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Beati gli Angeli Contemplo gabbiani giocare sulla bianca spuma... I tuoi occhi bambini dopo l’amore cercano la mia pelle... Ed io tremante tendo verso te la mia mano... Ed è l’incanto sublime dell’estasi che ci abbraccia dopo la passione... Mentre all’orizzonte linee confuse tracciano l’ignoto destino... Ed io fra queste lenzuola ti dono una volta ancora la mia anima... Ancora e ancora perché mai sazia la nostra carne di noi... E gocce di te nel mio ventre divengono piccolissime pietre su cui è scritto il domani... Nell’emozione suprema del giacere al calar della notte donna fra le tue braccia... Senza altro cercare che nell’infinito il volo semplice di un gabbiano... Mentre beati gli angeli di là stanno a guardarci... Luna nera Stelle di carta a troneggiare nel nero manto di velluto stanotte... Lieve il canto della marea a ricamare sotto i miei piedi la sabbia... E dolore dentro il mio ventre svuotato di fresco del suo frutto a urlare venia al suo tormento... Lungo la riva a lutto vestita la mia ombra silente cerca requie... E d’improvviso il tuo sorriso di cerone stuccato a indicarmi la luna... Volto di rimmel dipinto sconosciuto ai miei occhi a prendermi per mano... E il mio corpo storpio di igienici bisturi ripulito e ricucito con cura... Di colpo a divenire leggero del suo doloroso peso durante il cammino... Aggrappata alle tue ali di nero tatuate lungo la schiena scoperta... Tu, dolce angelo buffone venuto come onirico sogno dalle spire fitte del dolore... Per regalarmi ancora la gioia ingenua di un sospiro d’amore... Caldo di cuore... D. Lenti gli occhi cadono a carezzare possenti braccia di marmoreo muscolo... Si sofferma l’iride stretto nei lineamenti del volto di plastica carnalità... Mentre si piegano le labbra nella curvatura sensuale delle dita a pugno... Quanta polvere il tempo ha spruzzato sul pallore vero delle sue tornite spalle... Quante lune hanno bevuto dolce l’ambrosia rubandola dalla sua bocca dischiusa... E quanta pioggia si è crogiolata in lunghe lingue di rigato attorno alle sue cosce... Fuori dal vento battuto dentro le mura nel silenzio ovunque bellissimo profilo... David della pietra figlio concepito col sudore del Michelangiolo seme... Il tuo cuore batte furente nel possente petto fanciullo di spavaldo tratto... E si offre il tuo respiro all’universo per spezzare sublimi arcani... Contro Golia il tuo colpo e le tue guance tinte di violenta rabbia... A fare da icona eterna ad un’immaturità d’intelletto maestra... Giovane che sui glutei carichi l’intero peso del perfetto lancio... Di vittoria certa avrai il sapore oltre ogni cabala... Tu, fiero uomo-bambino dal coraggio di roccia e il sorriso di pane... |