Poesie di Isabella Michela Affinito
       Pagine: 37
       Prezzo: non indicato
       E-mail: michela.04@libero.itù
      

     

    PREFAZIONE DELL'AUTRICE

    Dal 1997 che partecipa ai concorsi artistico-letterari indetti sia in Italia sia all’estero, precisamente al Concorso A.L.I.A.S. di Melbourne in Australia. Ha iniziato a pubblicare libri di poesie nel 1998, prima con stampa in proprio - essendosi lei specializzata in Grafica presso l’Accademia di Costume e di Moda a Roma negli anni 1987-1991 -poi rivolgendosi a diffuse case editrici italiane. Il genere dei suoi libri riguarda prevalentemente la poesia, ma nel 2005 sono usciti anche tre suoi saggi, rispettivamente: «Il mistero Dickinson» di Carta e Penna Editore di Torino, quale studio attorno alla figura della poetessa americana Emily Dickinson (1830-1886), vissuta fuori del suo tempo per aver proiettato il suo essere nella dimensione del distacco dalla concretezza; «Il dubbio futuribile nell’arte pittorica di Michele Alemanno» stampato dall’Accademia Internazionale dei Micenei di Reggio Calabria, quale approfondimento critico ad una decina di quadri dello stesso Presidente e Rettore dell’Accademia, Michele Alemanno. Inoltre, «Vittorio Martin: Storia di un pittore del nostro tempo» della Casa Editrice Menna di Avellino, quale analisi sullo stile pittorico e poetico dell’artista friulano Vittorio Martin, appartenente al nostro panorama artistico contemporaneo.
    Si dedica ad una fitta rete di collaborazione con riviste specializzate del settore artistico-letterario, tramite la stesura di articoli d’arte, cinematografici, note critiche a libri di ogni genere e poesie singole; ha prefazionato diverse opere edite sue e di altri autori.
    Ha pubblicato quasi cinquanta libri perlopiù a tema e cura in modo particolare la realizzazione grafico-pittorica delle copertine dei suoi libri.

        Relatività
        
        Omaggio a Maurits Cornelis Escher, (1898-1972). Quinto figlio di 
        una famiglia benestante di Leeuwarden, nei Paesi Bassi, si impose 
        come massimo artista contemporaneo della tecnica grafica. Moltissime 
        sono le litografie che riproducono una irrealtà non soggetta alle 
        leggi ordinarie della nostra oggettività e la seguente poesia è un 
        tributo all’opera, realizzata da Escher nel 1953, avente lo stesso 
        titolo.
        
        In apparenza
        l’ordine delle
        scale è giusta:
        rampe su rampe 
        si accavallano
        assieme all’impossibilità
        di salirle o scendere 
        secondo la coerenza.
        Manca il punto
        fermo dell’osservatore...
        manichini lenti
        affrontano le scale
        in maniera diversa 
        incontrandosi ogni
        tanto anche in forma
        perpendicolare...
        la gravità è nella mente
        di chi sale e di 
        chi scende meccanicamente
        senza domandarsi 
        niente sulla struttura 
        che non nasconde la sua
        difficile lettura.
        Sono obbedienti
        i manichini nell’andare
        e tornare ora a mani 
        vuote ora con dei cestini,
        essi esprimono l’intento
        della relatività.
        
        
        
        
        Pensare nel bronzo
        
        Omaggio ad Auguste Rodin (1840-1917). La poesia che segue è ispirata 
        alla celebre scultura in bronzo «Il Pensatore», realizzata tra il 
        1902 e il 1904 dallo scultore francese. È una figura emblematica che 
        in un primo momento doveva rappresentare il poeta Dante Alighieri 
        che guardava la porta dell’Inferno, ma rimase la figura di un uomo 
        intento a meditare sul concetto dell’umanità intera. Sulla tomba di 
        Rodin e sua moglie Rose Beuret, fu posta, appunto, l’immagine de 
        Il pensatore a tutela della genialità dell’artista. 
        
        Ricurva è
        anche la mente 
        sui pensieri del
        giorno, le mani 
        sostengono questo
        impegno, ma esiste 
        davvero l’Inferno?
        Se davvero Rodin
        forgiò anche il
        pensiero nel bronzo
        allora la sua opera è 
        rimasta ferma in questa 
        posa a riflettere a lungo 
        sul dolore e sulla gioia,
        sul mondo nudo come
        Il Pensatore.
        
        
        
        
        
        La campagna di Millet
        
        Omaggio a Jean-François Millet (1814-1875). Pittore figlio di una 
        coppia benestante di agricoltori francesi, studiò a Parigi nella 
        prestigiosa Ecole des Beaux-Arts. La seguente lirica è la sintesi 
        del suo lungo discorso artistico che ebbe come argomento principale 
        la campagna e i contadini, nei loro costumi e atteggiamenti.
        
        C’era sempre
        un sole che 
        tramontava nei quadri
        di Jean-François Millet,
        che indorava il lavoro
        degli umili col capo
        chino a vigilare 
        la terra e il loro gregge.
        La campagna di
        Millet ha tante voci
        anche quando il carro
        restava abbandonato 
        diventando ritrovo 
        di uccelli in cerca di 
        cibo sul campo abitato
        dall’inverno.
        Si andava col peso
        sulle spalle dove 
        nasceva il sole per
        lavorare la terra
        secondo il ritmo 
        delle stagioni e a
        mezzogiorno una
        breve preghiera per
        ringraziare il Signore.
        Le donne chine 
        sul resto delle spighe
        avanzate dopo la 
        mietitura con gli 
        occhi cercavano di
        più e con le mani 
        raccoglievano non
        pensando a chi le 
        stava ritraendo poco
        più in là dall’amara 
        realtà agreste.
        

- VETRINA LETTERARIA -

 
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