PROFILO ARTISTICO MAZZAMURRO FRANCESCO è nato ad Ancona il 27-01-1944 - Vicario Questura di Verona inizia a scrivere poesie nel marzo 2000, e vince subito la prima edizione del concorso letterario «Le poesie più belle del web» indetto dall’A.L.I. Penna d’Autore di Torino. Pubblica tre testi di poesie tramite l’editoria Graphital di Parma. Il primo testo «Emozioni», è del dicembre 2000, e il ricavato viene devoluto alla clinica pediatrica di Parma per piccoli affetti da leucemia. Il secondo testo «Le stagioni dell’anima», è pubblicato nel giugno 2001; questa volta il ricavato va in favore della Croce Rossa Italiana. Il terzo testo «Il melograno» e del dicembre 2001; anche in questo caso il ricavato va in beneficenza, e la scelta ricade sull’Assistenza Pubblica. Partecipa a diversi concorsi di poesia e dopo il successo ottenuto nel 2000 con Penna d’Autore riceve altri nove primi premi alle seguenti manifestazioni: «Premio Carnevale di Viareggio 2001», «Poesie in Cornice» del Club Poeti, «Cremona 2000», «Possenta 2001», «Carnevale di Viareggio 2002», «Padus Amoenus» di Sissa, «Antonio De Curtis» di Telese Terme, «La Violetta di Parma» e «Fanfulla di Lodi». |
Sogno d'estate... Ero lì al primo spiraglio d’alba disteso su un tappeto sterminato di conchiglie seminate sulla riva a rimirare miriadi di stelle vaganti nel firmamento, ai confini del mondo, volteggianti su mari d’argento ad illuminare l’inizio di una lunga e calda estate... polvere di stelle allora scendeva sulla sabbia oramai inumidita dalla brezza di mare che mi penetrava e raccontavo al vento la mia storia confuso tra i ricordi dell’infanzia... un’esplosione di immagini e pensieri nella selvaggia fragranza di salsedine mentre l’onda scintillava di riflessi ed ero solo a penetrare il buio a piedi nudi a scrutare il cielo... e una profonda emozione mi assaliva nella magica ora dei risvegli e freschi spruzzi delle agitate schiume aprivano vasti spazi per sognare mentre il dolce schiudersi di conchiglie sospirava carezze d’alba chiara... e mi sentivo rondine di cielo che vibra nei voli della vita disegnando emozioni nell’aurora finché non s’affacciava audace il giorno e il miracolo svaniva con la luce... Miracolo Forse cercando il sentiero che Ti ho trovato, Signore, sopito dentro il mio cuore mentre disperato scavavo tra germi d’indifferenza la mia tomba nell’anima... come nell’argine la canna si piega a folate di vento così barcollo alla fiamma che mi penetra dentro e mi risana il soffio di vita che il Tuo volto diffonde... trascorsa è l’ora dei silenzi che volgeva al tramonto, risorto io sono alla luce che stimola l’alba a sogni d’azzurro; tracciamo col segno di croce il miracolo che lo spirito rigenera. Una notte nella Bassa Dormono già i campi nella Bassa nel grigio sonno della fitta coltre e sulla strada un uomo con un fascio di legna d’albero con cappio arrotolata misura i passi silenti nella polvere mobile ombra in mezzo alla gramigna... fioca la luce di una lampada votiva nell’aria trema al sussurrare del vento, ad essa s’inchina a recitare preghiera posando il fascio su un’anima di terra le braccia al cielo e lo sguardo fisso in mistica attesa nel silenzio cupo... lungo le sponde del torrente asciutto s’ode il brusio d’insetti e il fremito di rami che l’aria violenta scuote mentre del frullo celato tra le foglie giunge il suo ultimo cinguettio canoro musica scritta tra spartiti verdi... crepita il fuoco da carboni accesi nel camino che sprigiona fumo e un tozzo di pane abbrustolito apre il sorriso di quell’uomo, stanco nella membra e negli occhi, quasi socchiusi al buio che profondo avanza. Pianto d'autunno Piange l’autunno tra nuvole di piombo e sul ciglio della ombrosa via volteggiano nel silenzio caduche foglie che si posano dai rami di un ciliegio come carezze nell’acqua del pantano... voci disperse negli antichi borghi fanno da eco ai rivoli di pioggia nelle ore che vezzeggiano le ombre quando la quiete che precede il sonno si sposa con la nebbia repentina... tempestoso bussa il vento alle finestre a penetrare battenti sgangherati mentre il pensiero malinconico s’annida tra fiumi d’ombre e mari d’emozione come aerobico volo di gabbiani... musica d’acqua come sinfonia che scivolando lungo le grondaie di pianto veste l’albero ormai spoglio e quando finalmente s’accheta il cielo si schiude all’anima.