PREFAZIONE DELL'AUTRICE
Dal 1997 che partecipa ai concorsi artistico-letterari indetti sia in Italia sia
all’estero, precisamente al Concorso A.L.I.A.S. di Melbourne in Australia. Ha
iniziato a pubblicare libri di poesie nel 1998, prima con stampa in proprio -
essendosi lei specializzata in Grafica presso l’Accademia di Costume e di Moda a
Roma negli anni 1987-1991 -poi rivolgendosi a diffuse case editrici italiane. Il
genere dei suoi libri riguarda prevalentemente la poesia, ma nel 2005 sono
usciti anche tre suoi saggi, rispettivamente: «Il mistero Dickinson» di Carta e
Penna Editore di Torino, quale studio attorno alla figura della poetessa
americana Emily Dickinson (1830-1886), vissuta fuori del suo tempo per aver
proiettato il suo essere nella dimensione del distacco dalla concretezza; «Il
dubbio futuribile nell’arte pittorica di Michele Alemanno» stampato
dall’Accademia Internazionale dei Micenei di Reggio Calabria, quale
approfondimento critico ad una decina di quadri dello stesso Presidente e
Rettore dell’Accademia, Michele Alemanno. Inoltre, «Vittorio Martin: Storia di
un pittore del nostro tempo» della Casa Editrice Menna di Avellino, quale
analisi sullo stile pittorico e poetico dell’artista friulano Vittorio Martin,
appartenente al nostro panorama artistico contemporaneo.
Si dedica ad una fitta rete di collaborazione con riviste specializzate del
settore artistico-letterario, tramite la stesura di articoli d’arte,
cinematografici, note critiche a libri di ogni genere e poesie singole; ha
prefazionato diverse opere edite sue e di altri autori.
Ha pubblicato quasi cinquanta libri perlopiù a tema e cura in modo particolare
la realizzazione grafico-pittorica delle copertine dei suoi libri. |
Relatività
Omaggio a Maurits Cornelis Escher, (1898-1972). Quinto figlio di
una famiglia benestante di Leeuwarden, nei Paesi Bassi, si impose
come massimo artista contemporaneo della tecnica grafica. Moltissime
sono le litografie che riproducono una irrealtà non soggetta alle
leggi ordinarie della nostra oggettività e la seguente poesia è un
tributo all’opera, realizzata da Escher nel 1953, avente lo stesso
titolo.
In apparenza
l’ordine delle
scale è giusta:
rampe su rampe
si accavallano
assieme all’impossibilità
di salirle o scendere
secondo la coerenza.
Manca il punto
fermo dell’osservatore...
manichini lenti
affrontano le scale
in maniera diversa
incontrandosi ogni
tanto anche in forma
perpendicolare...
la gravità è nella mente
di chi sale e di
chi scende meccanicamente
senza domandarsi
niente sulla struttura
che non nasconde la sua
difficile lettura.
Sono obbedienti
i manichini nell’andare
e tornare ora a mani
vuote ora con dei cestini,
essi esprimono l’intento
della relatività.
Pensare nel bronzo
Omaggio ad Auguste Rodin (1840-1917). La poesia che segue è ispirata
alla celebre scultura in bronzo «Il Pensatore», realizzata tra il
1902 e il 1904 dallo scultore francese. È una figura emblematica che
in un primo momento doveva rappresentare il poeta Dante Alighieri
che guardava la porta dell’Inferno, ma rimase la figura di un uomo
intento a meditare sul concetto dell’umanità intera. Sulla tomba di
Rodin e sua moglie Rose Beuret, fu posta, appunto, l’immagine de
Il pensatore a tutela della genialità dell’artista.
Ricurva è
anche la mente
sui pensieri del
giorno, le mani
sostengono questo
impegno, ma esiste
davvero l’Inferno?
Se davvero Rodin
forgiò anche il
pensiero nel bronzo
allora la sua opera è
rimasta ferma in questa
posa a riflettere a lungo
sul dolore e sulla gioia,
sul mondo nudo come
Il Pensatore.
La campagna di Millet
Omaggio a Jean-François Millet (1814-1875). Pittore figlio di una
coppia benestante di agricoltori francesi, studiò a Parigi nella
prestigiosa Ecole des Beaux-Arts. La seguente lirica è la sintesi
del suo lungo discorso artistico che ebbe come argomento principale
la campagna e i contadini, nei loro costumi e atteggiamenti.
C’era sempre
un sole che
tramontava nei quadri
di Jean-François Millet,
che indorava il lavoro
degli umili col capo
chino a vigilare
la terra e il loro gregge.
La campagna di
Millet ha tante voci
anche quando il carro
restava abbandonato
diventando ritrovo
di uccelli in cerca di
cibo sul campo abitato
dall’inverno.
Si andava col peso
sulle spalle dove
nasceva il sole per
lavorare la terra
secondo il ritmo
delle stagioni e a
mezzogiorno una
breve preghiera per
ringraziare il Signore.
Le donne chine
sul resto delle spighe
avanzate dopo la
mietitura con gli
occhi cercavano di
più e con le mani
raccoglievano non
pensando a chi le
stava ritraendo poco
più in là dall’amara
realtà agreste.
- VETRINA LETTERARIA -
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