PREFAZIONE
«Ho perso tutto; l’identità del cuore». Così una delle prime poesie di Angela
Aprile, la quale afferma anche, in una sorte di faustiano ergersi: «Vorrei, ma
non so arrendermi; / piuttosto cedo l’anima». Gloria Chiappani Rodichevski |
Ascolto la vita Mi sveglierò e morirò di te; perché ad occhi chiusi, ormai, non vivo più. Ascolto la vita; i sussurri del mare respirano di emozioni, ed io, lungo i suoi fianchi, infrango il mio cuore. I sentimenti miei, come granelli di sabbia, s’alzano, soffiati dalla brezza del tuo amore; un turbinio che m’agita, scotendo, forte, il cuore. Io non so, più, riprendermi; sono caduta a terra; i miei occhi, ormai vedono solo luci sfocate. Ombre, d’intorno, vagano ai miei, foschi pensieri; mesti presagi funebri, di un animo in travaglio, che al dolore di vivere, non sopravvive più. Chiusa nella prigione, angusta, del mio presente, come una corda al collo, sento la vita; ma non respiro più. L’amore ha soffocato, tutti, i miei desideri, e il sentimento lacero, negli abissi precipita del limpido tuo mare. Nulla può più sorprendermi; la vita ha rivelato, che ingannevole era credere nei grandi sentimenti; utopie di un’anima, che viveva di sogni. Astratta la mia vita, vuota di contenuti. Meteore i sentimenti vagano, nel cielo imperscrutabile di emozioni e ricordi; impulsi insopprimibili di un, solo, grande amore. Vorrei, ma non so arrendermi; piuttosto cedo l’anima; il cuore sta morendo. La vita mia bruciatela; non mi appartiene più. Puro il mio amore, vivido, nel cielo risplenderà; perché il mio sogno ha un’anima e sopravviverà.
Il gemitio del cuore Mesti i rintocchi di un campanile, a sera, cadenzano i passi miei, verso la morte. Cupo il rumore, che il dolor produce; forti i lamenti emessi dal mio cuore. Voci non hanno i sentimenti miei; angeli puri, soppressi dall’amore; cenere resi da inganni e crudeltà. Sbiadite le riflessioni dei miei pensieri; meditazioni che risposte non danno, acuendo il, mio, senso d’inutilità. Ho perso tutto; l’identità del cuore; le mie emozioni; la razionalità. Vivo il dolore, la noia; forte il tormento dell’infelicità. Sento d’amore il palpito e il respiro; il gemitio del cuore, che spegnendosi sta. Aneliti non ho; sogni e ideali; solo il tuo amore è icona, del sentimento, che porto dentro con sacralità. Tu sei presente, anche se non ti ho vicino; ma sei distante quando ti sono accanto. È un’altalena il viver mio presente; schiudere gli occhi e, poi, morir di te. La nostalgia cavalca il sentimento; sfida le onde; ma mi sommergerà. Gli squali, poi, divoreranno il corpo; per soddisfare la loro voracità. Cuore poeta; anima sognatrice; ero. Nulla son, adesso, che l’anima ho smarrito; e il tempo mi ha cancellato, già.
Abbracciati dal mare Insieme a te per sempre, abbracciati dal mare, l’alba ci coglierebbe distesi sulla sabbia; sfiorati dalle onde, a scorgere l’aurora. Il respiro del mare, sarebbe il nostro battito, e il suo profumo, intenso, la nostra voluttà. All’orizzonte nitido, lo sguardo volgerei, per perdermi, rapita, nel mare dei tuoi occhi. Il mare veglierebbe il nostro sentimento, cullando le emozioni, fluttuanti, nel cuore. Come gabbiani, in volo, il cuor ci condurrebbe, a raggiungere la vetta del nostro sentimento. Liberi di discendere, tuffandoci nell’acqua; dove correnti limpide, lambendo le coste, produrrebbero suoni melodiosi per noi. I tramonti sarebbero pennellate d’arancio, sparse nelle colline d’immensa azzurrità; che di luce irradiandoci, darebbero speranza. E di notte, i riverberi delle fulgide stelle, di magia ammanterebbero la nostra intimità. Io vorrei con te, vivere abbracciati dal mare; ma il tuo cuore non palpita un afflato per me. Posso, sola, raggiungere quella spiaggia agognata e d’amore, poi, spegnermi, nel suo abbraccio, per te. Consapevole destino Gli stati d’animo pregni di sofferenza; gesti consueti di ripetuti affanni; malinconia dei giorni mai vissuti. Bruciati ardori, dissolti desideri; arso il mio cuore di affetti e sentimenti, che, predatrice, la vita mi ha usurpati. Consapevole vivo la condizione, di chi al destino sottrarsi, non può più. Febbre d’amore sento, ma trema il cuore; freddo, perché si sente solo. Bruciano gli occhi; di lacrime il dolor li irrora. In petto, vivo una sensazione strana; pulsa il mio cuore, eppur, lento si spegne; linfa d’amore, nelle sue vene, non giunge. L’aria mi manca; il mio respiro affanna. Vita non hanno, né spazio i miei sentimenti; astratte forme dell’io che in me esisteva; delle emozioni che, forti, mi produceva, senso d’amore e la sua sacralità. Non sento più la vita; non percepisco i suoni. L’eco mi giunge di un palpitar distante; voci smorzate di chi, come me, comprende, che il suo destino, presto, si compirà. L’amor mi duole ed il mio cuore spegne; ma silenziosa, con dignità, patisco. Profano il sogno, ignaro il sentimento, fragile, hanno reso il cuore mio, di donna; che, nel tuo amor, credeva d’aver trovato, la felicità.