PREFAZIONE
Con La via del sale Giovanni Teresi si presenta ancora una volta ai lettori. Difatti la sua biografia ci informa che non è nuovo al cimento della poesia; e in questa silloge vediamo un uomo dall’entusiasmo fresco, un uomo che si incanta con occhi innamorati a contemplare il suo suolo natale; e gran parte di esso è rappresentato dal mare in tutte le sue manifestazioni, in tutti i suoi aspetti. Mare che direi protagonista della presente raccolta il cui titolo ci ricorda il suo vivace sapore; mare, entità benefica che tutto convoglia a sé. «Altri bagliori di stelle, / fisse nell’azzurro profondo: / orme lasciate da solitari velieri».
Suolo natale abbiamo detto, quindi terra con i suoi frutti e con i suoi colori; terra scaldata e illuminata dal sole, munifico dispensatore di vita. E fin qui è tutto un inno di serenità e di gratitudine.
Ma Giovanni Teresi accenna molte volte anche al passato; un passato al quale però non si guarda con rancore, con nostalgia o con un brivido di raccapriccio per le esperienze negative che hanno lasciato ferite malcicatrizzate;
bensì si guarda ad esso come a qualcosa con cui si può convivere serenamente. «E
l’odore del bagnato / s’espande sulle mura / assopite dal tempo. / Dopo… con
l’arcobaleno / dalle nicchie / sui ponti riemergono i segni / le ombre del
passato». Infine La via del sale è piena di note gioiose che portano in sé i
fremiti di una completa partecipazione alla vita: «[…] / tra perle di luna / è
soffiare, cantare / le note nascoste tra i giunchi / […] / su specchi friabili
al vento».
Celeste Chiappani Loda
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Il veliero
Solitario nella nebbia
il veliero va fendendo
le onde nell’immenso,
gonfie le bianche vele
tra i gabbiani approda
in luoghi sconosciuti.
L’ancora ai fondali
traina le alghe
e s’imbriglia tra le rocce,
così inumidite, pesanti
le vele e le rigide corde
sostano al tramonto.
Lo sguardo s’è fermato
all’orizzonte ove isole
montuose si vestono
d’azzurro nel luccichio
del mare…
al volo di gabbiani
che a tratti il cielo
affollano con orbite eleganti.
Dagli abissi si leva
un canto melodioso al sole
che pian piano si nasconde…
Un’improvvisa calma,
soave e libera,
accarezza la vita intorno…
Lente le onde baciano la riva,
taciturno il veliero riposa
al fruscio di canneti,
che tremuli lasciano al vento
le morbide piume.
Il mare
Il lento moto flessuoso
della risacca schiumosa
sulla dorata sabbia…
l’infrangersi furioso
sulle dure rocce,
che mostri sembrano
emergere dagli abissi…
la vastità delle acque
che agli orizzonti
si congiungono al cielo…
l’improvvisa tempesta,
la trasparenza,
le varie tinte luminose
riflesse dalle nuvole
e dai raggi del sole…
sono eguali ai moti
della mente,
dell’anima.
Al silenzio delle ore,
dei lunghi dì,
in solitudine
navigando sulle onde,
a tratti dolci
e fragorose al vento,
pervengono suoni modulati
e minacciosi…
Allora la parola,
i versi,
l’armonia del canto
ritornano dagli anfratti,
s’infrangono sui moti,
che pazienti li consumano.
Amor d’evasione,
d’avventura,
con tenacia
con speranza
e con paura
sulle limpide,
profonde
e sinuose onde
è visione,
immagine,
il volgere della vita,
del tempo,
della storia.
Amor che con coraggio
si nutre e che mai…
e poi mai…
si conquisterà.
Bagliori
Dietro isole montuose
e lontane si nascondono
i raggi del sole…
un alone si dipinge dorato
tra cielo e mare
sin al tramonto.
Si cullano lunghe e lente
le onde nell’ampio orizzonte…
Altri bagliori di stelle,
fisse nell’azzurro più profondo,
si posano copiosi,
e tra le soffici nuvole
corre leggera
un’esile gondola.
Così una danza armoniosa
diparte dal volo di stormi
nella culla di accesi colori
e nell’orme lasciate
da solitari velieri.
- VETRINA LETTERARIA -
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