globalizzazione; I saggi: Sulla
storia del movimento operaio vercellese e la conquista delle 8 ore di lavoro in
risaia; Dalle terre del malcontento; Sinistra in maggioranza; Coi piedi per
terra; Il vercellese tra sviluppo e crisi; L’alba del 2000; Insieme per il
lavoro 1° Maggio 1999; Insieme nel XXI Secolo per lo sviluppo sostenibile e il
riequilibrio del mercato del riso; Il vercellese in movimento; In Europa; Risaia
vuota (magazzini pieni); Un pro-getto di vita per lo sviluppo vercellese; La
conquista delle 8 ore.
PRESENTAZIONE
L’Ibis in risaia
Uccello-dio sacro ai faraoni
Ambasciatore che porta pena
Venerdì 8 dicembre 2006, il giornale La Stampa di Torino ha
pubblicato una pagina dedicata all’Ibis in risaia, con uno scritto di
Sebastiano Vassalli, autore del libro «La chimera», e di altri premiati.
La storia dell’Iris, si intreccia con quella degli uomini, e si dice che
preannunciava le piene nella valle del Nilo in Egitto, dove si sono coltivati
quasi 100 quintali di riso all’ettaro (95 nel 2005), e Vassalli si domanda: «Che
voglia ricordarci con il suo essere fuori posto», uno stato di precarietà che
ormai minaccia anche noi uomini, e che le statistiche non bastano a tenere
lontano».
Allo scrittore ho consegnato il libro sul Centenario delle 8 ore, come a Carlin
Petrini organizzatore di «Terra Madre a Torino», ed ai professori
dell’Università degli studi del Piemonte orientale Facoltà di economia- Aula
Magna, via Perrone, 18 - Novara l’8 novembre del 2006, in occasione di una
tavola rotonda, dal titolo: Domani, la terra.
Ero con l’on. Renzo Franzo, il ricercatore dr. Antonio Finassi ed alcuni
altri vercellesi. Due giorni dopo, sabato 11 novembre si è poi inaugurato a
Casalbeltrame il Museo Etnografico dell’attrezzo agricolo.
Nel Vercellese, a Quinto, nel mese di luglio 2004, si era allestita una
Mostra degli attrezzi e delle macchine agricole, con le fotografie contenute
nella pubblicazione «La risicoltura antica - Gli attrezzi e le macchine
agricole», esposte presso il Comune di Quinto, realizzata dall’Associazione
Museo della civiltà Risicola, presieduta dal dr. Franco Ardizzone, col
contributo del consulente on. Franzo, attrezzi e macchine antiche ora ricoverate
presso l’azienda agricola Veneria di Lignana.
Sempre a Quinto, nei giorni 12 e 13 settembre 2006, si è aperto il Castello
rimodernato coi Fondi Strutturali Europei, ma ancora vuoto, si vuole utilizzare
questo storico Castello per la Mostra Storica sul Vercellese, dove si
sono conquistate le 8 ore di lavoro in risaia, nei primi anni del 1900, primi in
Italia e in Europa.
La proprietà del Castello di Quinto è attualmente del Comune di Vercelli, perché
la Regione Piemonte, negli anni scorsi, ha deliberato il passaggio di proprietà
ai Comuni delle IPAB dove risiedevano gli uffici della ragione sociale,
come la Fondazione Avogadro.
Nel titolo del giornale La Stampa dell’8 dicembre 2006, si è scritto: «Ibis,
l’ambasciatore che porta pena», ma le pene in risaia ci sono già state prima
della venuta degli Ibis, e le elenchiamo.
1) Si celebra il Centenario della conquista delle 8 ore, ma le mondariso locali
che le hanno ottenute non ci sono più, sostituite da diserbanti e mietitrebbie,
senza un adeguato sviluppo economico negli altri settori.
2) Rispetto ai 166.208 abitanti del censimento 1901 nel Vercellese, si sono
registrati 128.549 abitanti al 31 dicembre 2003, con una differenza in meno di
37.659 abitanti.
3) Le aziende risicole a fine 2003 erano 1.309, con una media di circa 50 ettari
per azienda, che è la più alta in Italia che si conosca, e c’è da presumere che
entro il decennio si ridurranno a meno di 1.000, poiché 191 sono fino a 10
ettari, e 250 sono fino a 25 ettari, per effetto degli accorpamenti aziendali,
in affitto o in proprietà delle aziende oltre i 25 ettari, che sono 700 e di
quelle oltre i 100 ettari che sono 168, le quali percepiscono circa 1000 euro
all’ettaro di integrazione al reddito dalla politica agricola comunitaria (PAC).
4) C’è da auspicare che nel Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 e coi Fondi
Strutturali europei, ci sia la possibilità di programmare lo sviluppo rurale nei
piccoli comuni Vercellesi, come non è avvenuto finora con la Legge Regionale del
13 ottobre 2003, n. 26, la quale prevede: «La Giunta Regionale qualora
sussistano esigenze di rilievo generale, può predisporre progetti di interesse
strategico per l’economia del distretto, sentita la Commissione consigliare
competente».
5) C’è da ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al ricordo del
Centenario delle 8 ore fino al 1906, ricordando le iniziative riformiste
dell’avvocato Modesto Cugnolio, proveniente dalla borghesia, del primo ministro
del Lavoro Mario Abbiate, e prima ancora del parroco di Vettigné di Santhià don
Scaramuzza, che furono i primi riformisti autentici che organizzarono mondariso,
braccianti e salariati per conquistare i primi diritti sociali.
6) Oggi si propone la costituzione del Partito Democratico per le elezioni
europee del 2009; non ci sono più i 30 mila lavoratori nella risaia, né i 3.018
della Montefibre, quasi tutti iscritti al sindacato, e in 14.000 iscritti al PCI
(ma circa 1.000 ai DS) e si devono affrontare problemi nuovi, come la sfida
dell’Asia, e in particolare della Cina e dell’India.
Auspichiamo che l’Ibis in risaia, il fenicottero adorato dagli egizi, non sia un
ambasciatore che porta pena, ma sia una novità bella per il paesaggio della
risaia, ormai cambiato, senza alberi sulle ripe, con le cascine cadenti, con le
rane che non cantano più.
Continueremo a ricordare il Centenario delle 8 ore almeno fino al 2009,
quando si conquistò il primo contratto monda interprovinciale con l’orario di 8
ore e 30 minuti, con l’impegno delle 8 ore per il 1910, con il contributo di
socialisti e cattolici nell’epoca giolittiana, per contribuire ad affermare in
Europa e nel mondo le 8 ore con salari adeguati, che sono diritti di valore
universale, nell’epoca della globalizzazione.
Irmo Sassone
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