Raccolta di Poesie
      
    di Cristina Contilli
      
    Pagine: 29
       Prezzo: 4,00 euro
       Cristina Contilli: cseqco@tin.it
       Silvio Minieri: silvio.minieri@libero.it
      

     

    INTRODUZIONE

    Scrivere di un poeta è sempre difficile, ma il compito appare meno complicato se del poeta abbiamo incominciato ad apprezzare ed amare certamente i versi, ma soprattutto ad ammirare la sorgente nascosta, inesauribile sempre come ogni sorgente, che è poi l’ispirazione da cui trova alimento la sua poesia. Ed allora il critico letterario, il commentatore, il saggista finisce per diventare un po’ il conoscitore clandestino dello spazio interiore e spirituale del poeta, quello più intimo, celato allo sguardo della vita quotidiana; è il critico un furtivo ladro di anime, che si aggira oltre i recinti del bosco sacro, dopo avere eluso la vigilanza del custode regale. E di fronte alla sorgente di poesia che ora contempla, indugia con sguardo incantato, trattenendo nell’inconscio della sua mente la cristallina chiarezza di ogni zampillo, il suono argentino dell’acqua in cascata, la spuma che si riversa dalla fonte sorgiva. Quando poi  rivela agli altri delle sue segrete scoperte, lo spettacolo è diventato già sogno, quel sogno che si riflette nelle parole e nel linguaggio che il critico pone in essere per illustrare il pensiero poetico dell’autore di cui commenta l’opera.
    Questa clandestina intrusione ha avuto luogo anche nel segreto del giardino di Cristina Contilli ed i commentatori della sua poesia ne hanno rivelato con accorta eloquenza le sorprese nascoste e le meraviglie segrete, la floreale vivacità dei colori di emozioni e sentimenti reconditi o il grigio invernale di albe e crepuscoli di certe sue condizioni di spirito.
    Leggere la critica delle sue poesie significa quindi soffermarsi sulla soglia di quel giardino, che noi con un linguaggio forse un po’ troppo suggestivo abbiamo evocato. Ma è sempre così: è l’ispirazione divina, l’entusiasmo, nella più propria accezione dell’etimo del temine, vale a dire di invasione del dio nell’animo del poeta, la sorgente nascosta che alimenta il linguaggio, perché è la parola il gioiello sfuggito dalla mano dell’antica dea e poi scivolato e smarrito  nel fondo delle acque limpide della fonte, da cui scaturisce il meraviglioso dono della poesia.

    Silvio Minieri

     

    Poesie tratte da «Piccolo desiderio di felicità»
    
    Identità
    
    Anche io sono fatta
    di terra e di vento
    e la vita è entrata in me 
    con il respiro dell’attesa.
    
    
    
    
    L’infinita notte
    
    Ascoltami, luna,
    che rischiari l’infinita notte, 
    la profondità del tuo cielo
    è sogno e lontananza,
    per me, che ho misurato
    i limiti della mia vita
    e, a volte, scrivendo,
    li ho superati.
    
    
    
    In una sera
    
    Ti aspetto in una sera
    senza desideri
    e salgo
    gli infiniti scalini
    dei minuti, delle ore;
    ma so che non verrai.
     
    Le ombre del cielo
    
    Ieri ho fermato per te
    un’immagine del mare
    e ti dono le ombre del cielo
    tra le onde che si infrangono.

- VETRINA LETTERARIA -

 
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