PREFAZIONE
Scrivere poesie, che senso ha nella realtà attuale in cui il
tempo non basta neppure per svolgere le proprie attività quotidiane? Che senso
ha impegnarsi per scrivere qualcosa che pochi leggeranno ed apprezzeranno? In un
mondo dove tutto è consumismo e legge di mercato l’arte sembra essere stata
messa da parte in quanto altro predomina l’uomo contemporaneo. È pur vero che
l’arte, specie in passato, è stata occupazione di pochi, per chi se lo poteva
permettere, però allora non c’era il livello di scolarizzazione d’oggi e tanto
meno il benessere attuale onnicomprensivo del tempo libero che ognuno impegna a
suo piacimento.
È forse il caso di dire che l’arte, in genere, è morta o sta morendo?
Toglierci questo vuol dire toglierci quanto di bello ed inestimabile noi
possediamo; vuol dire annullare la creatività per rivolgere il pensiero ad una
realtà apparente perché è proprio questo, a mio avviso, lo scopo di chi,
comunque sia, si rivolge ad un’attività creativa e non solo: farci scoprire il
volto della verità che troppo spesso non vogliamo guardare in faccia preferendo
non pensarci sopra. Una verità, che come già c’insegnavano gli antichi, è spesso
annebbiata dalle nostre percezioni sensoriali.
Ebbene, è appunto dentro ad uno scritto, un quadro o qualsiasi altro oggetto
frutto dell’intelletto che noi riveliamo a noi stessi e alle genti chi siamo o
vorremmo essere. È attraverso questa esperienza profonda, non certo
portata avanti per gioco, che ci avviciniamo al nostro inconscio senza volere
nulla togliere ad altre scienze alle quali io stesso spesso mi rivolgo cercando
una soluzione ai miei problemi.
Personalmente ho cominciato a scrivere per bisogno, per riempire un vuoto che si
faceva sempre più visibile ed inaccettabile. Nella poesia trovai un’amica a cui
confidare i miei stati d’animo, le mie perplessità, e, sorpreso, scoprii quanto
di più vero c’era in me e in ciò che mi circondava.
Non secondario, ciò che mi spinse ad abbracciare le lettere fu l’amore per la
parola, per il linguaggio.
A riguardo c’è chi pensa che la poesia, in particolare, sia una parte della
letteratura riservata ad una élite di persone che hanno il gusto e la
preparazione culturale per capirla.
Io dico che, specie con la poesia del primo novecento, i poeti sono divenuti
gl’interpreti dell’inquietudine dei tempi moderni, dai periodi di guerra a
quelli di pace, accanto ai grandi narratori che abbracciarono la quotidianità,
le vicissitudini di noi tutti, grandi o piccoli.
È proprio quando un artista si fa portatore di una, molte voci inespresse, che
si avvicina al grande pubblico perché in esso s’identifica ( perché non pensare
a Gibran e all’influenza da lui esercitata sui lettori americani?) , forse è
questa la ragione propria della letteratura: non solo essere esercizio tecnico
ed estetico ma soprattutto esprimere ciò che la gente comune vorrebbe fosse
detto.
A riguardo amo ricordare le strofe di un grande poeta, Montale, che nei " Limoni
" scrive: " i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco
usati. Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi ".
Anch’io ho fatto questa scelta per cui al rigore formale preferisco la
schiettezza d’animo a costo di cadere nel prosaico pur di arrivare ad esprimere
ciò che veramente penso.
Una ragione di più per tornare a sfogliare un libro, non solo di poesia;
riscoprire la grande tradizione letteraria italiana ed europea immergendoci in
quella dolce atmosfera che da una parte c’incanta con la sua dolcezza,
dall’altra meglio ci rende il senso della vita.
Con queste parole concludo la presentazione di questo mio modesto lavoro che
però ho amato, come ho sempre amato la poesia, e portato a termine con passione,
nella speranza di essere letto e comunicare anch’io un messaggio di pace e di
speranza a chi vorrà perdere un po’ del suo tempo per leggermi. |
L'esistenza
La nostra esistenza assomiglia ad una musica
Assordante che mentre ci ruba al presente
C’innalza verso una dimensione irreale
Finché la realtà, bruscamente, ci precipita
Dentro il vuoto delle nostre paure.
La nostra esistenza è un continuo viaggiare
A ritroso nel tempo per rivedere
La nostra storia passata,
Che naviga sospesa sopra di noi.
La nostra esistenza rimane,
Per noi che ce lo chiediamo,
Un dubbio irrisolto!
Il silenzio
Nuovamente la luce del giorno si nega;
È giunto il momento di rimettere nel cassetto
La monotonia del giorno
Per riproiettarmi verso un orizzonte immaginario
In cui disperdere l’ansia di vivere.
Al silenzio della sera che nella sua casa
Mi accoglie rivolgo le mie parole
Raccolte nel fondo dell’anima.
Lontane sono le genti
Che affollavano i marciapiedi
Accanto a strade flagellate
Dallo scorrere delle automobili.
Luci e fragori rimbombanti
Che impediscono alla mente
Di ritrovare l’armonia dell’essere.
Amo la pace di tranquille passeggiate
Lungo vie alberate; sprofondare le narici
Nel profumo dei tigli perché è nelle piccole cose
Che si racchiude la semplicità della vita.
Allora l’inquietezza del pensiero si allevia
E si abbandona confortata dalla presenza
Della Divinità che sempre accompagna
Questa umana esistenza.
Perplessità
Chi mai sarà colui che con passo sicuro
Avanza lungo il suo sentiero
Non curandosi neppure della propria ombra
La quale ovunque lo segue?
Chi mai potrà spiegarci
Il perché delle nostre perplessità
Rivelandoci il volto della Verità
Che camminandoci accanto ci rivela
Il vero che non riusciamo ad intravedere?
No, forse non esistono Eldoradi felici
In cui dimenticare questa noia traditrice:
Essa ci colpisce alle spalle
Proprio quando pensiamo di aver raggiunto
La felicità che troppo spesso rimane celata
Dietro i fasti di un’innocenza perduta.
Quante volte
Quante volte mi sono chiesto
Quanto veloci siano le nuvole,
Sempre più simili allo trascorrere
Veloce e inafferrabile delle mie stagioni.
Quante volte mi sono chiesto
Quando lo spirito abbandonerà
Questo mio corpo preso in affitto,
Quale luce mai vista prima vedrò
Con occhi che ora non ho!
Quante volte ho sentito troppo stanco
Il mio cuore per continuare ad amare:
Eppure l’ho fatto trovando nel sentimento
La ragione per vivere.
- VETRINA LETTERARIA -
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