Francesca Santucci

Fiaba
di Francesca Santucci
Pagine: 21 (con disegni a colori della stessa autrice)
Prezzo: 5 euro
 

 

PROFILO DELL'AUTRICE


Poetessa e scrittrice, studiosa del femminile e dell'antichità, autrice di prefazioni e di articoli giornalistici, ha pubblicato raccolte di poesie, racconti, fiabe e saggi. È presente in antologie collettive e raccolte multimediali e suoi articoli sono stati pubblicati sul “Notiziario per i soci italiani della Bronte Society”.
Una sua fiaba, “La favola del sole e della luna”, è stata musicata dal cantautore Pino Barillà, e, sempre dalla stessa fiaba, è stato tratto un cartone animato.
Il pittore bergamasco Arturo Bonanomi ha illustrato a tempera la sua poesia “Ad una rosa”, pubblicata in tiratura limitata dalla casa editrice Pulcinoelefante. Inoltre un suo testo sulla Beata Pierini Morosini è stato scelto per il pannello del perdono (concesso da Sara Noris, la madre di Pierina, al brutale assassino della figlia) esposto all'interno del nuovo museo, dedicato alla Beata, presso la Chiesa parrocchiale di Fiobbio di Albino (BG).
www.francescasantucci.it
francesca@francescasantucci.it

 

LA RONDINE

Gradita, attesa, annuncio del risveglio della natura, messaggera di primavera, puntuale ritornando ad ogni stagione, sempre la rondine rinnova lo stupore per la bellezza e le meraviglie delle creature e del creato.
Uccello dal becco corto, il capo, il dorso, le ali (forti e lunghe) e la coda biforcuta d’un bel nero lucente, il petto e il ventre colore bianco sporco, il piumaggio della fronte e della gola rosso ruggine, migratore, che giunge a gruppi in aprile ed in stormi riparte per svernare, con sorprendente orientamento ogni anno sa ritrovare il nido dell’anno precedente, ma sa anche allestirne uno nuovo, preparandolo sotto i tetti o i porticati o in solitarie stanze, e con identica amorosa cura lo riassetta e lo ripara, con fango, con pagliuzze, con steli trasportati col becco.
E ai primi caldi la femmina depone le uova (intanto che il maschio va in cerca di cibo), attendendo con amorevole cura la nascita dei piccoli, pazientemente covando finché quelli, rotto il guscio, non sollevano incuriositi il capo implume: allora, sollecita, porge il nutrimento ai suoi rondinini.
Con meraviglioso istinto di difesa è capace di difendere il suo nido, all’occorrenza infierendo tremendi colpi d’ala contro il nemico, chiamando a raccolta, in caso di grave pericolo, le compagne, insieme alle quali fare tanto schiamazzo da spaventare il malintenzionato, insegnando, poi, da brava mammina, ai suoi piccini a volare, allontanandosi con loro gradata-mente, finché, un bel giorno, non spiccano da soli, sicuri, l’agognato volo.
Creatura gentile, graziosa, leggiadra, agile, armoniosa, libera e quasi solenne nel suo volo erratico ("giocattolo preferito dal vento" la definì Jules Renard), passando e ripassando lungamente ad ali tese nello stesso tratto di cielo a caccia d’insetti, posandosi frequentemente e con facilità su rami, tetti, fili metallici, sul terreno (per raccogliere il materiale occorrente alla costruzione del nido) solo per brevi istanti, camminando, goffa e impacciata, con difficoltà, dal cinguettio allegro, pur non essendo abile cantore, riempiendo l’aria dei suoi richiami gai e argentini soprattutto al tramonto, la rondine non teme l’uomo, che non solo non sfugge, ma di cui sembra cercare la presenza prediligendo, per costruire il riparo, luoghi nelle sue immediate vicinanze.
E l’uomo, in genere, ama e rispetta la rondine, anche per riconoscenza per la gran distruzione di insetti a lui nocivo che attua, ma capita anche che qualcuno, insensato, le dia la caccia…
Era rimasta sola mamma rondine, senza il suo compagno, caduto tra i rovi durante un volo di ritorno, ed ora doveva procurare il cibo per i suoi piccolini, ma le si stringeva il cuore ogni volta che era costretta a lasciarli nel nido incustodito, consapevole che avrebbero potuto essere facile preda di malvagi rapaci.
Ad uno ad uno guardava i suoi piccini, li contava, li ricontava, faceva mille raccomandazioni, poi, dopo aver lanciato commossa un ultimo sguardo con i begli occhi neri, puntava il becco triangolare verso l’alto, allargava le ali e spiccava il volo.

continua

- VETRINA LETTERARIA -

 
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