Preludio
Camminare in un viale di foglie morte,
come se l’esistenza
non avesse mai conosciuto
il mio esistere.
Tendere la mano
alla regina zingara;
i suoi occhi sono come
pianeti persi nell’Universo.
Attendere il tintinnio del mattino,
per assaporare il fascino
cupo della tristezza.
Inseguire l’ombra,
che vaga nel tempo,
e sconfitto,
respirare il preludio
di un addio
inevitabile.
Camminando nel buio
A volte, cammino nella luce,
vedendo il buio.
Ma molte volte,
cammino nel buio,
vedendo la luce.
Vedo l’addio di un amore
tra le lacrime,
e tra le lacrime,
nascere un altro amore.
Vedo i tempi che cambiano,
correre come treni accelerati
che dimenticano le stazioni
lasciandosele dietro,
piccole come formiche.
Tempi non belli, strani, effimeri.
Vedo altre guerre,
divorare la pace
e lasciare un niente.
Vedo altri dittatori
figli della pazzia,
costruirsi gli imperi
sulla pelle degli uomini,
e dividersi il mondo,
come se fosse un giocattolo.
Vedo questa terra,
stanca e arida,
tradita e abbandonata.
Vedo sempre meno colori,
quei colori vivacissimi
e diversissimi tra loro.
Vedo sempre meno
giustizia e solidarietà,
come acqua nel deserto.
Vedo il male vincere sul bene,
la vita come una tragedia.
Vedo l’Umanità andare
verso il grigio,
andare verso il cupo.
L'ombra di Candido
La mia ombra mi abbandona
e segue a ritroso
una inafferrabile farfalla che vola
nello splendore dell’aria.
L’essenza di questa intonsa vita,
osa catturare.
Nella valle dei piccoli sogni,
corre curiosa e felice.
Danza sulla giostra delle stagioni,
senza invecchiare mai...
Dona i colori,
a chi non ha la luce.
- VETRINA LETTERARIA -
HOME PAGE