Poesie di Dorino Bertani
Pagine: 37
Prezzo: non indicato
|
|
|
Per Matteo
Se tu mi guardi
ritrovo nei tuoi occhi
i miei giorni sparsi
nel solco del tempo
come spighe verdi
nella mano schiusa del sole.
Nella brevità del lampo
m’illuminano pensieri
di una fonte inaccessibile,
ma con la luce passa
il tuo sguardo astrale
ed io rimango ad aspettare
che tu mi guardi ancora.
I tuoi occhi
I tuoi occhi sono come
i germogli del tempo
sui rami sciolti
alla luce di un mattino.
La nostra razza
La nostra è una razza
che ha imparato a mordere
l’erba amara delle siepi
su colline magre di terra e di voci.
Per un pugno di speranze
ha contato le ore della zappa
su meridiane di tufo
e ha raccolto sassi inquieti
con mani crepate.
Dalle case segnate dal tempo
le donne, da sempre,
hanno posato sguardi lungo
sentieri che portano alla pianura
e conservato innocenti evasioni.
Da allora sono scesi torrenti
gonfi di stagioni ma lassù
è rimasto un ragazzo scalzo
davanti a capre curve
che annusano un tempo immutabile,
un volo di storni
e un guizzo di lucertole.
Droga
Dopo questo sbiadito tramonto
che s’intreccia tra i vicoli
e le piazze di Verona,
la notte ti troverà disteso
su lastre di porfido grigio
a bere il tuo sorso di cielo.
Sotto androni ammuffiti
dove marciscono gli splendori
della corte di Cangrande,
danzerai coi fantasmi
ai cupi rintocchi
della torre dei Lamberti.
Si farà giorno solo perché
tu, povero vecchio ragazzo,
che porti nelle vene e nella mente
il frutto di una civiltà maledetta,
possa riprendere, di porta in porta,
il tuo questuare di misericordia.
Ancora non hai incontrato
né santo né soldato
che ti porti sulle spalle
perché la corrente dell’Adige
non ti trascini fino al mare.
Da questa riva io ti guardo,
povero vecchio ragazzo,
senza bagnarmi i piedi
nel fango che ci divide:
ascolto il tuo richiamo sommesso
dallo sguardo ampio e breve
dei tuoi occhi di vetro,
ma la mia viltà non sa
che piangere la sua vergogna.
- VETRINA LETTERARIA -
HOME PAGE