Poesie di Abramo Martini
Pagine: 52
Prezzo: non comunicato
Tel.: 0521 969190
|
|
PREFAZIONE
UN POETA DI CORTE
Poeta ormai veterano, già dottore Honoris causa, Abramo
Martini, di recente insignito dal presidente della repubblica Ciampi di
onorificenze degne del suo nome, apre le sue inondanti ed epocali scoperte,
unite al reale, alle amicizie, ed alle idee feconde che in comune si esaltano
nel ricordo di un tempo d’amore, silente, ma bruciante nelle vene.
Un ritorno al lido parmense, al ridente declivio dei collinosi dintorni, sino
allo sguardo immemore sulle belle statue dei giardini, dove Bacco, Arianna e le
mitologiche famiglie si animano in un corteo che nasce dal buio della notte, nel
silenzio delle viscere acquifere, nelle cannelle vorticanti, nelle spire dei
voraci e sinuosi canti, espressi in viscerali polle, emerse dai lunghi viottoli
assolati dei giardini di Maria Luisa.
Sono canti in stile giapponese, eppure esprimono una sinuosa identità classica,
uno spirito a modello di purezza adamantina, un ridondante ricordo di città e di
amici, di presenze che stringono in un alveo i sentimenti, e spalancano la magia
della parola, elevata come la corda di un citaredo, sulle vestigia di un’umanità
flagellata, per inondare evocando la meta della pace, un timbro di sacralità
antica.
Dice il poeta: «Io conosco la strada che conduce alla luce», immerso in un
palpito che esce dal petto di un dilatarsi del segno incisivo, sulla coscienza
versata a domare l’ingegno, il poeta rimane nell’estasi e convoglia la sua
irrigante vena poetica, nel canto che solleva incensieri, per portare a noi,
quei fragori eterei, che imbalsamano l’aria di suggestioni timbriche.
Le figure simboliche, manierate, colte in un momento di grazia, raggiungono come
il volo dell’aquila alte quote, donde osservare i segnali che esaltano il poeta,
per indurlo ad esprimere nella ritualità dello spasmo vitale, una spiritualità
evangelizzatrice, ed un credo sacrificale.
Milena Massani |