Vocalizzo
… / E / a / me
Pare / l’ora / della / sera
mentre / il cielo / discura / e l’erba
accoglie / il raggio / (ultimatum) / messaggio
d’uno ieri / ormai ito / (rien a dire / rien a fair’).
Ed altre bugie / avvampano pigre / da dietro gl’occhi /
d’oscuri palazzi
(so let the time go on) / accade ogni anno
ogni mese, giorno
(so let the life go on).
Solo erro vagabondo
(e già tanto ho errato)
[in tutti i sensi se mai
ci sia un senso,uno!]
ripensando ad alta voce
ogni passo attento a non
calpestare le righe (oh no!)
[scaramanzia stradale]
le cacche dei cani sì (oh no!)
quelle portano bene (ah già!)
[scienza-scemenza senile] Mah,
che strano esercizio di stile
Regolarizzando l’estro al mondo ludico
Pacifico regnava in un tempo statico
L’ottimo, senza un vero motivo tragico
Predisponeva l’animo all’atto comico
Interpretando ed indispettendo logico
L’uno e l’altro ad ogni gesto magico
Finalizzato all’essere diatonico
Finché non vide nello specchio limbico
L’immagine di se peripatetico
Puntando verso il cuore il dito unico
Riflesso rifletté riflusso fallico.
Il giallocorto incornicia
Un profondo blu oltrecielo
Mentre liquida apertura
Si protende elastica
Inebrianti efflusioni
Sul giunco teso a spigola
Scendendo salgo sulla vetta
Di caramella sapida
(Ciecamente steso
m’affanno piano e
orecchie al vento
capto vibrazioni)
La levigata copertura
Si solleva e si contrae
Con ritmo sinusoidale
Com’onda su onda ‘l mare
Passando dal boschetto sacro
Mi calo nel fragore caldo
D’una rosa salsedinosa
Che avidamente suggo
(Di ciò che attorno
accade non curo)
Liberò l’amore
Come giusto premio
E chi pensa male
Non sa che si perde!
Liberamente traggo auspici
Da inutili gesti magici
Abdicando pensieri logici
Per comune credenze facili
Nell’attesa d’eventi semplici
Conto rami a noti salici
Ch’assecondano certo pratici
Divisioni di tempi unici
Contrappongo momenti lirici
A minuti con stili tragici
Straniti casi filosofici
Ad argomenti sifilitici
Fino a quando ad occhi lucidi
Perdonerò voli pindarici
Rendiconti fin troppo sferici
Per ritardi ormai biblici.
L’aria si fa assente
Nel limitare della sera
E lo sguardo fa eco
Al respiro salato del vento
Mentre spicca un balzo e decolla
Questo mio pensiero azzurro
Che s’alza a volo libero
Sul mare.
E nell’infinito occaso
D’una prima comunione
Volo faccia al vento
Ogn’incognita rischiara
E limpidamente vedo
L’oggi ed il mio passato
Predìco.
- VETRINA LETTERARIA -
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