Nome e Cognome

Romanzo
di Alessandra Daga
Pagine: 32
Prezzo: 3 euro
ISBN 978-88-6170-033-8
 


 

Per questioni di privacy il lettore che desidera contattare l'autore per l'acquisto di un volume, deve inviare una e-mail a ali@pennadautore.it

BANANA SPLIT

Era lì, sul piattino tutto decorato con filini d’oro zecchino. “Banana split” faceva un figurone. Era bella colorata invitante e soprattutto buonissima. Lei, col suo corpo zuccherino e affusolato, si sentiva importante ad essere servita in un piatto d’oro. Quando però, vide la forchetta d’argento tutta ricamata ed elegante che si stava pericolosamente avvicinando, si fece nera dalla rabbia e diventò puzzolente. “Cameriere, questa banana split è marcia!” “Oh, mi scusi tanto signore. Ora gliene porto un’altra!” “No, grazie. Non voglio più vedere una banana split in vita mia!.” La banana era contenta: il suo sacrificio era servito a salvare tutte le altre. “Vorrei allora un’ananas a fettine, per favore” chiese ancora il cliente. Gli ananas si guardarono impietriti: “Chi li avrebbe salvati?”.

 

AMORI ASTRALI

Il Sole e la Luna alla fine della giornata si incontrano.
Lui ha appena terminato il suo lavoro, Lei lo deve iniziare.
Si guardano perplessi come a dire: - Ma noi che ci piacciamo così tanto,ci potremo mai incontrare? -
I giorni e le notti, si susseguivano senza sosta e i due poveretti erano sempre più tristi perché non si potevano mai incontrare.
Un bel giorno Dio, provò pena per loro e decise che il giorno e la notte si sarebbero mischiati per formare un giorno-notte meraviglioso: con le stelle e i bagliori del Sole.
Il Sole e la Luna erano “alle stelle” dalla gioia: potevano stare insieme finalmente. Gli abitanti della terra, però, erano completamente disorientati perché non capivano più quando bisognava andare a scuola e quando, invece, dovevano tornare a casa.
E così molto tempo passò.
Il Sole e la Luna erano sempre più innamorati ma, si rendevano conto che, la vita di tutti i giorni non poteva continuare così, in quel caos.
Allora decisero di non incontrarsi mai più, ma in loro, rimase un bellissimo ricordo di quel periodo. I bimbi disegnano sempre il sole e la luna.
Il Sole ha sempre un sorriso trionfante.
La Luna, invece, sembra dondolare come in una altalena.
Se la guardiamo attentamente, vediamo che ha ancora le occhiaie: forse, poverina, non ha dormito troppo in quel periodo.

 

GIOVANNI E IL PALLONCINO PERDUTO

C’era una volta un bambino molto ricco: i suoi genitori amavano viaggiare: vagare di luogo in luogo alla scoperta di paesi lontani e di persone diverse.
Ma Giovanni, che aveva solo sette anni, s’annoiava moltissimo: lui preferiva viaggiare con la fantasia.
Un giorno mentre passeggiava con la mamma ed il papà, vide un venditore di palloncini. Era un uomo alto e magro come un grissino. Era talmente secco che sembrava volasse da un momento all’altro. Urlava: "Palloncini, palloncini colorati". Ne vendeva veramente per tutti i gusti: con gli occhi storti, con la faccia da mostro, truccati da pagliaccio.
"Mamma, mamma, me ne compri uno per favore"? Giovanni volle il palloncino stellato: tutto luccicante e splendente. Ma stava per prenderlo, quando gli scivolò dalle mani volando su alto nel cielo.
"Palloncino, palloncino mio, non lasciarmi"! urlava Giovanni disperato. Afferrò forte il palloncino pagliaccio e, con grande sorpresa iniziò a volare. Sopra il campanile, sopra le nuvole, sopra lo zoo che gli piaceva tanto. Voleva inseguire il palloncino stellato, voleva vedere dove andavano a finire tutti i palloncini persi dai bambini.
Finalmente lo trovò. Era posato su una nuvola gigantesca, insieme a tutti gli altri.
Tutti belli, colorati, divertenti e luccicanti. Tutto ad un tratto arrivò anche l’omino grissino: quello che vendeva i palloncini giù al parco. "Non volevo lasciarti solo" disse a Giovanni. "Hai visto com’è bello qui dall’alto? Vedi tutto così piccolo e ti senti il padrone del mondo anche se hai solo un palloncino. Anch’io non ho resistito alla tentazione di volare e sono venuto fin quassù alla ricerca del mio palloncino pagliaccio..."
"Ehi Giovanni!" Qualcuno batté sulla sua spalla: "Svegliati Giovanni, stiamo per arrivare a Venezia: a veder le maschere che ti piacciono tanto."
L’aereo stava per atterrare nella città più bella del mondo e Giovanni si svegliò. Era stato un gran bel sogno, ma una realtà bella come un sogno lo aspettava.

continua con altri racconti

- VETRINA LETTERARIA -

 
HOME PAGE