Poesie di Monica Fiorentino
       Pagine: 36
       Prezzo: 3,50
       Tel.: 333 9385362

     

    NOTA DELL'AUTRICE

    MONICA FIORENTINO è nata il 03/10/1976 a Sorrento (NA) dove vive e lavora. Con questa raccolta chiude la trilogia poetica iniziata nel 1999 con «Fosse Amore» a cui è seguita nel 2003 la raccolta «Blu».
    Ha al suo attivo anche raccolte in prosa «Ali di carta», «Ali di carta-Sangue d'Angelo», «Contatti» in collaborazione col Gruppo Volo Pindarico, «Pandor in pericolo» e «Forza Nibli» in collaborazione con Angelo di Pino, «Angel Cry», «Devil Kiss», «Il lucidastelle», «L'ombra di Mime».
    Ha partecipato a concorsi letterari in Italia e all'Estero con discreti risultati. Con la Fumetteria Cartooncult di Castellammare di Stabia (NA) ha prodotto «Dream» e «Mxs» due racconti a puntate attualmente on-line corredate di disegni.

        Beati gli Angeli
        
        Contemplo gabbiani
        giocare
        sulla bianca spuma...
        I tuoi occhi bambini
        dopo l’amore 
        cercano la mia pelle...
        Ed io tremante
        tendo verso te
        la mia mano...
        Ed è l’incanto sublime
        dell’estasi che ci abbraccia
        dopo la passione...
        Mentre all’orizzonte 
        linee confuse tracciano
        l’ignoto destino...
        Ed io fra queste lenzuola
        ti dono una volta ancora
        la mia anima...
        Ancora e ancora
        perché mai sazia
        la nostra carne di noi...
        E gocce di te nel mio ventre
        divengono piccolissime pietre
        su cui è scritto il domani...
        Nell’emozione suprema
        del giacere al calar della notte
        donna fra le tue braccia...
        Senza altro cercare
        che nell’infinito il volo
        semplice di un gabbiano...
        Mentre beati gli angeli
        di là stanno a guardarci...
        
        
        Luna nera
        
        Stelle di carta a troneggiare
        nel nero manto di velluto
        stanotte...
        
        Lieve il canto 
        della marea a ricamare
        sotto i miei piedi la sabbia...
        
        E dolore dentro il mio ventre
        svuotato di fresco del suo frutto
        a urlare venia al suo tormento...
        
        Lungo la riva
        a lutto vestita la mia ombra
        silente cerca requie...
        
        E d’improvviso il tuo sorriso
        di cerone stuccato
        a indicarmi la luna...
        
        Volto di rimmel dipinto
        sconosciuto ai miei occhi
        a prendermi per mano...
        
        E il mio corpo storpio
        di igienici bisturi ripulito
        e ricucito con cura...
        
        Di colpo a divenire leggero
        del suo doloroso peso
        durante il cammino...
        
        Aggrappata alle tue ali
        di nero tatuate lungo
        la schiena scoperta...
        
        Tu, dolce angelo buffone
        venuto come onirico sogno
        dalle spire fitte del dolore...
        
        Per regalarmi ancora 
        la gioia ingenua
        di un sospiro d’amore...
        
        Caldo di cuore...
         
        
        
        
        
        D.
        
        Lenti gli occhi cadono
        a carezzare possenti braccia
        di marmoreo muscolo...
        Si sofferma l’iride stretto
        nei lineamenti del volto
        di plastica carnalità...
        Mentre si piegano le labbra
        nella curvatura sensuale
        delle dita a pugno...
        
        Quanta polvere il tempo
        ha spruzzato sul pallore vero
        delle sue tornite spalle...
        Quante lune hanno bevuto
        dolce l’ambrosia rubandola
        dalla sua bocca dischiusa...
        E quanta pioggia si è crogiolata
        in lunghe lingue di rigato
        attorno alle sue cosce...
        Fuori dal vento battuto
        dentro le mura nel silenzio
        ovunque bellissimo profilo...
        David della pietra figlio
        concepito col sudore
        del Michelangiolo seme...
        
        Il tuo cuore batte furente
        nel possente petto fanciullo 
        di spavaldo tratto...
        E si offre il tuo respiro
        all’universo per spezzare
        sublimi arcani...
        
        
        Contro Golia il tuo colpo
        e le tue guance tinte
        di violenta rabbia...
        A fare da icona eterna
        ad un’immaturità
        d’intelletto maestra...
        Giovane che sui glutei
        carichi l’intero peso
        del perfetto lancio...
        
        Di vittoria certa
        avrai il sapore
        oltre ogni cabala...
        Tu, fiero uomo-bambino
        dal coraggio di roccia
        e il sorriso di pane...
        

- VETRINA LETTERARIA -

 
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