Poesie di Abramo Martini
       Pagine: 37
       Prezzo: non comunicato
       Tel.: 0521 969190

     

    PREFAZIONE

    È un’odissea tenera e dolente, un labirinto di inquietudini, grido perduto nel mistero del Golgota, parole antiche, ma non appassite, ed una processione speranzosa gravida d’amore e di pianto.
    Se il poeta dissemina via via le sue scaglie di vita, e si appassiona all’escalation di violenza per contrastarla con la sua intima forza, per rimuovere il deserto della solitudine estrema, suole cercar "quelle pepite lasciate libere di smerigliare al sole", cosicché nei bei giorni che invogliano alle prospettive, egli si lascia risvegliare con il sorriso sulle labbra, in armonia.
    E il dolore fecondo distoglie le ombre dal diniego, esprime la novia inusata, come una ventosa prece che arrivi alle porte del male, con quel presente ardore, con l’impeto che sa avviluppare lo spirito pacificatore; è nelle ore senza amore, che il tempo per Abramo Martini scorre nel pregare per la libertà dei simili, donne, uomini, ideali!... Nel gheriglio delle idee nasce la voce esplicante e temprata di quella sete.
    Mentre intorno la desertitudine avanza e dissecca, per contrasto, la voce della Poesia si innalza e si incava, come una mano capace di cogliere la quintessenza vitale, alla conquista di un tassello, di una tappa virtuosistica da esumare quale traccia, quale orma, nonché affermazione di forza.
    Contro le icone del male, del dolore, dell’indifferenza che ci invade, suonano sia il diapason che la lira, quell’ennesimo canto di luce.
    E la tela su cui confluisce la trama, si adagia lenta come una novena, come una lenza per adescare i pesci dell’inconcludenza, per divorare con la fame della coscienza tutti i planetari disegni di una omogenea moralità, affinché possa farsi graffito, murale, incisiva figura, ed alla fine "Autoritratto".

    Milena Massani

        Vale ancora l’amicizia
        
        L’aveva conosciuto tanti anni fa
        con lui aveva lavorato
        fianco a fianco per oltre otto anni,
        poi per cause fuori dalla volontà 
        dell’uno o dell’altro erano
        rimasti sotto lo stesso tetto
        con una mansione diversa.
        
        Lo stimava per la sua precisione
        ed anche per la volontà
        che metteva nel lavoro
        dell’archivio ed anche dopo
        ma sempre amici nel tempo.
        
        Purtroppo stando insieme
        ad altri che taglieggiavano
        su tutti senza pietà anche lui
        aveva imparato fin troppo bene
        ed un giorno perché l’amico
        veniva dalla campagna
        lui credendosi più esperto
        di certe cose lo offese,
        senza pensare che anche gli umili
        possono avere una reazione.
        
        Proprio da quella reazione
        si ruppe il filo conduttore
        dell’amicizia lasciando un vuoto
        nel suo spirito montanaro o quasi.
        
        Al rivederlo dopo alcuni anni
        e da quel suo comportamento
        gli è venuto da chiedersi:
        esiste ancora l’amicizia?
         
         
        Giostra dei Canti
        FRANCO MORA
        
        Davanti alle opere di Mora
        ognuno di noi sente di poter
        portare sulla scena, una vera
        briosa giostra dei canti,
        sciatori che sono sempre veri
        amici della neve nel colore
        della fantasia, che vede
        opere dai mille colori.
        
        Canti e pensieri si fanno
        più veri mentre persone e
        personaggi pensano che sia
        la chiesa il vero richiamo
        di fede che li aspetta,
        perché sanno che proprio là
        possono come sempre trovare
        l’amore, mentre il piccolo
        coro fa bella quella luce,
        fusa col colore dell’arte.
        
        Nevi, prati piccoli laghi
        e tutto quello che Mora ha
        saputo posare sulla tela,
        come se le opere fossero
        una vera giostra vestita
        nel paesaggio dell’arte
        che ti illumina.
        

- VETRINA LETTERARIA -

 
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