PROFILO DELL'AUTRICE
ADRIANA COSMAI vive a Roma con il marito e due splendidi figli. |
Figli di un dio minore Vite spezzate, in un mondo, in una società fatta di persone che per andare avanti aprono varchi con spintoni e strattonate, indifferenti verso chi da un angolo buio e sporco chiede aiuto, con occhi pieni di disperazione. Vite spezzate, annientate da una fantomatica dea che promette visioni enfatizzate del vivere, da una dea capace di offuscare, di oscurare qualsiasi emozione, di renderti schiavo di essa... fino a morire insieme a lei, sinistramente aggrappata alle vene. Lei la droga, che spadroneggia nell’io, nell’anima, nelle vene di chi da tanto, troppo tempo si sente figlio di un dio minore. Andrea, caro amico... (per Andrea Giunta) Per ogni lacrima che riga i nostri volti, esiste un caldo abbraccio che ci avvolge, ci consola come per lenire il nostro dolore, la nostra incredulità. Oltre la barriera del tempo ci sei tu, apri gli occhi disserra i pungi, guarda sotto di te... siamo noi i tuoi amici che con il vuoto nel cuore alziamo gli occhi al cielo, nella speranza di vedere oltre le nuvole, oltre il blu, dove ora sei, nelle fattezze di pura luce ormai libero da ogni debolezza, da ogni rimpianto. Ogni tanto guarda in basso, e se vedrai occhi che guardano nella tua direzione siamo noi che ti salutiamo. Porteremo sempre nel cuore la tua allegria il tuo buonumore, addio caro amico non ti dimenticheremo mai farai parte da ora di quella enorme luce chiamata firmamento. Al crepuscolo Al crepuscolo ogni cosa si tinge di caldi colori, ogni persona è avvolta da uno striato mantello che l’abbraccia, come per lenire la stanchezza e le fatiche affrontate. Al crepuscolo... guardo fuori dalla mia finestra, le famiglie si riuniscono a tavola, un uomo corre per raggiungere l’autobus, due ragazzi si baciano sulla soglia di un portone... è come se si fosse fermato il tempo, e mentre dai miei occhi scorrono lacrime di pentimento, nel mio cuore riemerge il ricordo di quando anch’io, stanco di questi attimi di vita quotidiana, mi persi per vie traverse... nere. Ora il rimpianto è immenso, ora che il quotidiano vivere lo osservo dalla piccola finestra della mia cella, quella normalità che tanto disprezzavo è ora divenuta preziosa meta per me, che al crepuscolo sono invaso da infinita amarezza... e con un cenno della mano, e con la morte nel cuore auguro la buonanotte alla città, e chiedo perdono a Dio.