PREFAZIONE
Leggendo le poesie di Elisabetta De Rocco si capisce quanto ella ami la lettura
e quanto tra le pagine scritte da altri abbia spaziato ingordamente. Ma anche di
un’altra cosa si viene subito a conoscenza; ossia del dolore che impronta di sé
chi deve convivere con la malattia. “Il dolore lascia tracce incancellabili in
noi.” Celeste Chiappani Loda |
Una donna dome tante È notte. Sono stanca eppure sveglia; la mia pelle brucia ancora di quei tocchi esperti e languidi, fugaci e cadenzati che perpetuano l’amore, antico rito di fusione sempr’intenso e sempre uguale, celebrato sull’altare di ogni coppia e in ogni dove, d’ogni epoca e idioma. È notte. Lui è stanco e sta dormendo; la sua danza si è conclusa, si è dissolta per incanto; è arrivato già Morfeo: l’ha abbracciato e rigirato, su di un fianco ben disposto per ricevere le cure di quel sonno che ristora - la giornata di domani esige forza ed attenzione - E io resto qui da sola, coi miei sogni ad occhi aperti, elaborati e irrealizzati, una donna come tante. È notte. Sono stanca eppur non dormo. L’amore, per le donne, è donare sempre, anche se stesse, forse pure per abitudine, stanchezza, viltà, mancanza di risorse alternative
Mercenaria di Afrodite
È l’alba: un nuovo giorno sta iniziando, tu puoi infine riposare; forza, struccati e poi lavati, ciglia e tacchi puoi sfilare; lo spogliarti, adesso, sì, solo per te puoi utilizzare. La manfrina della notte si è conclusa anche stavolta, il guadagno l’hai già dato a chi ti stringe nei suoi artigli. E a te rimane allora quella foto che rigiri lungamente fra le mani: i sorrisi dei tuoi figli che ti aspettan nel paese dove il velo dell’infanzia viene presto lacerato. Cosa aspetti? Cosa cerchi? Neanche l’anima guarisce da ferite e lunghi solchi. Tu non sei “Bocca di Rosa” e non porti primavera: il tuo corpo è uno strumento per produrre del denaro... ... e l’amore che hai imparato a dispensare con le ore si dilegua evanescente quasi un fantasma... ...un’illusione.
Lucida Stella Baluginante luccichìo di tremula fiammella, minuscola, fantastica lucerna, lucida stella. Nell’oscuro silenzio dell’algida mia notte ho sospeso, come fragili ornamenti, speranze d’improvviso risorte, con gran giubilo evocate ad un trionfante riaffiorare. Creature antiche, evanescenti, diafani spettri fluttuanti, dal profondo groviglio dell’anima oggi, finalmente rischiarate da quel magico tuo essere, mio amore.
Fermare un attimo Fugacità di un’emozione, incisività di un’espressione, poesia dentro uno sguardo ch’è eloquente anche in silenzio... Il desiderio di goderne ancora a lungo ancor nel tempo, talora par sospingere a fissare quel ricordo con i versi che poi sgorgan come fiume verso il mare... Sì... Parole come gocce che zampillano incessanti e si versan lestamente, tante, a fiotti, nel torrente che eterno scorre e fugge... ... Episodi e niente più...